Disgusto
E’ uno stato emotivo – affettivo provocato da una situazione/stimolo che risulti particolarmente sgradevole ad una persona (spesso associato a oggetti inanimati).
Oltre che da situazioni reali esso può essere suscitato da rappresentazioni di repulsione di tipo psichico.
(Diviene patologico se generato da situazioni piacevoli).
L’emozione “DISGUSTO” crea nell’individuo diverse attivazioni:
Attivazione Fisiologica:
- Cambiamenti respiratori
- Battito cardiaco irregolare (accelerazione e decelerazione)
Attivazione Espressiva:
Fronte e sopracciglia:
- Sopracciglia si avvicinano e si abbassano increspandosi tra di loro.
- Sulla fronte si formano rughe verticali
Naso
- Si rialza con raggrinzamento della pelle
- Narici contratte debolmente
- Solco naso labiale accentuato
Occhi:
- Palpebra Rialzate
- Formazione di rughe agli angoli esterni degli occhi e alla radice del naso
- Sguardo obliquo
Bocca:
- Labbro superiore contratto e rialzato (sensazione olfattiva)
- Labbro inferiore abbassato si arrovescia come per espellere qualcosa (sensazione gustativa)
- Tessuto del mento si solleva verso l’alto con formazione di possibili rughe.
Corpo:
- Testa sollevata e leggermente spostata di lato
- Spalle sollevate
- Mani a volte in avanti con i palmi in fuori tesi a respingere l’oggetto.
A livello psicologico:
A differenza della maggior parte delle emozioni, il disgusto ha per stimolo scatenante non un essere vivente, ma un qualcosa di inanimato rappresentato essenzialmente dal cibo. Il disgusto è considerato un’emozione fondamentale, è riconosciuto universalmente nelle sue manifestazioni e secondo l’interpretazione corrente ha la funzione di proteggere dal rischio di entrare in contatto e specialmente di ingerire sostanze potenzialmente dannose.
Si prova disgusto principalmente di fronte a stimoli sensoriali: vedere, toccare o essere colpiti dall’odore di qualcosa che ispira repulsione, spinge ad allontanare dal proprio campo percettivo l’oggetto disgustoso, distogliendo lo sguardo, scuotendo le dita o sputandolo se lo si era già messo in bocca (Garotti, 1992).
Disprezzo
E’ uno stato emotivo – affettivo provocato da una totale mancanza di stima verso qualcuno o qualcosa (più spesso associato a esseri viventi).
L’emozione “DISPREZZO” crea nell’individuo diverse attivazioni:
Attivazione Fisiologica:
- Cambiamenti respiratori
- Battito cardiaco irregolare (accelerazione e decelerazione)
Attivazione Espressiva (spesso definita come sogghigno):
Fronte e sopracciglia:
- Inarcamento e sollevamento di un solo sopracciglio
- Formazione di lievi rughe concentriche al di sopra del lato facciale contratto
Naso
- Aggrinzimento della pelle
- Narici contratte
- Breve espirazione
- Solco naso labiale di un solo lato facciale più accentuato a causa del sollevamento della guancia
Occhi:
- Formazione di rughe sottili all’angolo esterno di un solo occhio
- Sguardo obliquo con occhi che guardano di lato e verso il basso
Bocca:
- Labbro superiore contratto e rialzato in senso unilaterale
- Dente canino scoperto con relativa retrazione labiale
Corpo:
- Viso rialzato
- Testa inclinata all’indietro da un solo lato
- Possibile sollevamento di una spalla che viene spinta leggermente in avanti
- Atteggiamenti che creano distanza con l’oggetto del disprezzo
Voce:
- E’ presente talvolta un riso derisorio
A livello psicologico:
Anche il disprezzo ha una valenza adattiva. In una prospettiva evoluzionistica lo si può considerare come una modalità espressiva che serve per preparare l’individuo o il gruppo a fronteggiare un avversario pericoloso, un nemico (D’Urso e Trentin, 1992).
L’emozione del disprezzo, viene espressa prevalentemente nelle situazioni di interazione sociale. In particolare, secondo Garotti (1982), il disprezzo verso un altro individuo è provocato soprattutto da comportamenti trasgressivi di norme morali, dal tradimento della fiducia, dalla trasgressione di convenzioni sociali, da comportamenti aggressivi e violenti, da atteggiamenti immotivati di superiorità, da insincerità e falsità.
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