E’ uno stato emotivo – affettivo provocato da una situazione di pericolo che può essere reale , anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo e provocata dalla fantasia.
(Se è protratta e relativa ad oggetti , animali o situazioni che non possono essere considerati paurosi assume tratti patologici ES. fobia, angoscia, spavento, panico, ansia..)
L’emozione “PAURA” crea nell’individuo diverse attivazioni:
Attivazione Fisiologica:
( si distinguono varie intensità di paura che possono leggermente variare l’attivazione fisiologica es. paura – terrore):
- tachicardia
- vasocostrizione (pallore della cute)
- sudore freddo
- secchezza della bocca
- pilo erezione
- tremore muscolare
- Aumento della pressione sanguigna
- Aumento attività ghiandole surrenali (maggiore prod. di adrenalina)
Attivazione Espressiva:
Fronte e sopracciglia:
- Sollevate
- Angoli interni avvicinati tra di loro
- formazione rughe orizzontali
Occhi:
- Più aperti del normale
- Pupille molto dilatate
- Immobili e fissi
- palpebra inferiore tesa e superiore leggermente sollevata
Naso
- Narici dilatate
Bocca:
- Aperta con lieve retrazione degli angoli
- Labbra tese per cui la bocca appare più contratta
- Mascella più evidente
Corpo:
- Braccia protese in avanti e sollevate sopra il capo come per proteggersi con palmo delle mani rivolto verso lo stimolo è dita distese e disunite.
- Gambe possono flettersi e il corpo rannicchiarsi
Voce:
- Rauca e indistinta con possibili vocalizzazioni acute
A livello psicologico:
Sicuramente, la paura ha una funzione positiva, così come il dolore fisico, di segnalare uno stato di emergenza ed allarme , preparando la mente il corpo alla reazione che si manifesta come comportamento di attacco o di fuga. Inoltre, in tutte le specie studiate l’espressione della paura svolge la funzione di avvertire gli altri membri del gruppo circa la presenza di un pericolo e quindi di richiedere un aiuto e soccorso.
L’esperienza soggettiva, il vissuto fenomenico della paura è rappresentata da un senso di forte spiacevolezza e da un intenso desiderio di evitamento nei confronti di un oggetto o situazione giudicata pericolosa. Altre costanti dell’esperienza della paura sono la tensione che può arrivare sino alla immobilità (l’essere paralizzati dalla paura) e la selettività dell’attenzione ad una ristretta porzione dell’esperienza. Questa focalizzazione della coscienza non riguarda solo il campo percettivo esterno ma anche quello interiore dei pensieri che risultano statici, quasi perseveranti. La tonalità affettiva predominante nell’insieme risulta essere negativa, pervasa dall’insicurezza e dal desiderio di fuga.
Dai risultati di molte ricerche empiriche psicologiche si giunge alla conclusione che potenzialmente qualsiasi oggetto, persona o evento può essere vissuto come pericoloso e quindi indurre una emozione di paura. La variabilità è assoluta, addirittura la minaccia può generarsi dall’assenza di un evento atteso e può variare da momento a momento anche per lo stesso individuo. Essenzialmente la paura può essere di natura innata oppure appresa. I fattori fondamentali risultano comunque essere la percezione e la valutazione dello stimolo come pericoloso o meno.
Il meccanismo universale responsabile dell’acquisizione di paure apprese viene definito condizionamento, che può trasformare un qualunque stimolo neutro (ragno) in stimolo fobico (aracnofobia), mediante la pura associazione per vicinanza spaziale e temporale ad uno stimolo originariamente fonte di paura.
Commenti recenti