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Creatività. Esistono trucchi per svilupparla maggiormente.

La creatività’, nella vita come nella Psicoterapia è un utile strumento di crescita e sviluppo.
Ecco alcuni trucchi per svilupparla maggiormente.

emisferi-creatività-dr-zinziLa Creatività può essere definita come quella capacità di fare delle associazioni insolite, mettendo insieme “elementi” appartenenti a “sistemi di pensiero” differenti.
Secondo il pensiero della Psicologia della Gestalt e quindi delle teorie della percezione, la creatività, potrebbe essere definita come quella capacità di mantenere la buona “forma” (gelstalt)* pur non rispettando le regole della percezione e dell’esperienza. Creare dà vita a qualcosa di nuovo, ad una innovazione, a qualcosa che pur essendo già noto, non lo avevamo ancora mai pensato, visto, provato ecc. Il processo creativo è frutto di quello che lo studioso Edward De Bono (1970) definisce “pensiero laterale”, quella capacità di arrivare ad una soluzione in modo indiretto, talvolta in modo quasi illogico ma che pur sempre poi può essere spiegato logicamente.
Il concetto di creatività racchiude in se la volontà, di accomodare la realtà, di essere più elastici, tralasciando ciò che è ovvio cercando di uscire dai soliti schemi o punti di vista. Marcel Proust infatti scriveva: “La vera scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel vederli con nuovi occhi”. Lo scrittore George Orwell aggiungeva: “Per vedere che cosa c’è sotto il proprio naso, occorre un grande sforzo”. Il poeta musicista cantautore Vinicio Capossela dice: “Non si crea mai niente che non esista già. La creazione, in senso poetico come in chimica, è trasformazione”.
La creatività non rimane relegata solo nell’ambito artistico ed anche quella “fine a se stessa”, ci permette di meglio adattarci, a nostro modo, alla realtà. Attraverso adattamenti creativi possiamo risolvere problemi, che grazie alla sola logica non possono essere risolti. In termini neuroscientifici la creatività viene identificata con la plasticità neuronale, quindi quella capacità del cervello, di attivare e disattivare collegamenti neuronali e zone cerebrali diverse a seconda degli stimoli ambientali.
Il nostro cervello è diviso in due emisferi messi in collegamento da un fascio di fibre dette “corpo calloso” . L’emisfero cerebrale sinistro detto anche cognitivo si attiva nei ragionamenti logici, mentre il destro, detto emisfero emotivo è attivo nei processi creativi e in tutte le attività di tipo artistico.

emisferi-cerebrali--Zinzi-Ettore-Psicologo-Psicoterapeuta-TarantoE’ importante sapere che, nella produzione di idee creative, entrambi gli emisferi cooperano. Per dare vita alla creatività l’emisfero sinistro si occupa dell’analisi delle situazioni, raccogliendo e analizzando le informazioni presenti. Il destro si occupa di lasciar fluire queste informazioni, di associarle liberamente e in modo insolito miscelandole con le emozioni. Da questo interscambio tra gli emisferi infine, si dà vita alle intuizioni, questa è la fase in cui nascono nuove idee, la fase creativa. La fase creativa è seguita dall’attivazione dell’emisfero sinistro che analizzando le idee create ne sceglie una da attuare.
LA CREATIVITÀ‘ IN PSICOTERAPIA. Utile sia al cliente, che al terapeuta.
Il pensiero creativo è un ingrediente necessario in tutte quelle situazioni in cui c’è bisogno di una innovazione. Un bravo psicoterapeuta deve affinare questa capacità di pensiero in modo da poter meglio raggiungere le mete terapeutiche, stimolando nei suoi clienti le capacità creative al fine di renderli autonomi nell’adattarsi alla realtà. Spesso il paziente/cliente giunge alla psicoterapia con la convinzione di non poter fare nulla per cambiare, delegando al terapeuta la soluzione del suo problema. In questo modo il cliente immobilizza la sua creatività, affidando la responsabilità (respons-ability) di se stesso al terapeuta. Lo specialista non può assecondare questa delega, ma può soltanto lavorare sulla passività del paziente e quindi, cercare di “liberare” la sua intrinseca e creativa capacità di rispondere (respons-ability) a modo suo alla realtà, manipolandola. A tal proposito il fondatore della Psicologia della Gestalt, Fritz Perls nel 1980 scriveva:
“Applichiamo abilmente una dose di frustrazione sufficiente a costringere il paziente a scoprire la propria strada, a scoprire le proprie possibilità, il proprio potenziale, e a scoprire che, quel che si aspetta dal terapeuta può benissimo farlo anche da solo”.

 Ecco alcuni “trucchi”, che tutti dovremmo utilizzare per sviluppare la nostra creatività:

  1. Avere sempre a portata di mano un diario, questo ci permette di annotare i pensieri e le idee in qualsiasi momento. Spesso le idee geniali nascono in situazioni insolite, in questi casi avviene che, se non le annotiamo le buttiamo via, dimenticandole. Inoltre è molto utile disegnare schizzi, schemi, liste di cose da fare, classificare e creare inventari ecc. Infatti la parola latina “Inventio” si può tradurre in due modi, sia come idea che sembra sorgere dal nulla, come l’intuizione dell’inventore, e sia come idea che viene trovata in un repertorio (inventario) di idee.
  2. Non aspettare passivi l’ispirazione, l’insight, l’eureka, ma mettersi all’opera e sperimentare. Rimandare non aiuta, mentre, “fare” crea subito un risultato tangibile.
  3. Ritagliarsi degli spazi di tempo durante la giornata, in cui stare in silenzio ad ascoltare i propri pensieri. Imparare a meditare ci aiuta a lasciar fluire le idee.
  4. Concedersi di commettere errori, non illudendoci di essere perfetti ed accettarsi per quello che si è. Spesso gli sbagli se migliorati, diventano la giusta soluzione. Lo scrittore e storico Henry Brooks Adams infatti diceva: “Creatività è permettersi di fare degli sbagli. Arte è sapere quali sono da tenere”.
  5. E’ molto utile pensare per immagini. Prima che nascesse la parola e poi la scrittura, la prima forma di espressione dell’uomo fu l’immagine! E’ molto utile allenarsi ad esprimere i concetti attraverso le immagini.
  6. Uscire dalle regole, allenandosi a mettere assieme elementi conosciuti e associandoli in un modo che non è stato mai fatto prima.
  7. Entrare in contatto con la creatività. Circondarsi di persone creative, esporsi ad idee nuove frequentando musei, gallerie d’arte, luoghi mai visti, viaggiando, andando al teatro, leggendo.
  8. Distrarsi, allontanarsi dai condizionamenti dei media, del computer, del cellulare, della televisione ecc.
  9. Sentirsi liberi di giocare, dando sfogo al bambino che abbiamo dentro; lo psichiatra statunitense Carl Alanson Whitaker (1984) diceva: “la maturità è la capacità di essere immaturi”
  10. Rischiare, ovviamente ponderando i pericoli possibili.
  11. Portare a termine ciò che si inizia, solo completando un’azione possiamo effettivamente valutarne il suo risultato.
  12. Confrontarsi, per poter apprendere nuovi punti di vista. Non fare però questo durante il processo creativo, rischiando di lasciarsi influenzare; è molto meglio lasciare spazio ai feedback ad idea creativa compiuta, stando anche attenti a non lasciarsi scoraggiare.
  13. Allenarsi a pensare anche in modo paradossale, ad esempio cercando una soluzione partendo da quella sbagliata.
  14. Essere parsimoniosi, cercare di limitarsi nelle spese di denaro, nell’utilizzo di strumenti e accessori ecc., ci dà la possibilità di ottenere dei risultati in altro modo. Ad esempio: riciclando, usando cose, idee ecc., attraverso l’utilizzo di strumenti già in nostro possesso ma in modo differente.
  15. Cercare di vivere il “qui ed ora” (hic et nunc) proiettati agli obiettivi, il passato è importante ma spesso ci condiziona lasciandoci dei retaggi culturali. A tal proposito è utile ricordare quello che Albert Einstein ci diceva: “la mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente”.

* La psicologia della Gestalt è nata nel 1912, quando Max Wertheimer scrisse un articolo in cui identificava un processo percettivo unitario – da lui chiamato fattore “phi” – grazie al quale i singoli stimoli verrebbero integrati, nel soggetto, in una forma dotata di continuità (buona forma). La percezione non è data dalla semplice somma dei singoli elementi ma da molto di più. Le modalità secondo le quali si costituiscono le forme sono state classificate dallo stesso autore nel 1923 e descritte come “leggi della forma”.
 BIBLIGRAFIA
  • De Bono, E. Lateral thinking : creativity step by step. New York (Harper &Row), 1970
  • Fritz Perls “Gestalt Therapy Verbatim”, a cura di John O. Stevens (1969), trad.
  • Bernardo Draghi, La terapia gestaltica: parola per parola, Astrolabio, Roma 1980; ed. Fabbri, Milano 2007.
  • Henry Adams, L’educazione, a cura di Vittorio Gabrieli, Adelphi, Milano 1964
  • C.A. Whitaker, “Il gioco e l’assurdo”, Astrolabio, 1984

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