LE PAROLE DEGLI ALTRI di Michaël Uras recensione di Simona De Pace
“Prescrivere un libro come cura per la Felicità”
“NON SI LEGGE MAI UN LIBRO. CI SI LEGGE ATTRAVERSO I LIBRI, SIA PER SCOPRIRSI, SIA PER CONTROLLARSI” Romain Rolland, l’Eclair de Spinoza.
Se ci pensiamo, ogni esperienza o storia vissuta può essere scoperta in un libro. Quante volte ci siamo immedesimati nelle pagine e nelle storie dei protagonisti? quante volte ci sentiamo parte di un testo di una canzone? o guardando un film abbiamo avuto l’impressione che il regista conoscesse in qualche modo la nostra vita?
Le parole degli altri è un romanzo di Michaël Uras, uscito nel 2016, tratta una tematica attuale, ossia la biblioterapia che fa parte delle tecniche, da sempre utilizzate della psicologia, come anche la musicoterapia, l’arteterapia …
Il libro è di facile lettura, scorre attraverso un linguaggio semplice e intuitivo. Racconta la storia di uno psicoterapeuta che cura i propri pazienti con la biblioterapia, ossia una promessa di guarigione attraverso la lettura di romanzi specifici a seconda del tipo di problematica. Questo libro raccoglie molteplici spunti di lettura, consigliandoci libri che bisogna leggere almeno una volta nella vita. La scelta è ampia: da Balzac a Salinger, da Goncarov a Cocteau.
Interessante è comprendere le dinamiche utilizzate dall’autore nella costruzione dei rapporti tra personaggi.
“I RICORDI SONO OVUNQUE. CI COSTRUISCONO NESSUNO GLI SFUGGE”
I testi spaziano da ‘Il giovane Holden’ di Salinger, a “La lentezza’ di Milan Kundera”, “L’Odissea di Omero”, “Aspettando Godot” di Samuel Beckett; le scelte di Alexandre, il protagonista del romanzo, si destreggia tra saggi, romanzi storici, classici, ad ogni paziente corrisponde un libro; aspettando Godot per chi ha troppo da fare, Il giovane Holden per chi ha paura di ribellarsi, l’Odissea per ritrovare il proprio posto nel mondo.
Le parole degli altri è un libro che parla di libri. Lo psicoterapeuta racconta gli incontri con i suoi pazienti attraversando il mondo della Biblioterapia, ritiene la lettura dei libri parte integrante delle terapie psicologiche e psichiatriche ritenendo questa pratica, dotata di un grande potere curativo.
L’autore si esprime in modo morbido e tagliente, caratterizzato da quella verve che appartiene agli scrittori francesi coinvolgendo il lettore, attraverso dei dialoghi ben costruiti; le emozioni vengono fuori grazie alle parole. Il collante di tutto il romanzo è sicuramente l’amore per la letteratura, che Alex esprime costantemente regalando al lettore un ampio respiro dell’immenso mondo dei libri.
“Io con le parole ero una spugna. Ogni romanzo, ogni poesia mi entrava nelle cellule e si mescolava al mio sangue”
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