Categoria: DISTURBI DI PERSONALITA’

DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’ (F60.31 [301.83])

Prima di procedere alla lettura di questo articolo ritengo opportuno invitare il lettore a considerare che le categorie diagnostiche manualizzate hanno la sola funzione di favorire i professionisti ad utilizzare un linguaggio comune e capirsi; altresì è ovvio che ogni individuo è unico e non è possibile manualizzare la sua unicità!

Il Disturbo Borderline di Personalità è un quadro caratterizzato da instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e degli affetti e da marcata impulsività che è presente in vari contesti (lavorativo, famigliare, relazionale, sessuale ecc.). Hanno paura dell’abbandono e compiono innumerevoli sforzi per evitare reali o immaginari abbandoni.“Gli individui con questo disturbo hanno un pattern di relazioni instabili e intense. Possono idealizzare caregiver o amanti potenziali al primo o secondo incontro, chiedere di trascorrere molto tempo insieme e condividere i dettagli più intimi all’inizio di una relazione” (DSM-5 pag.769). Tuttavia riescono in modo rapido a passare dalla idealizzazione alla svalutazione degli altri.

Tale disturbo rientra nel gruppo del Cluster B cioè in quella categoria di individui che si caratterizzano per le condotte di comportamento drammatiche, emotive o eccentriche. Il manuale diagnostico dei disturbi mentali [DSM-5] riporta i Criteri clinici per la diagnosi, che devono essere ≥ a 5 dei seguenti:

  1. Sforzi disperati per evitare un abbandono, sia reale o immaginato;
  2. Instabilità nelle relazioni interpersonali, caratterizzata dall’alternanza di estremi sentimenti di idealizzazione ed estrema svalutazione dell’altro;
  3. Alterazione della identità, con instabilità della immagine/percezione di sé;
  4. Impulsività a rischio e dannosa in almeno 2 aree di vita (famigliare, sessuale, guida spericolata, abbuffate, abuso.); 
  5.  Gesti autolesionistici, automutilanti, pensieri e minacce suicidarie;
  6. Instabilità emotivo affettiva . Con variazioni repentine e marcata reattività dell’umore (rabbia, ansia, disforia);
  7. Sentimenti cronici di vuoto esistenziale e personale;
  8. Difficoltà a controllare la rabbia con possibilità di arrivare a scontro fisico;
  9. Ideazione paranoide in concomitanza a grande stress;

Eziologia. Cause e fattori di rischio

La letteratura scientifica con i suoi studi non è ancora riuscita a definire con precisione le origini di questo disturbo. Sicuramente nella sua genesi concorrono fattori genetici, famigliari, strutturali, ambientali, culturali e sociali.

La forte paura di abbandono è comune tra i pazienti con disturbo borderline di personalità ed evidenzia la presenza di eventi stressanti in età adolescenziale, con possibile vissuto di abuso fisico e sessuale (reale e/o vissuto), di abbandono, di separazione dei genitori, e/o la perdita di un genitore (anche simbolica come assenza e distacco o funzioni genitoriali carenti).

L’AUTOLESIONISMO è un elemento caratteristico di queste personalità infatti tra i criteri indicati dal DSM-5 è possibile individuare almeno 3 indici su 9 come appartenenti a questa categoria (Criteri 4, 5, 8). La condotta autolesionistica a rischio può essere sviluppata in vari contesti: scommesse, rapporti sessuali non protetti con sconosciuti (malattie infettive trasmissibili, stupri, abusi…), condotte alimentari problematiche, guida spericolata, violenza, comportamenti poco dignitosi e ricerca di umiliazione, atti distruttivi per cose o persone. L’istinto di morte con suicidio anche solo come minaccia è molto presente, così come le corse in macchina e le autoumiliazioni pubbliche e bugie.

L’IMPULSIVITA’ è comune, questi soggetti si abbandonano agli impulsi e ai piaceri e vizi che, nell’immediato sembrano gratificanti, senza pianificarne in alcun modo le conseguenze.

La DISSOCIAZIONE dalla realtà caratterizza e confonde la visione del mondo che il disturbo crea al soggetto, con tanta fantasia può passare rapidamente da carnefice a vittima, da amico a nemico… per il solo timore di essere allontanato (anche se per propria causa). Le distanze interpersonali si confondono, e uno sconosciuto diviene il salvatore, un amore di vecchia data a cui abbandonarsi tra condotte sessuali spesso a rischio e totale assenza di valutazione delle conseguenze che ciò provoca anche sugli altri. L’immagine e percezione che si ha di sé è spesso distorta e cangiante. L’ideazione in presenza di stress arriva a distorcersi divenendo di tipo paranoide.

  • Masson, Milano 2001. American Psychiatric Association (2013), Manua- le diagnostico e statistico dei disturbi Mentali, Quinta edizione (DSM-5), trad. it. Raffaello Cortina, Milano 2014.

Qu i di seguito un elenco di Film che possono meglio aiutare a comprendere questo diturbo:

  • https://i2.wp.com/pad.mymovies.it/filmclub/2006/08/008/locandina.jpg?resize=109%2C138Ragazze interrotte.
    Anno: 1999, USA
    Titolo Originale: GIRL, INTERRUPTED
    Regia: James Mangold
    Interpreti: Brittany Murphy, Clea DuVall, Jared Leto, Angelina Jolie, Winona Ryder
    Durata: h 2.05
    Genere: drammatico
    Al cinema nel Gennaio 1999

 

  • L’inventore di favole.
    Anno: 2003, USA, Canada
    Titolo originale: Shattered Glass
    Regia: Billy Ray.
    Cast: Hayden Christensen, Peter Sarsgaard, Chloë Sevigny, Rosario Dawson, Melanie Lynskey, Hank Azaria, Steve Zahn, Mark Blum, Simone-Elise Girard, Chad Donella, Jamie Elman, Luke Kirby, Cas Anvar, Linda Smith, Ted Kotcheff
    Genere: Biografico, Durata: 99 min.

 

  •  Mr. Jones.
    Anno: 1993, USA.
    Regia: Mike Figgis.
    Cast: Richard Gere, Lena Olin, Anne Bancroft, Tom Irwin, Delroy Lindo,Bruce Altman, Lauren Tom, Lisa Malkiewicz, Thomas Kopache, Peter Jurasik, León Singer, Anna Maria Horsford, Edward Padilla, Baha Jackson, Epatha Harris.
    Genere: Commedia,drammatico.Durata: 114′ min

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Bugie… un tentativo di manipolazione della realtà diffuso e distruttivo.

Mentire, in alcuni casi costituisce un processo naturale e con evidente valore di sopravvivenza ma per molti può essere un vizio, un comportamento disturbato e lesivo.
Sarà capitato a tutti di dire delle bugie, non a tutti è chiaro quanto questo comportamento, soprattutto se ripetuto, sia lesivo per sé stessi e ancor più grave per chi sta loro vicino in quanto manipolato ingiustamente.

Spesso i bugiardi, i menzogneri, i mitomani, coloro che vengono definiti come affetti da “pseudologia fantastica” o “sindrome di pinocchio” vivono in un mondo di fantasia e non hanno una adeguata consapevolezza del loro disagio; essi credono che sia giusto mentire al fine di proteggere il proprio ego o per guadagnare dei benefici. Spesso i bugiardi sostengono di non inventare ma di omettere, anche quando è palese il loro impegno per manipolare la realtà.

La bugia non è quasi mai fine a sé stessa, essa si configura come strategia per ottenere benefici rispetto alla “verità”. Tra l’altro i “mentitori professionisti” non hanno alcun pentimento, non hanno alcun rimorso ne senso di colpa, non sono nemmeno a disagio quando colti a mentire, non capiscono nemmeno la perdita di dignità e fiducia che si auto infliggono. Una volta che viene scoperto il loro castello di bugie molti bugiardi reagiscono mostrando aggressività e rabbia nei confronti di coloro che mettono in discussione quanto sostenuto, non perché scoperti ma perché non creduti; oppure si impegnano per credere e far credere di essere delle vittime e di avere delle giustificazioni.

Dire bugie è come una tossicodipendenza, il mentire senza considerare le conseguenze fa perdere dignità e autodistrugge rendendo sempre più difficile e dolorosa la consapevolezza della realtà. Mentire crea dipendenza dalla quale è difficile uscire. Il bugiardo si “lustra” di sé inventandosi come eroe o altrimenti come vittima di ciò che gli accade, riuscendo anche a sentire l’emozione, seppur incoerente con la realtà, come vera e reale. 

Ian Leslie in “bugiardi nati” (Bollati Boringhieri, 2016) sostiene che i bugiardi compulsivi, essendo socialmente insicuri, sviluppano dipendenza dalle assurdità che raccontano per auto-glorificarsi, non capendo che le loro bugie li danneggiano sempre più.

Il comportamento del bugiardo è caratterizzato da inosservanza e violazione dei diritti delle altre persone. La menzogna spesso è una vera e propria strategia per riuscire a raggiungere degli appagamenti impulsivi spesso “perversi” e che solitamente non rientrano nelle specifiche competenze del soggetto ma vengono “vampirizzati” da chi gli sta’ accanto (fama e attenzioni, doti artistiche e lavorative, sesso, droga, denaro ecc.). Questi gesti e situazioni vengono decorati dalla tanta fantasia come “nobili” pur essendo palesemente di poca importanza e significato; purtroppo sono solo la ricerca disperata di colmare un vuoto interiore da cui ne risulta tanto auto ed etero lesionismo.

Chi sta accanto a questi individui, naturalmente, riceve gravi danni sia a livello morale e a volte anche fisico: nonostante l’evidenza di tutti i comportamenti manipolatori e finti messi in atto, il bugiardo quando posto di fronte alla realtà “impazzisce” e lotta in modo anche molto aggressivo divenendo all’occorrenza anche vittima. Ci sono persone in grado di ideare e inscenare commedie tanto reali da riuscire a convincere il più attento osservatore, vedasi i tanti casi di cronaca in cui un coniuge viene additato ingiustamente dall’altro di pedofilia,violenza… perdendo anche i figli. Tanto più è profondo il disagio e tanto più il bugiardo crederà o meglio sarà costretto a credere alle sue bugie non mostrando alcun rimorso. Stare vicino ad un bugiardo è pericoloso in quanto un bugiardo “negativizza” tutto ciò che vive contagiando chi lo circonda e creando a cascata conseguenti emozioni e comportamenti negativi di risposta.

A causa delle continue e ripetute azioni contraddittorie e immaginarie, le emozioni negative divengono talmente intense da annebbiare il pensiero e il giudizio; queste persone possono arrivare a interpretare tutto attraverso una lente emozionale tale da distorcere la realtà in modo marcato e duraturo. Spesso il menzognero trasforma le storie che ha totalmente inventato in sue “reali esperienze”. Il cervello elabora le bugie come reali ricordi e se necessario, come già detto, il menzognero da carnefice si descrive come vittima: questa elaborazione difende il bugiardo dalla dolorosa presa di coscienza delle sue “cattiverie”. Solitamente il carnefice distrugge così tanto la vittima da farle perdere il controllo e da questo, il bugiardo, omettendo le cause che hanno portato alla perdita di controllo del partner abusato, si riesce a descrivere come vittima.

Ovviamente vivere con un bugiardo crea difficoltà all’interno di una relazione. I partner, i famigliari, gli amici, i colleghi, quando scoprono le bugie sono sbalorditi e confusi da tanta falsità, soprattutto non riescono a spiegarsene la motivazione. Inizialmente la vera vittima esposta alle bugie autoanalizzandosi crede di essere concausa di tali menzogne, ma poi con il ripetersi del copione manipolatorio prende consapevolezza e capisce che si tratta di un vero e proprio “stile di vita” del partner e spesso un vero e proprio disturbo.

Il menzognero cronico non essendo coerente con la realtà non ha alcuna “onestà emotiva”. I bugiardi sono in grado di provare emozioni intense in situazioni e relazioni che non hanno alcun valore e significato. Sono in grado di annebbiarsi le idee tanto da distorcere la realtà. In questo modo si inventano delle ragioni per le quali poi faranno del male e sporcheranno tutto ciò che ha realmente valore. In questo modo i bugiardi continuano a combattere contro chi amano difendendo ciò che li porterà a perseverare nella loro disperazione e vuoto.

Internet ed ancora di più i social sono un terreno molto fertile per dare la possibilità al mentitore di infittire la sua rete disfunzionale. Nel web si può descrivere come vuole, illudersi ed illudere, incastrarsi in nuovi mondi immaginari per trarne beneficio ed evitare di prendersi realmente cura di sé e quindi impegnarsi per risolvere le sue problematiche.

Mentire è una abitudine che come tanti disturbi probabilmente si sviluppa nell’infanzia e spesso viene appresa in famiglia dove i veri valori sono cosa futile. In un ambiente disfunzionale si apprende a mentire per imitazione di uno dei caregiver o addirittura come difesa da un ambiente non del tutto sano; molto spesso questa condotta se protratta e non consapevolizzata è sintomo di un disturbo più strutturato. Il bugiardo una volta scoperto, difende il suo mondo di bugie con tutte le forze e a qualunque costo, infatti questi individui sono in grado di adirarsi perché non creduti senza capire quanto questa richiesta sia paradossale.

Robert Langs, psichiatra e psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico ed altri autori, hanno provato a categorizzare i bugiardi sulla base della motivazione a mentire o anche sulla base del grado di malignità, grado di patologia o esagerazione. Cyril Burt psicologo dello sviluppo e studioso di genetica, come riportato in “Child Psychology” da Ram Nath Sharma e Rachana Sharma (2006), propone la classificazione della menzogna in base al suo contesto e ne descrive alcune cause nei bambini:
Imitazione di uno dei famigliari già bugiardo, con assenza di disciplina e valori in famiglia, relazione tra genitore e figli disfunzionale caratterizzata da continue liti, umiliazione e mancanza di disciplina, a scuola spesso i più grandi fanno o subiscono i prepotenti senza alcun controllo da parte degli educatori.

Il DSM-5 Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali ancora non ha classificato tra i disturbi mentali il mentire in modo patologico, quindi è difficile parlare di una patologia specifica. Anton Delbrück nel 1891, fu tra i primi a trattare l’argomento “pseudologia fantastica” caratterizzata dal ricorso abituale alla bugia, individuandone alcuni tratti e commorbilità psicopatologiche.

Nonostante le tante definizioni, per la maggior parte di noi risulta difficile, oltre che non utile, delineare una reale differenza fra i vari “tipi di persona bugiarda”. Oltretutto chi vive a contatto con questo tipo di persone non ha interesse a categorizzarli; semplicemente vuole riuscire a vivere una vita più vera e pulita, evitando raggiri, vessazioni e umiliazioni.

Gli studi da fare per riuscire a capire il contorto mondo delle bugie sono ancora molti; la comunità scientifica è concorde nel distinguere tra: bugiardo patologico e bugiardo compulsivo.

Il Bugiardo Patologico è manipolatore, è in grado di mentire continuamente al fine unico di ottenere un tornaconto o dei benefici e non si cura in alcun modo delle conseguenze delle sue azioni, anzi, le confonderà tra altre bugie oppure darà la colpa ad atri. È in grado di guardare negli occhi il suo interlocutore e giurare sincerità e valori sani, pur spendo di mentire senza dignità. Questo disagio può creare gravi conseguenze a loro stessi e a chi sta loro vicino senza che loro provino alcun rimorso o senso di colpa e non si preoccupano di fare qualcosa per risolvere.

Il Bugiardo compulsivo,  dice la bugia principalmente per sé, per sentirsi più “adatto”, all’altezza, per mostrare una vita più affascinante, per “pulire” le cose sbagliate che fa… Mentire per il compulsivo è routine, è necessario, in quella rete fitta di bugie egli si incastra. Anche in questo caso probabilmente ci saranno gravi conseguenze sia per il regista delle bugie che per chi sta loro vicino. Il mentitore non prova alcun rimorso o senso di colpa e non fa niente per risolvere.

BUGIA E DISTURBI DI PERSONALITÀ’

La condotta del mentire e i motivi per i quali le persone mentono in modo patologico e compulsivo sono tanti e spesso collegati a disturbi di personalità:

Quando non si assiste ad un vero e proprio disturbo si possono evidenziare dei tratti distintivi di personalità quali:

  • Narcisismo
  • Egoismo
  • Personalità abusante
  • Comportamenti ossessivi, controllanti e compulsivi
  • Impulsività
  • Seduzione e disinibizione
  • Mancanza di empatia
  • Aggressività
  • Vittimismo
  • Comportamenti manipolativi
  • Comportamento asociale
  • Bassa autostima
  • Labilità emotiva
  • Rabbia
  • Impazienza
  • Pretesa, come se tutto sia dovuto
  • Stile passivo-aggressivo

I narcisisti sanno vendersi, sono affascinanti e sembrano virtuosi, ma nelle questioni di “cuore” e nelle relazioni strette esce la loro naturale tendenza a essere egoisti, infedeli, manipolatori e prepotenti. Nel narcisista, la bugia ha lo scopo di fare credere agli occhi di sé stessi e di chi li conosce una realtà̀ speciale, convincendo e convincendosi delle proprie fantasie; sono in grado arrivare a inventarsi di avere un lavoro prestigioso, degli amici fantastici o di essere corteggiati da persone superlative e utilizzano anche i social per mostrare questi “deliri”.

Le personalità borderline, è molto impulsiva si tuffa nelle situazioni senza alcuna valutazione della realtà, e senza considerarne le conseguenze, nulla ha il suo reale valore, anche le più ignobili situazioni vengono da loro stessi colorate di nobiltà; in tutto questo le menzogne sono necessarie come autodifesa, aiutano a non prendere consapevolezza delle continue e solite umilianti situazioni che essi stessi ricercano e creano a causa del loro vuoto interiore. Altra caratteristica del borderline è l’essere intollerante al rifiuto; motivo per il quale se mostrasse la sua vera impulsiva natura, e quindi la reale carenza di valori e rispetto per sé stesso e altri, molto probabilmente verrebbe rifiutato.

Consigli per il bugiardo:

  • Prendere consapevolezza dei propri limiti e se il mentire è un comportamento ormai strutturato e difficile da evitare rivolgersi ad un professionista Psicoterapeuta competente. Pericolo principale per lo psicoterapeuta se inesperto è quello di entrare in collusione con il mondo immaginario da voi costruito, egli deve pian piano riuscire a tenervi su un piano di realtà accettabile evitando il riscriversi del copione disfunzionale. Solitamente un professionista qualificato deve saper ascoltare sia le verità del bugiardo che di coloro che subiscono le menzogne e vessazioni e soprattutto sia lucido nel capire i “fatti veri”, aiutandosi anche con l’osservazione della storia del paziente e della ciclicità delle sue condotte.
  • Mentire è come una tossicodipendenza, un vizio autolesivo non facile da estirpare; se si vuole smettere, ci vorrà tempo, impegno e sforzo. Ricordarsi che risolvere e crescere non significa fare finta che le cose non siano successe ma prenderne consapevolezza e lavorare per recuperare il male creato a sé stessi e altri.
  • Mettere in discussione il proprio piano di realtà, partendo dal provare (ove vi sia ancora lucidità e le autodifese siano ancora basse) a rimettere in ordine e dare importanza alle cose vere e preziose della propria vita (affetti, familiari, interessi propri, “veri” amici…)
  • Tenere traccia e segnarsi su un diario i propri comportamenti disfunzionali (bugie, discontrollo degli impulsi, autoumiliazioni, tradimenti…), è un esercizio di autoconsapevolezza; torna utile per capire e non dimenticare la realtà al fine di non perseverare nella solita “fiction”. Il diario può anche essere molto utile se utilizzato come traccia mnesica in psicoterapia.

Consigli per la vittima del bugiardo:

  • Ricordare sempre che nel modo esistono davvero molte persone oneste e moralmente dignitose. Esiste l’amore sano e pulito che protegge e rispetta valorizzando le cose preziose.
  • Fate lo sforzo di guardarvi dal di fuori cercando di mettere il più possibile da parte l’amore che provate. Pensate al vostro ideale di amore ai vostri valori, chiedetevi se essi sono compatibili con tale mondo di fantasia e negatività? Chiedetevi quanto questa persona attraverso le sue bugie abbia manipolato i vostri ideali e sogni, questo è utile per prendere consapevolezza circa la pericolosità di una relazione di questo tipo.
  • Le forze mentali sono limitate, il bugiardo rende esausti psicologicamente facendovi perdere tempo ed energie in false argomentazioni e soliti giochi. Il partner “tossico” infatti risucchia le energie, proietta la sua negatività su di voi e vi lascia soli e senza risposte di fronte a tutta una serie di riflessioni. Spesso sarete voi stessi a scoprire la realtà e risolvere i loro problemi e le conseguenze delle loro azioni disfunzionali.
  • Il bugiardo riesce a manipolare le vostre idee ricordandovi quanto lui sia stato in passato vittima di qualcosa o qualcuno (famiglia, ex partner…) facendovi stare male e accusandovi di essere uguali a loro. Una volta deviato l’argomento sul loro problema, le vostre ragioni o i vostri problemi vengono annientati e non verrete ascoltati.
  • Spesso sono le vostre “ferite scoperte”, il vostro animo “buono” e da “crocerossina” ad esporvi al rischio di essere coinvolti dai mentitori seriali. È difficile staccarsi dai rapporti difficili, essi sono terreno fertile per i sensi di colpa (proiettati dal partner), la manipolazione, l’idealizzazione, la sovrastima idealizzata dell’altro. Tutto questo è condizionato dalla scarsa lucidità a causa dei raggiri e dell’esaurimento di energie psichiche spese per fronteggiare e aiutare il bugiardo.
  • Riflettere sulla carica sessuale e seduttiva della relazione. Nuovi spunti di riflessione ne potranno venire fuori visto che i menzogneri proprio per farsi accettare e credere sono “facili”, spesso seduttivi e disinibiti. Il partner problematico è in grado di sentire/simulare elevate emozioni tanto da attribuire significato a chiunque e qualsiasi cosa, abbandonandosi con grande naturalezza e seduzione.
  • Il bugiardo inocula la sua tossicità come un virus infettando e negativizzando tutto ciò che vi circonda oltre che voi stessi. Il bugiardo con la sua carica nociva può creare o slatentizzare e accentuare alcuni vostri comportamenti disfunzionali (dipendenze, insicurezze, aggressività, anedonia…).
  • Se colui che mente non vuole smettere e quindi evolversi, non c’è davvero nulla che tu possa fare se non allontanarlo per cautelarti. Il bugiardo spesso non cambia ma trova altri modi per mentire.
  • Il bugiardo se non segue una buona psicoterapia non può capire la gravità e le conseguenze delle sue azioni, continuerà a rimbalzare nel solito e ciclico gioco della finzione creando nuova negatività senza nemmeno occuparsi di risolverla anzi commiserandosi.
  • Avere sempre presente che il bugiardo non può promettere, è più forte di lui mentire; egli giura facendo promesse fissando anche negli occhi e dichiarando amore, ma purtroppo non ne capisce il valore e il significato.
  • Ricordare che ci si trova di fronte ad un grande manipolatore che sarà in grado di convincere dei suoi deliri anche terze persone mostrandosi spesso come vittima.
  • La vittima del partner nocivo, con il passare del tempo e l’accumulo della rabbia può incastrarsi in dinamiche disfunzionali che ormai anche lui innescherà. Tutto questo è molto collegato all’esagerato superamento dei confini dovuti “dall’indecenza” delle bugie del partner, tale sconfinamento data la sua carica di aggressività legittimizza anche il “partner vittima” al superamento dei confini (ricordare che quando si esagera non esistono giustificazioni).
  • Il bugiardo, pur di “pulirsi dalle macerie” delle sue azioni, tenderà a distrarre proiettando le sue malefatte su di voi o chi vi è caro. Spesso pur di difendersi dalla sua stessa natura che crea tanta negatività e rabbia, entra in competizione con il vostro mondo, insulterà i vostri famigliari, gli amici, vi accuserà di essere cattivi e bugiardi…. La finalità ultima è fare perdere le staffe, distraendo dai veri argomenti, in questo modo fa perdere il filo delle discussioni e custodisce al meglio la menzogna rendendo la vittima carnefice.
  • Accettate lo sconforto che state vivendo, non illudetevi di riprendervi velocemente, se state male è perché’ avete dei valori e non perché l’altro l’ha vinta anzi si sta autodistruggendo.
  • Non aspettatevi che l’altro vi “purifichi” da tutto il materiale psichico proiettato che avete accolto anche senza accorgervene, il mentitore è spesso passivo/aggressivo nei confronti di chi ormai lo ama e supporta.
  • Non bisogna accettare in alcun caso le bugie, è utile smascherarle chiedendo al bugiardo l’autoriconoscimento delle sue fantasie, questo è finalizzato ad offrire spunti di riflessione che se accolti dovrebbero portare a una psicoterapia che ne indaghi le cause e risolva la sintomatologia.
  • Se il bugiardo persevera nelle sue condotte distruttive prendere in considerazione la possibilità di allontanarlo dalla vostra vita. Questo è un atteggiamento di sano egoismo nei vostri confronti e comunque rimane un atto altruistico, aiuterete il partner tossico a non perseverare nel male che vi fa e magari avrà un suo spazio per accettare il suo problema capendo che rimarrà solo e che distrugge tutto. Di fatto essere mentiti porta all’annientamento mentale e quindi onde evitare di farsi fare male l’unica strategia è allontanarsi abbandonando e spezzando il circolo vizioso da crocerossina di chi non vuole aiuto.

Bibliografia, articoli, link

 

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MANIPOLAZIONE PSICOLOGICA? TRUFFA? EFFETTO BARNUM?

MANIPOLAZIONE PSICOLOGICA?  TRUFFA? EFFETTO BARNUM?
ATTENTI A NON FARE I CREDULONI!!!

STUDIO 100 e tante altre reti pur di fare cassa veicolano la falsa informazione come quella di Panzironi?

Phineas Taylor Barnum (1810-1891), famoso imprenditore degli Stati Uniti impegnato nel mondo dello spettacolo, nel corso della sua attività lavorativa aveva notato che il desiderio di credere alle persone può essere suscitato e condizionato anche senza grandi prove scientifiche.
Per riuscire a rendere un’informazione credibile e quindi poter vendere anche una illusione basta fare leva e soddisfare le aspettative della gente.
Offrendo la soluzione ai bisogni delle persone si è in grado di illuderle facilmente. Le aspettative, paure e sogni già interni in ognuno di noi se stimolati in un certo modo possono facilitare l’essere “creduloni”.

Riuscire a soddisfare i propri bisogni o meglio ancora risolvere in modo semplice dei problemi spesso irrisolvibili è il sogno di tutti!!! Esempi di manipolazione, truffe, plagio, e come vogliamo possiamo chiamarli, nella storia ce ne sono davvero molti!!

Sulla stampa degli ultimi tempi, scoperto grazie al programma delle IENE, è molto discusso il caso di Adriano Panzironi, giornalista pubblicista che, attraverso trasmissioni sulla salute da lui ideate ad hoc, pubblicizza il metodo “life 120” un nuovo stile di vita da lui ideato. Sostiene, come si legge nella home page del suo sito www.life120.it  che con il suo metodo  “…l’uomo può vivere la sua vita senza subire l’aggressione delle malattie degenerative, riuscendo ad aumentare la propria longevità, ed in buona forma, fino a 120 anni”.
Le sue trasmissioni vengono mandate in onda in tutta Italia, ed ancora oggi (luglio 2018) come da tempo costatavo a malincuore anche il canale STUDIO 100, emittente televisiva territoriale Tarantina le trasmette in modo ripetitivo, probabilmente anche in questo momento.
Sembra quindi che l’emittente STUDIO100 ormai da diversi mesi riempia non-stop il palinsesto notturno con le trasmissioni di Panzironi oltre a trasmetterlo anche in diverse fasce orarie del giorno. La cosa interessante è che il signor Adriano Panzironi attualmente risulta sospeso per circa 8 mesi dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio, come si evince anche da un suo post pubblicato su facebook già il 26 marzo 2018 che testualmente recita: “sono stato convocato per mercoledì 28 marzo dal consiglio disciplinare e molto probabilmente vogliono radiarmi dall’albo. Le accuse maggiori riguardano il fatto di aver commesso atti non conformi al decoro e dignità professionale e di aver compromesso la mia reputazione. Inoltre di aver comunicato delle informazioni che sono prive di validità scientifica”. E’ immaginabile e logico inoltre che siano in corso le indagini della Magistratura, inoltre la Federconsumatori, dichiara che si tratta di pubblicità ingannevole e si attende inoltre la reazione dell’Ordine dei Medici circa le dichiarazioni e quanto si sostiene nella trasmissione dello stesso Panzironi con tanto di medici che addirittura ne declamano le proprietà miracolose. E’ chiaro che sia normale per una emittente televisiva come STUDIO 100, vendere spazi nel suo palinsesto. Appare contraddittorio che una emittente se è seria e quindi ha la “mission” della “sana” informazione non segua le indicazione dell’Ordine dei Giornalisti che ha definito l’operato del Panzironi e il suo metodo Life 120 (fonte: IENE) artefice di “sensazionalismo che potrebbe far sorgere timori o speranze infondate”, il non aver rispettato “il diritto a un’informazione corretta, sempre distinta dal messaggio pubblicitario attraverso chiare indicazioni” e di non aver rispettato “la dignità delle persone malate”. A tal proposito chiaramente Panzironi disconosce che le motivazioni dell’ordine siano queste e scrive sul suo profilo Facebook il 09/7/2018 “Ebbene da queste accuse sono stato prosciolto. Ma l’ordine dei giornalisti mi ha ritenuto colpevole di aver attaccato la figura istituzionale dell’ordine (il consiglio direttivo e della commissione) chiedendo al popolo Life 120 di testimoniare a mio favore chiamando il centralino dell’ordine e mandando email alla presidente. Quindi la sospensione riguarda questa contestazione e non le accuse più infamanti.” Anche questa dichiarazione del Panzironi si immagina sia probabilmente manipolatoria in quanto la sua convocazione dall’ordine è avvenuta precedentemente alla sua richiesta fatta al “popolo life120” di mandare email all’ordine quindi, i motivi del richiamo erano ben altri.
Panzironi pubblicizza il suo metodo che sostiene, allungherebbe la vita addirittura sino a 120 anni, guarendo anche diverse malattie che la stessa trasmissione delle Iene ha contato sino a 25 (Alzheimer, Diabete, Morbo di Crohn, Stipsi, Psoriasi, Afte, Tumore, Alopecia ecc.). Elemento fondamentale di questa dieta è seguire le sue indicazioni sullo stile alimentare da adottare eliminando i carboidrati e mangiando proteine, tanta frutta ed utilizzando degli integratori.

Il suo tornaconto probabilmente è oltre alla vendita del suo libro che descrive il metodo “life 120” e le diete da seguire (venduto come da lui stesso dichiarato a 19,90 euro in circa 100.000 copie) è l’essere proprietario, insieme a suo fratello, dell’azienda che produce gli integratori che, utilizzando il metodo completo verrebbero a costare circa 250 euro mensili (fonte: Le Iene) per tutta la vita. Chiaramente Panzironi sostiene di aver creato l’azienda proprio per “esigenza” in quanto ancora questi prodotti fatti ad hoc non esistevano sul mercato. Gli integratori contengono, curcuma, zenzero, origano, cannella, chiodi di garofano e pepe nero e sembrano la chiave per vivere sino a 120 anni e guarire da varie malattie spesso anche incurabili.

Dispiace che si faccia leva sui problemi delle persone per arricchirsi anche se questa storia è vecchia.

Altro esempio palese di persuasione si ha nel gioco d’azzardo  che offre la possibilità di soddisfare il desiderio di arricchirsi senza sforzo. Esistono addirittura giochi in cui il messaggio manipolatorio è più specifico e mirato, si veda il gioco “vinci casa” dove si offre la possibilità di vincere una casa tanto desiderata e 200.000 euro, smuovendo uno dei bisogni primari che è quello di avere almeno un tetto sotto cui vivere.

Vanna Marchi fu celebre per lo sfruttamento della credulità popolare con le sue televendite.
Negli anni 80, venne condannata insieme alla figlia e a dei collaboratori, per truffa aggravata. Marchi sembra aver reiterato i reati grazie alla sua capacità comunicativa manipolativa passando dalla vendita di prodotti miracolosamente dimagranti, alla vendita di sale, edera ed altri oggetti contro il malocchio ed anche alla vendita di numeri del lotto personalizzati e vincenti.

Molti maghi, stregoni, “magiari”… offrono la soluzione a vari bisogni e problemi della gente in cambio di un tornaconto economico. Molti di loro pur di arricchirsi vendono illusioni e risoluzione ai problemi della gente comune, come malattie, povertà, amore, successo ecc..

Le persone, quindi, tendono ad accettare un’idea, una proposta, un’illusione con l’unico scopo di soddisfare le aspettative che loro stesse hanno creato. Altro ingrediente utile oltre ad offrire la soddisfazione dei nostri sogni, per riuscire a rendere creduloni è il fare in modo che la persona debba essere isolata dalle fonti di informazione più sana e quindi non ancora plagiata, come famigliari, medici nel caso delle malattie ecc… che altrimenti potrebbero dissuadere dal crederci.

Pertanto cerchiamo di essere attenti e non farci fregare.
Cerchiamo di stare almeno con un piede per terra e l’altro in aria al fine di continuare ad inseguire e perseguire i nostri sogni/bisogni leggendoli con uno sguardo fisso sul piano di realtà.

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Attenzione alle false vittime!! VITTIMISMO PATOLOGICO, MANIPOLAZIONE, VITTIMMISMO ISTERICO …

VITTIMISMO PATOLOGICO, MANIPOLAZIONE, VITTIMMISMO ISTERICO …

 Per esserci una vittima c’è necessariamente bisogno di un carnefice!!

E’ palese l’esistenza di carnefici, maniaci, ossessivi, assassini, stalker ecc. che mietono vittime, meno conosciuto è invece il mondo delle false vittime e falsi carnefici. Esploriamo e prendiamo consapevolezza di quanto è pesante e dannoso il vittimismo, per la stessa vittima (di se stessa) e per le “vere” vittime del vittimismo (finto carnefice).

Il vittimismo è un atteggiamento di vita sia auto che etero distruttivo, impedisce qualsiasi tipo di evoluzione relazionale.

E’ molto importante sottolineare che il vittimista o falsa vittima non finge di soffrire, ma soffre davvero molto e che l’unica strategia che conosce/adotta per non sentire la sua sofferenza è quella non funzionale del fare la vittima.

Non è presente nel manuale diagnostico dei disturbi mentali (DSM) alcuna categoria che ne classifichi specificatamente il disturbo né tantomeno usi il vittimismo tra i sintomi.

Il vittimismo ha molti sintomi e caratteristiche presenti nel disturbo istrionico di personalità, dove lo stile comportamentale è caratterizzato dal richiamare in modo eclatante l’attenzione verso se utilizzando tutti i modi possibili (attraverso l’abbigliamento, il trucco, il linguaggio, gli atteggiamenti caricati sessualmente ecc.).Anche nei disturbi fittizi ci sono molti tratti comportamentali e di personalità presenti nel vittimista isterico, come nella Sindrome di Münchhausen dal nome di un barone che era solito raccontare frottole ingigantendo la realtà, tale disturbo caratterizza quelle personalità che per guadagnarsi lo “status” di malati, sono spesso in ospedale a lamentarsi di disturbi inesistenti, e lo fanno in modo così insistente e convinto da riuscire anche a crearseli realmente riuscendo quindi ad attirare l’attenzione su di sé.

Il vittimista ha costante bisogno di attenzione, desidera in tutti i modi farsi notare e per fare questo ovviamente utilizza la manipolazione. Assumere quindi il ruolo di malato, di persona che soffre, fondamentalmente per attirare le attenzioni dei più buoni e sensibili.

Il vittimista è sempre e comunque pronto a fare la vittima in cerca quindi di possibili carnefici e qualora non sia possibile trovarne anche il mondo potrà essere etichettato come avverso. La “falsa vittima” sviluppa il suo potere psicologico sul “finto carnefice” esaltando l’offesa subita e manifestando il suo dolore al fine di colpevolizzarlo e invischiarlo in questo perverso e pericoloso gioco. Anche se il vittimista mostra complicità allo stesso modo utilizzerà tale atteggiamento per confermare il suo vittimismo.

CARATTERISTICHE DEL VITTIMISTA

Superando i possibili riadattamenti offerti dalle categorie diagnostiche nel manuale dell’American Psychiatric Association DSM, sembra utile elencare alcuni dei tratti comuni nelle false vittime:

  1. Distorcono la realtà
  2. Si compiacciono lamentandosi
  3. Si autogiustificano delle loro scelte ed eccessi grazie alla loro sofferenza
  4. Hanno bassa Autostima
  5. Paura dell’abbandono
  6. Buone capacità e tecniche manipolatorie
  7. Locus of control all’esterno. Riescono a creare dei colpevoli o comunque delegare le proprie responsabilità.
  8. Non sono in grado di fare una autocritica onesta.

 MECCANISMI DA COPIONE PER LA CREAZIONE DEL RUOLO DI VITTIMA

Basta saper assumere il ruolo di vittima in una discussione ed in un attimo il nostro interlocutore apparirà autoritario, poco empatico o addirittura aggressivo.

Manipolazione dei dati e della totale realtà al fine di scaricare le proprie responsabilità ad altri.

Il vittimista cerca di arrampicarsi in tutti i modi “agli specchi” riuscendo a negare l’evidenza e quando messo alle strette costretto ad affrontare la realtà eluderà le risposte con frasi come: mi stai confondendo, mi fai violenza psicologica, non mi vuoi bene, mi fai del male, non mi dai la possibilità di risponderti ecc.

Manipolazione emotiva

Conoscendo le sue (vere)vittime il vittimista cronico saprà toccare bene i punti deboli giocando con le emozioni degli altri e padroneggiando bene il senso di colpa con frasi come: dopo che io ho fatto tanto per te tu mi tratti così, mi hai fatto perdere tutto questo tempo ed ora mi tratti così, abbiamo appena fatto l’amore e mi dici queste cose ecc.
Il vittimista è abile nell’ usare l’empatia altrui cercando di far assumere tutte le colpe all’altro riuscendo a rimanere immobile nelle sue lamentele.

Circolo vizioso vittima-carnefice che distorce la dinamica relazionale.
Il vittimista dopo aver esasperato grossi conflitti sminuisce le sue crisi ed eccessi “perdonando” e facendo finta di niente in onore del suo amore cosi da incastrare l’altro nel circolo vizioso di alleato-carnefice, trasformando il consolatore poi destabilizzato e manipolato in colpevole ed infine perdonato della sua inadeguatezza.

Stimolare l’aggressività

E’ chiaro che nessuna forma di violenza è legittima.
La falsa vittima delegittima continuamente l’altro senza valide argomentazioni ma semplicemente stuzzicandone l’aggressività reinvestendolo inconsapevolmente del ruolo di aggressore con vere e proprie offese all’intelligenza.
La confidenza relazionale è terreno fertile per esprimere la rabbia repressa, per cui il consolatore può non controllare la rabbia. Questo è proprio quello che vuole il vittimista infatti è stuzzicando ma arrivando anche a vera e propria violenza e cattiveria che riesce a trasformare la sua vittima (colui che lo consola) in Carnefice. In questi casi se il conflitto non viene riparato si può arrivare ad avere una relazione aggressiva caratterizzata da odio e vera e propria violenza.

LE POSSIBILI CAUSE DELLO SVILUPPO DI UNA POSIZIONE VITTIMISTICA

E’ chiaramente difficile riuscire ad indentificare delle cause precise che possano aver influito nello sviluppo di una posizione vittimistica, ad oggi è condiviso che fattori che predispongono possano essere:

  • Mancata elaborazione della relazione primaria con la madre nella prima infanzia. La relazione insicura di attaccamento originata nell’Infanzia seppur sia sembrata piuttosto regolare nel suo sviluppo, può essere comunque stata vissuta come frustrante da parte dell’individuo. Spesso la figura materna o comunque una figura di accudimento può essere stata percepita per fatti e comportamenti oggettivi e/o fantasmatici come inaffidabile, ambigua e instabile tanto da caratterizzare uno sviluppo del bambino insicuro-evitante. Il bambino cresce con la convinzione interna che nessuno voglia davvero aiutarlo e capirlo.
  • Inadeguatezza/insicurezza vissuta nell’infanzia, conseguente al continuo giudizio di uno dei genitori.
  • Difficoltà ad identificare ed esprimere in modo adeguato le proprie emozioni, ansie, paure, dolori, conflitti
  • Difesa, contro se stessi più che contro gli altri. Proiettano all’esterno le proprie ferite intrapsichiche cadendo sempre nello stesso copione (vittima-carnefice).
  • Mancanza di consapevolezza, non sempre il vittimista si rende conto di esprimere il proprio malessere in modo passivo-aggressivo.
  • Invidia nei confronti di chi riesce ad affrontare la vita e nei confronti di chi li aiuta, questi è visto come più forte ma ambiguo quindi qualcuno da cui difendersi e da aggredire. Chi aiuta viene continuamente sabotato, la vittima esaspera e spesso crea i suoi dolori rendendo vana qualsiasi forma di aiuto e quindi, “chiunque può essere colpevole di essere incapace di aiutare”.

CONSIGLI PER LA VERA VITTIMA, il consolatore, il finto carnefice, colui che vuole aiutare un vittimista…

Il mondo è pieno di persone belle persone che hanno già un certo equilibrio con cui stringere legami relazionali sani fatti di simmetrico rispetto, e non vi è alcuna valida motivazione per cadere nei ricatti emotivi e nelle ritorsioni meschine di chi si finge vittima, ma in realtà è un vero e proprio carnefice di se stesso e degli altri.  La cosa importante è che non bisogna farsi condizionare da persone negative che scaricano agli altri i loro problemi facendoci sentire in colpa. E’ in grado di farci del male solo colui a cui gli diamo questo potere.

Ci sono casi in cui non ci possiamo tirare fuori dall’avere relazioni con un vittimista in tal caso è utile avere diverse consapevolezze per potere al meglio gestire il rapporto con la falsa vittima.

Colui che viene invischiato nella dinamica del vittimista, con grande sforzo di sopportazione, può utilizzare la razionalità per affrontare le grosse offese subite.
Spesso sarebbe utile che il finto carnefice vera vittima possa ricorrere all’aiuto di un’altra persona per avere sostegno. Per riuscire a sopportare i soprusi del vittimista può essere utile concentrarsi su attività personali costruttive e creative al fine di costruire per se stessi nuovi impegni e mantenere relazioni più sane e nutrienti al fine di continuare a crescere e non farsi fermare dalla falsa vittima.

Per la vera vittima può essere utile riconoscere i suoi meccanismi interni di consolatore che influiscono a confermare il ruolo di vittima, questa consapevolezza è fondamentale per gestire al meglio la situazione.

Ricordare che la falsa vittima risolve le altrui difficoltà semplificandole e sminuendole definendole risolvibili grazie ad un’inspiegabile fato e ottimismo.

Spesso è inutile cercare di fare capire al vittimista le sue responsabilità, tanto egli si dimostrerebbe aggredito, ferito e maltrattato. 

Una soluzione per il vittimista: la PSICOTERAPIA.

La via regia per aiutare il vittimista a riadeguare alla realtà il suo modo di affrontare la vita è la psicoterapia.

Nel percorso psicoterapeutico il primo passo è quello di offrire al vittimista uno spazio relazionale caratterizzato da un sano attaccamento in cui il paziente possa sperimentare una relazione sicura caratterizzata da fiducia.

La fase di costruzione dell’alleanza è molto delicata in quanto il vittimista cercherà anche nel setting terapeutico di vanificare l’aiuto ricevuto, la più semplice osservazione offerta dal terapeuta che attribuisce un minimo di responsabilità al suo cliente può essere vissuto con forte rottura, allo stesso tempo il terapeuta deve essere attento a non lasciare il paziente nella situazione di stallo in cui si crogiola nei suoi problemi.

Grazie alla relazione terapeutica il vittimista deve riuscire ad accettare e sentire le sue emozioni individuando le sue rotture nella formazione di relazioni sane. Deve imparare cosa c’è di positivo nelle relazioni sane ed il giusto modo di rapportarsi alle persone riuscendo a distinguere i vari livelli di confidenza.

La finta vittima deve imparare che la vita va affrontata e siamo noi i timonieri della nave e siamo noi a scegliere che onde e mari da affrontare e gestire. Bisogna essere pronti e consapevoli di dover padroneggiare sia le esperienze negative che positive che nella vita inevitabilmente ci vengono incontro. Con la giusta dose di consapevolezza, valori ed auto critica è possibile smettere di farsi del male e riuscire a cogliere i lati positivi che la vita può offrirci, interrompendo il circolo vizioso della negatività che altrimenti si rigenera.

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    Neologismo presente nella Treccani (2008):Velaterapia s. f. Terapia che si propone di inserire il paziente in un piccolo gruppo di velisti, con un obiettivo operativo, per ricondurlo all’equilibrio psicofisico. Prima di approfondire l’articolo è importante tenere in considerazione che la Velaterapia in barca a vela, come dal nome si potrebbe dedurre, non è una forma …

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  • FELICITA’ IN QUESTO MONDO
    Al di là della propria fede, questo testo può essere una lettura piacevole da cui trarre spunto e qualche conoscenza in più, cercando di adottare il concetto di “trasformazione”. Il problema è che, anche se ognuno di noi avrebbe la capacità di farlo, cioè di “trasformare”, a volte siamo troppo pigri o cerchiamo di aggrapparci a mille scuse e giustificazioni, rimandando al domani la cura delle ferite non cicatrizzate. Troppo spesso rimuginiamo sugli avvenimenti, o almeno nella vita è capitato a tutti di affrontare una situazione logorante, e anziché trasformare “quella cosa”, l’abbiamo legata a noi come una zavorra. Il punto cruciale del libro è proprio questo: “trasformare” è la parola chiave che può condurci sempre più verso una consapevolezza dell’essere.
  • DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’ (F60.31 [301.83])
    Gli individui con questo disturbo hanno un pattern di relazioni instabili e intense. Possono idealizzare caregiver o amanti potenziali al primo o secondo incontro, chiedere di trascorrere molto tempo insieme e condividere i dettagli più intimi all’inizio di una relazione

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Disturbi Fittizi

DEFINIZIONE DISTURBI FITTIZI

Callegari C, Bortolaso P, Vender S.

Una produzione volontaria o la simulazione di dolore per assumere il ruolo di ammalato può rientrare nella categoria nosografica dei disturbi fittizi. Il soggetto ammalato di questo particolare disturbo ha una personalità patologica che lo porta a desiderare di ricevere continue cure mediche e, soprattutto, di essere ricoverato in ospedale. Solo ed esclusivamente a questo scopo egli racconta menzogne, si sottopone agli esami più fastidiosi, è desideroso di assumere farmaci, ricerca e affronta interventi chirurgici non sempre o non del tutto necessari, anche se ripetuti più volte.

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Disturbo Istrionico di Personalità

Criteri diagnostici del Disturbo Istrionico di Personalità. Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. American Psychiatric Association

Prima di procedere alla lettura di questo articolo ritengo opportuno invitare il lettore a considerare che le categorie diagnostiche manualizzate hanno la sola funzione di favorire i professionisti ad utilizzare un linguaggio comune e capirsi; altresì è ovvio che ogni individuo è unico e non è possibile manualizzare la sua unicità!

Crriteri diagnostici del Disturbo Istrionico di Personalità. Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. American Psychiatric Association

Disturbo Istrionico di Personalità

Secondo il DSM-5 A.P.A. devono essere presenti, iniziati nella prima età adulta, almeno cinque dei seguenti sintomi :
1- Disagio nei contesti in cui non sono al centro dell’attenzione;
2- Interazione con gli altri spesso caratterizzata da un comportamento seduttivo e/o provocante;
3- Emotività esageratamente inappropriata, instabile e superficiale;
4- Uso dell’aspetto fisico come mezzo per attirare l’attenzione su di sé;
5- Eloquio di tipo impressionistico, vago e privo di dettagli;
6- Alta suggestionabilità (sono facilmente influenzabili dagli altri e dalle
circostanze);
7- Tendenza a considerare le relazioni più intime di quanto non siano realmente.

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