Categoria: Ansia

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Ipocondria-Disturbo d’Ansia di malattia

Continua preoccupazione di essere affetti da una malattia?
Ipocondria (DSM IV-Tr)
Disturbo d’Ansia di malattia (DSM-5)
Guarire dalla “malattia che non c’è” è possibile!

Ipocondria--ansia-di-malattia-dr.E.Zinzi-psicologo-taranto

Il termine ipocondria deriva dal greco ὑποχόνδρια, essa è una parola composta dal suffisso ὑπό che significa sotto e χονδρίον che significa cartilagine del diaframma costale: quindi già in antichità a conferma di quanto oggi sappiamo con certezza, il malore riguarda quindi l’addome sede delle principali emozioni, come la melanconia. Un disturbo caratterizzato dalla convinzione di avere una malattia, nonostante tutti gli esami medici siano negativi. Spesso il soggetto, nella sua mente, trasforma dei fisiologici lievi sintomi fisici, in segni caratteristici di qualche grave patologia. L’attenzione si focalizza sul sentire le proprie sensazioni corporee o segni fisici, producendo dubbi sulla loro natura, con il risultato di trovare similitudini con sintomi di malattie gravi. La preoccupazione riguardo la propria salute è costante, tendenzialmente catastrofica e difficile da regolare. La persona ha fatica a pensare ad altro, appare assorbito dai dubbi di malattia. Solitamente chi ne soffre pensa di essere una persona fragile, vulnerabile, debole, con basse difese fisiche. Si tratta tutto sommato di una credenza, che però, condiziona il senso della propria identità. Questa paura si sviluppa nella prima infanzia, a contatto con le figure significative di riferimento che, spesso, confermano questa immagine di fragilità. Si può manifestare in qualsiasi momento di vita ma compare spesso nella prima età adulta e nel passaggio all’età senile.
In psicologia e psichiatria tale disturbo è molto noto, nel 1958 lo psichiatra E. Wulff ipotizzò che negli ipocondriaci il corpo diventa l’espressione della paura di morire. Lo psichiatra ha evidenziato che nei pazienti studiati emerge sempre un’inquietante mancanza di fiducia nel sostegno del proprio corpo, infatti, gli ipocondriaci esigono dai medici prove, conferme e continue garanzie sulla propria salute.

DIAGNOSI
In psicologia e psichiatria tale disturbo viene trattato e nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM IV-Tr i criteri diagnostici per l’Ipocondria sono i seguenti:

  1. La preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una malattia grave, basate sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto.
  2. La preoccupazione persiste nonostante la valutazione e la rassicurazione medica appropriate.
  3. La convinzione di cui al Criterio A non risulta di intensità delirante (come nel Disturbo Delirante, Tipo Somatico) e non è limitata a una preoccupazione circoscritta all’aspetto fisico (come nel Disturbo di Dismorfismo Corporeo).
  4. La preoccupazione causa disagio clinicamente significativo oppure menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti.
  5. La durata dell’alterazione è di almeno 6 mesi.
  6. La preoccupazione non è meglio attribuibile a Disturbo d’Ansia Generalizzato, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbo di Panico (Senza Agorafobia e Con Agorafobia), Episodio Depressivo Maggiore, Ansia di Separazione, o un altro Disturbo Somatoforme.

Specificare se con Scarso Insight:
se, per la maggior parte del tempo durante l’episodio in atto, la persona non è in grado di riconoscere che la preoccupazione di avere una malattia grave è eccessiva o irragionevole.

Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali in versione aggiornata DSM-5, l’ipocondria è stata definita “Disturbo d’Ansia di malattia”. Esso è distinto a seconda dell’intensità della preoccupazione di avere/contrarre una grave malattia, in assenza di sintomi somatici o se presenti solo in forma lieve.
I i criteri diagnostici sarebbero i seguenti:

  1. Preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia.
  2.  I sintomi somatici non sono presenti, o se presenti solo di lieve entità. Se è presente un’altra condizione medica o vi è un rischio elevato di svilupparla (per esempio in presenza di importante familiarità), la preoccupazione è chiaramente eccessiva o sproporzionata.
  3. È presente un elevato livello di ansia riguardante la salute e l’individuo si allarma facilmente riguardo al proprio stato di salute.
  4. L’individuo attua eccessivi comportamenti correlati alla salute (es: controlla ripetutamente il proprio corpo cercando segni di malattia) o presenta un evitamento disadattivo(per es., evita visite mediche o ospedali).
  5. La preoccupazione per la malattia è presente da almeno 6 mesi ma la specifica patologia temuta può cambiare nel corso di tale periodo di tempo
  6. La preoccupazione riguardante la malattia non è meglio spiegata da un altro disturbo mentale come il disturbo da sintomi somatici, il disturbo di panico, il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo di dismorfismo corporeo, il disturbo ossessivo compulsivo o il disturbo delirante (tipo somatico).

Specificare quale:
Tipo richiedente l’assistenza
Tipo evitante l’assistenza

AUTOVALUTAZIONE LIVELLO DI ANSIA DI MALATTIA Scarica il test.

anteprima-test-KFG-petry-azzardo-dr-ZinziNel testo “Conosci la tua personalità” di Hans Eysenck e lenn Wilson -2000, Tradotto da Magliano L. Editore BUR Biblioteca Univ. Rizzoli (collana Superbur benessere), viene presentato un semplice e veloce strumento di autovalutazione del proprio livello di ipocondria rispondendo ad un elenco di domande. Ecco il riadattamento del Test  effettuato dal Dr.Zinzi.

PENSIERI E REAZIONI PSICOLOGICHE
I pensieri e le reazioni psicologiche che caratterizzano questo disturbo sono svariati; i più comuni possono essere:

  • Convinzione di non essere in salute
  • Si tende ad esagerare su vari sintomi.
  • Si ha la consapevolezza di essere disturbati da questi problemi ma non ci si riesce a controllare
  • Non si è consapevoli che si tratta di un disturbo psichico ma si è convinti di avere una seria malattia
  • La malattia che spesso ossessiona il soggetto ipocondriaco interessa le più importanti funzioni vitali.

– Il Cuore; si teme di avere un disturbo cardiaco, paura di avere un infarto, ictus ecc.
– Il cervello; si teme di avere delle funzioni cognitive compromesse.
– I polmoni, si teme di avere insufficienze respiratorie, pertanto si può rischiare di soffocare.
– Il soma; si teme di avere un grave problema alla pelle.
– L’apparato muscolare e scheletrico; si teme di avere una malattia invalidante avendo paura di non riuscire più a muoversi.
– La Vista; si teme di diventare cechi.
– Il sistema immunitario; si teme di essere contagiosi, di poter essere contagiati o di contagiare gli altri.

  • Si è completamente assorbiti dal disturbo e si passa diverso tempo a parlarne e a caccia della malattia. Si chiede a diverse persone o si ricerca in internet informazioni sui sintomi.
  • Rispetto al sottoporsi ad uno specialista ci sono due possibili reazioni. Una è quella di effettuare tutte le visite mediche possibili. Spesso l’ipocondriaco si reca dallo specialista certo di aver trovato la sua autodiagnosi precisa. Altra reazione può essere caratterizzata da evitamento delle possibili visite diagnostiche sicuri e impauriti di ricevere notizie nefaste.
  • Si cambiano diversi medici, con la convinzione che non siano bravi a trovare una malattia.
  • Il soggetto cerca e riesce a trovare persone che possano rassicurarlo, ma egli stesso non ne trae alcun giovamento, se non momentaneo.

COSA FARE
1. Non cambiare il proprio medico di riferimento dato che egli non riesce a risolvere la problematica,  infatti si tratta di un disturbo di natura psicologica non medica.
2. Evitare di cadere in “overload of informations” effettuando continue ricerche in internet, condizione che favorisce l’aggravarsi e la comparsa di nuovi sintomi disturbanti (cybercondria).
3. Evitare i vari media (tv, giornali ecc…) nei quali si affrontano malattie gravi.
4. Rivolgersi il prima possibile ad uno Psicologo specializzato in Psicoterapia. Lo psicoterapeuta potrà aiutare il cliente nella gestione dell’ansia e delle ossessioni, e successivamente lavorare per eliminarne le cause.
5.Qualora i pensieri fossero persistenti tanto da rendere impossibile al soggetto la gestione della sua normale vita quotidiana, appare opportuno rivolgersi ad uno psichiatra al fine di farsi prescrivere dei farmaci per alleviare la pervasività psicologica del disturbo e riuscire quindi ad affrontare un percorso Psicoterapeutico. Gli psicofarmaci generalmente somministrati sono i cosiddetti antidepressivi. I più utilizzati sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) – come per esempio la fluoxetina, la fluvoxamina e la paroxetina – e gli antidepressivi triciclici, come per esempio la clomipramina e l’imipramina.
6. Qualora il cliente non avesse la vera e propria coscienza della malattia ma solo il dubbio, inizialmente si rivolgerà ai familiari i quali possono aiutarlo offrendo una visione più oggettiva di quanto accade. In tal caso il paziente si sarà rivolto a ogni genere di medico specialista senza rivolgersi ad alcun professionista della salute mentale, pertanto i familiari, dovranno proporre uno psicoterapeuta nel modo più empatico possibile, evitando le ormai obsolete stigmatizzazioni (es.: sono pazzo, cosa dirà la gente ecc…).

LA PSICOTERAPIA
La tendenza generale è quella di maledire il proprio disturbo e i vari sintomi, invece dovrebbe essere condiviso il fatto che i sintomi psicosomatici devono essere “ringraziati” visto che essi rappresentano l’unico modo che il nostro corpo e la nostra mente sono riusciti a trovare per avvisarci delle nostre trascurate difficoltà. Spesso, la preoccupazione di avere una malattia si configura come una vera e propria ossessione, o se più lieve, rimane comunque correlata all’ansia e/o depressione.
In Psicoterapia, la cura dell’ipocondria è molto praticata. Le varie scuole di pensiero hanno ideato diversi modelli di intervento rivendicandone la paternità e l’efficacia. Ogni individuo è differente dall’altro, pertanto, ogni specifico approccio è più indicato ad un cliente o un altro.
Rivolgersi ad uno Psicoterapeuta ad approccio Integrato appare la scelta più semplice e indicata, proprio perché tale approccio tende a dare spazio alle varie tecniche dei differenti modelli, adattandole al cliente e alle sue particolarità, così come un abito viene cucito da un sarto.
La Terapia Integrata offre buone possibilità di prognosi e come in tutte le psicoterapie è necessaria la collaborazione da parte del cliente, il quale deve credere nel percorso che vuole affrontare, oltre che ovviamente, nel professionista e anche nella psicologia. Qualora il cliente si affacci alla psicoterapia con la convinzione che non potrà guarire, ogni sforzo di cura diverrà vano, lo stesso vale se “vuole essere guarito” delegando al terapeuta tutto il lavoro da fare senza mettersi quindi in gioco.
Lo Psicoterapeuta lavorando a livello cognitivo si occuperà quindi delle distorsioni cognitive. Cercherà di fare emergere nel cliente la consapevolezza degli errori di valutazione fatti circa i suoi stati psicofisici.
Anche attraverso tecniche di Psicoeducazione si affrontano le stesse tematiche insegnando al cliente e alla sua famiglia le caratteristiche principali del disturbo psichico in atto e i metodi migliori per guarire. I familiari, inoltre, vengono sostenuti offrendo loro dei consigli su come è meglio comportarsi nei confronti del loro parente.
In psicoterapia il problema viene anche affrontato a livello comportamentale cercando di costruire risposte alternative agli stimoli ansiogeni, oltre che le classiche strategie di evitamento. Si lavora inoltre su nuove sperimentazioni “sane” alternative e sostitutive dei comportamenti.
Attraverso l’esplorazione interna si cerca rielaborare elementi di vita traumatici e poco affrontati dal cliente che rappresentano le cause profonde del disturbo.
Come nella Psicoterapia Rogersiana tutto questo percorso viene affrontato cercando di essere il più vicini possibile ai bisogni del cliente, rispettandolo e stimolandolo nel suo percorso evolutivo di crescita intima.

Bibliografia

  • American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano.
  • American Psychiatric Association (2014) Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali Quinta edizione (DSM 5). Cortina Editore
  • BASAGLIA F. (1956): Il corpo nell’ipocondria e nella depersonalizzazione, Riv. Sper. Fren. 80, 159.
  • Taylor S., Thordarson D.S., Jang K.L., Asmundson G.J.G. (2006). Genetic and environmental origins of health anxiety; a twin study. World Psychiatry, 5, pp. 47-50
  • Taylor, S., Asmundson, G.J.G. (2009) “Hypochondriasis and Health anxiety” in Martin, M.A., Stein, M.B. (a cura di) Oxford Handbook of Anxiety and Related Disorders, Oxford University Press.
  • Taylor, S., Asmundson, G.J.G. (2004) Treating Health Anxiety. A Cognitive-behavioral approach. New York, Guilford Press.
  • Taylor, S., Asmundson, G.J.G. (2005) It’s not all in your head. How worrying about your health could be making you sick and what you can do about it. New York, Guilford Press
  • Wells, A. (1999) Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia, Mc Graw Hill

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Epic fall! “Dr WEB Google” il medico fai-da-te: Auto Diagnosi facilmente sbagliate.

Epic fall! “Dr WEB Google” il medico fai-da-te!
Le Auto Diagnosi sono facilmente sbagliate e facilitano la “Cybercondria”.

take-care-new-media dr Ettore-Zinzi-Psicologo-psicoterapeuta-tarantoIl web sta modificando sempre più il nostro modo di vivere, scompaiono i libri dai nostri scaffali lasciando spazio a smartphone, Tablet, smartTv, laptop, pc ecc. Cuciniamo chiedendo consigli ad un tablet; attraverso il telefonino monitoriamo le nostre attività fisiche, il sonno ecc.; effettuiamo pagamenti e acquisti ovunque ci troviamo; lavoriamo dappertutto grazie ad una connessione ed un apparecchio multimediale: tanti e ancora tanti altri nuovi modi di vivere grazie alla tecnologia e al WEB!

Anche il mondo delle relazioni è stato abbastanza “sconvolto”. Si è quindi iniziato a fare “conoscenza” e scambiare opinioni nel mare dei forum, delle chat, delle video-chiamate e videoconferenze, dei social network e via dicendo.
Oggi ci si incontra anche senza essere fisicamente insieme, anche la parola “amico” grazie ai vari social network ha mutato il suo significato, in quei “mondi liquidi” ci si definisce “amici” pur senza mai esserci stretti una mano, dati un abbraccio vero…
In questo turbine di sconvolgimenti, non tutti utilizzano i media in modo adattivo, c’è chi si lascia assorbire lasciando via via sciogliere la sua vera fisicità, quindi perdendo libertà di movimento fuori dallo schermo.

Il cambiamento nel mondo delle relazioni interpersonali interessa anche il confronto che ognuno di noi ha nella sua vita, anche con i professionisti. Si affida il proprio allenamento non più ad un personal trainer ma ad una applicazione su smartphone, si chiedono consigli nei forum ecc.
Come confermato dalle ricerche scientifiche e anche dall’osservazione diretta, durante la pratica professionale, spesso gli utenti del web cercano diagnosi e cure ai loro problemi attraverso il web.
I motivi di questa nuova tendenza spesso sono sia la possibilità di anonimato in quanto è più facile aprirsi e confidare i propri intimi problemi al Dr Web; e sia il fatto che siamo un po’ tutti sfiduciati dalle “istituzioni”, preferiamo fare con la “nostra testa”; oltretutto ormai una ricerca sul web è a portata di mano e non costa niente.
Molti previa auto-diagnosi in internet, si recano dal medico convinti di avere già in tasca una diagnosi.
Coloro che si preoccupano sulla loro salute o che hanno uno specifico problema, si accingono al web per ricercare una diagnosi. L’utente, al fine di comprendere il suo disturbo consulta blog, forum, siti di medicina e psicologia che forniscono ai pazienti delle possibili auto-diagnosi. C’è da sottolineare che queste persone si trovano in un momento psicologico particolare, spesso pregno di preoccupazione, paura, incertezza, urgenza ecc. pertanto è facile che si lascino condizionare dalle varie informazioni reperite. Personalmente sconsiglio ai miei clienti di effettuare ricerche finalizzate all’autodiagnosi, spesso infatti ci si convince di cose errate e si aumenta la propria preoccupazione inutilmente.
Qui di seguito proverò ad elencarne i motivi.

1. Una buona relazione con il professionista è necessaria in ogni percorso di cura.
2. Una buona ricerca in rete, richiede un certo grado di conoscenza logica ed informatica, è importante saper discriminare e capire se si naviga in siti affidabili, se quello che si legge è semplice pubblicità, ecc.
3. E’ necessario uno specialistico livello di conoscenze generali, proprio per comprendere la varia terminologia scientifica nonché il “profondo” significato di ciò che si sta leggendo, per questo la diagnosi si fa insieme al professionista.
4. L’emotività anche se differentemente vissuta da ognuno di noi ne influenza sicuramente la ricerca e la suggestionabilità individuale. E’ infatti assolutamente sconsigliato agli ansiosi ed ipocondriaci effettuare ricerche di auto-diagnosi, avrebbe solo la funzione di aumentare le paure ed ansie, si pensi a quante nuove malattie un ipocondriaco può autodiagnosticarsi in rete. Spesso ci si convince di avere mali incurabili.
5. E’ importante evidenziare che gli stessi motori di ricerca, offrono risultati personalizzati in base alle proprie preferenze e gusti analizzati e memorizzati dai cookie, quindi non avremo mai risultati effettivi di una ricerca…
6. Il media internet offre un terreno fertile per lo sviluppo di compulsioni. Molti passano diverse ore alla ricerca di informazioni in modo compulsivo (Overload of Informations).
7. Capita di imbattersi in forum in cui i pazienti oltre a condividere le personali esperienze, si scambiano “ricette mediche” e consigli su come curarsi pur non avendone alcuna competenza, ma solo perché immedesimanti all’ “io di gruppo” portatore delle stesse difficoltà.
8. È molto più facile leggere il malcontento degni utenti i quali sono veramente bisognosi di “postare” a tutti la loro insoddisfazione e rabbia a differenza dei soddisfatti che si godono la guarigione. Sono infatti numerosi gli internauti che attraverso dei siti si rivolgono ad un professionista per cercare di chiarire i propri dubbi di natura psicologica, indirizzando domande scritte dirette ai professionisti sanitari che collaborano con questi siti. Questi inconsapevoli della funzionalità del mezzo che utilizzano credono di essere veramente stati da un professionista. Ma senza il “necessario” intervento “vis a vis”, naturalmente non riescono a risolvere le proprie difficoltà.

E’ comunque opportuno precisare che non bisogna però generalizzare commettendo l’errore di pensare che tutta l’informazione che viene fruita sul web sia dannosa per le persone. Piuttosto la causa di errori sta nel fatto che non tutti usano in modo appropriato questo strumento. Bisogna essere consapevoli dei limiti della comunicazione non fisica ma mediata da computer e che quindi essa non può in alcun modo sostituire completamente quella “face to face”. Esistono molti siti seri che ospitano articoli redatti da medici specialisti che danno utili consigli su sintomi e malattie. Soprattutto, offrono la possibilità di ricercare sanitari specialisti operanti nella provincia di appartenenza. E’ evidente che internet è una grande opportunità offerta all’uomo, ed in questo caso deve avere la funzione di agevolare il contatto tra il professionista ed il cliente e non limitarlo. Il contatto vis a vis deve comunque sempre esserci! Il professionista ha bisogno di vedere materialmente il suo cliente nelle sue fattezze, problematiche, osservando i suoi tempi, atteggiamenti espressioni ecc.

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Trucco per “vincere” alle aste al centesimo MadBid, PrezziPazzi, Bidoo, Wellbid, Vincycorporation, Quibids, Swoggi…

NUOVE DIPENDENZE
Le aste “al centesimo”/“(gu)Aste (A)Sociali”/” “shopping compulsivo”
Trucco per “vincere” alle aste al centesimo MadBid, PrezziPazzi, Bidoo, Wellbid, Vincycorporation, Quibids, Swoggi…
Sistemi per vincere alle ASTE AL CENTESIMO pur non giocando.
"SMETTI E VINCI" è infallibile! pur non giocando, avremo già vinto i nostri soldi non giocati, in questo modo potrà avere la possibilità di metterli da parte e utilizzarli per la concreta realizzazione dei nostri sogni.“SMETTI E VINCI” è infallibile! Sistema per vincere alle ASTE AL CENTESIMO pur non giocando, avremo già vinto i nostri soldi non giocati, in questo modo potrà avere la possibilità di metterli da parte e utilizzarli per la concreta realizzazione dei nostri sogni.

Nuove esche per i compulsivi.
Come dimostrato da tempo divagano i modi in internet, per sfruttare le debolezze e sogni di qualcuno, vedi ad esempio, il poker online, le slot, i Gratta e VINCI, l’illusione della vincita, il bombardamento dei media che lo hanno reso anche, una modalità comportamentale seppur nociva lecitamente accettata.
Oggi a questa lunga sfilza di siti che offrono la possibilità di “sognare” si è aggiunto MadBid, PrezziPazzi, Bidoo, Wellbid, Vincycorporation, Quibids, Swoggi
Queste aziende, hanno trovato un nuovo modo per fare spendere compulsivamente soldi alle persone. Il modo in cui funzionano queste aste, induce alla compulsività, quindi slatenetizza i tratti compulsivi in soggetti con discontrollo degli impulsi.
L’interazione Uomo-Macchina, le continue puntate scandite da un timer con conto alla rovescia, il marketing pubblicitario, effettuato sulle maggiori testate giornalistiche, sono la perfetta esca per “allevare” consumatori con la compulsione al “click”.
Facendo qualche calcolo emerge che, queste aste al centesimo, su ogni oggetto hanno elevatissimi margini di guadagno e potere di controllo delle aste. In alcuni casi, le aste vengono bloccate in una fase di stallo e non sono più visibili nel sito, o comunque il gestore ha il potere di ritirare gli oggetti dall’asta senza risarcire chi ha già puntato diversi centesimi. L’unico vincitore può risparmiare, ma gli utenti che hanno perso, hanno finanziato anche circa 5 volte il valore reale dell’oggetto. Questo significa che se “vinco” un telefonino del valore di 100 euro il sito ne guadagna anche 500 (circa 4000 puntate).
A differenza delle aste classiche nelle quali l’utente non spende niente per fare una offerta, nelle aste al centesimo ogni offerta viene pagata, c’è chi vince e c’è chi perde, si potrebbero quindi paragonare ad un gioco d’azzardo.
Come già provato con il GAP, gioco d’azzardo patologico gli ingredienti che inducono dipendenza sono: Condizionamento con rinforzo casuale, la pubblicità e la tendenza dell’individuo al discontrollo degli impulsi, ansia ecc.
Essi hanno grande influenza nello sviluppo della compulsione al gioco.
Con il condizionamento con rinforzo casuale e/o intermittente, come dimostrato in laboratorio, è possibile indurre comportamenti compulsivi in cavie da laboratorio, le quali sono indotte a ripetere un comportamento (es. premere una leva) al fine di vincere un premio, il quale però è offerto in modo casuale (tanto da spingere la cavia a premere sempre la leva sperando che prima o poi cada il cibo). Ecco qui di seguito un riadattamento del diagramma di Giovanni Serpelloni (Dipartimento Politiche Antidroga), disponibile on line dal febbraio 2013, modificato dal dr E. Zinzi.:

impulsività-e-gap-riadattamento-zinzi-genesi-del-gap2Uno dei vari siti su citati di aste al centesimo recita:

Punta Responsabilmente.
I siti di aste online sono un modo divertente ed entusiasmante per acquistare prodotti. Noi vogliamo fornire esattamente questo tipo di esperienza, positiva e divertente, a tutti i nostri clienti. E’ per questa ragione che incoraggiamo sempre tutti i nostri clienti a puntare responsabilmente.
Rischio di Dipendenza
Noi consapevoli che c’e il rischio, sebbene remoto, che prendere parte a delle aste a tempo può portare alla dipendenza e creare sofferenza per se stessi e per gli altri. Questo può accadere se l’Utente spende troppo tempo sul sito, riducendo contestualmente il tempo speso con amici e parenti. E’ nostro dovere quindi informare tutti i nostri utenti per fare in modo che abbiamo la migliore esperienza possibile con il sito.
Linee Guida
Prenditi il tempo di leggerti queste linee guida:
1. Prendi delle pause tra un’asta o l’altra. Usa l’autopuntata piuttosto che concentrarti unicamente sul timer dell’asta.
2. Decidi in anticipo il tuo budget mensile che intendi spendere, e attieniti a quello.
3. Prima di partecipare a qualsiasi asta, decidi in anticipo il numero di crediti che intendi utilizzare puntando, e attieniti a questo limite.
4. Mai partecipare alle aste sotto l’effetto di alcol o medicinali o quando ci si trova in uno stato depressivo.
5. Punta manualmente solamente quando si é pienamente svegli e concentrati.

Il trucco per vincere al MadBid, PrezziPazzi, Bidoo, Wellbid, Vincycorporation, Quibids, Swoggi… dopo questa lettura è ormai evidente? Vero?
Questo trucco era stato già svelato in precedenza, nell’articolo “Trucco per vincere in modo matematico al gioco Sisal “VinciCasa”, trucco che attualmente fa stare bene tante persone.
Ormai, sono palesi le probabilità di vincita e PERDITA ed anche i meccanismi che tendono a patologizzare i giocatori, il trucco matematico per vincere è alla portata di tutti.
Il sistema, per essere forse sicuri di “vincere” al 99% dei casi, ci è stato, da diverso tempo, suggerito da un genio, Albert Einstein, Ideatore della Teoria della Relatività. Parlando di gioco con vincite in denaro disse:
“Non puoi mai battere un tavolo da roulette, a meno che non rubi i soldi da questo”.

Come Albert Einstein ha svelato, l’unico modo per vincere a questi giochi di fortuna è levare direttamente i soldi dal banco, quindi, ci sono due modi per vincere:
1. Rubare i soldi del banco, attenzione è illegale ed altamente sconsigliato, da non fare mai, in nessun caso;
2. Levare “i nostri” soldi dal banco, per fare questo basta non giocare, così noi “vinceremo” i soldi non giocati.

Il “sistema” SMETTI E VINCI !! è il miglior modo per non sperperare soldi, sentirci indipendenti e non sentirci anestetizzati dal sistema delle vincite a premi che spesso, cattura migliaia di persone lasciandole inermi di fronte alle avversità della vita, lasciandole speranzose di poterla cambiare guardando uno schermo, grattando dei biglietti, giocando numeri, pigiando bottoni ecc.

“SMETTI E VINCI” è infallibile!
pur non giocando, avremo già vinto i nostri soldi non giocati, in questo modo si potrà avere la possibilità di metterli da parte e utilizzarli per la concreta realizzazione dei nostri sogni.
SMETTI E VINCI GAP dipendenze da gioco dr Ettore Zinzi gioco d'azz
Ovviamente dopo diversi tentativi personali non fruttuosi, quindi senza riuscire da soli a smettere di spendere soldi, è consigliato rivolgersi ad uno psicoterapeuta specializzato.

Filippo Petruccelli, docente di Psicologia della Comunicazione ed esperto di dipendenze patologiche, recita: “la capacità del web di offrire una risposta rapida e illimitata a ogni richiesta rende particolarmente vulnerabili i soggetti incapaci di una sana gestione degli impulsi”. Petruccelli conclude: “la coazione al gioco d’azzardo online può essere paragonata a una raffica di piccoli reati d’impeto nei confronti di se stessi: non è altro che un’inadeguata strategia individuale per lenire l’ansia.”
Nicola Boccola – 12 gennaio 2012 (Tratto da Il Fatto Quotidiano)

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Ansia, l’aria inquinata scatena reazioni di paura

Ansia, l’aria inquinata scatena reazioni di paura
(Inhalation of 7.5% Carbon Dioxide Increases Threat Processing in Humans)

Matthew Garner1,2, Angela Attwood3, David S Baldwin1, Alexandra James3 and Marcus R Munafò3

  • 1Clinical Neuroscience Division, School of Medicine, University of Southampton, Southampton, UK
  • 2School of Psychology, University of Southampton, Southampton, UK
  • 3School of Experimental Psychology, University of Bristol, Bristol, UK

Ansia,-l’aria-inquinata-scatena-reazioni-di-pauraCorrespondence: Dr M Garner, Clinical Neuroscience Division, School of Psychology, University of Southampton, Highfield, Hampshire, Southampton SO17 1BJ, UK, Tel: , Fax: +44 (0) 23 8059 4597, E-mail: m.j.garner@soton.ac.uk

Received 9 November 2010; Revised 15 December 2010; Accepted 17 December 2010; Published online 13 April 2011.

L’nquinamento scatena reazioni di ansia e paura.
In uno studio effettuato da un’équipe di ricercatori provenienti dalle due università di Bristol e Southampton, nel Regno Unito, pubblicato a giugno del 2011 dalla rivista di divulgazione scientifica Neuropsychopharmacology, sono emersi dati interessanti sull’impatto dell’inquinamento atmosferico sul benessere della nostra mente.

Respirare aria inquinata, oltre ad avere effetti negativi sul nostro corpo come lo sviluppo di malattie respiratorie, di asma, allergie, e maggiore incidenza di patologie cardiovascolari genera ansia e mette in agitazione il nostro equilibrio psichico.

L’equipe di ricercatori sulla base degli studi effettuati sostiene che:
essere immersi in un ambiente eccessivamente saturo di emissioni di anidride carbonica (dal 7,5% di CO2 in su) genera nella nostra mente degli stati emotivi ansiogeni, generando una serie di comportamenti solitamente associati alla paura.

I nostri sistemi di controllo e autoconservazione a livelli elevati di CO2 ci pongono in una condizione psicologica di allerta da pericolo, alzando i livelli d’ansia sino ad arrivare al Panico e a conseguenti reazioni di difesa da ciò che consideriamo pericolo. I ricercatori hanno calcolato che la percentuale di anidride carbonica capace di creare ansia è pari al 7,5%.

Gli studiosi Britannici asseriscono che i risultati ottenuti dalle loro ricerche, supportano l’evidenza che alti livelli di anidride carbonica scatenano comportamenti che si inseriscono nel circuito di difesa dalla paura.

Questa è l’ennesima prova, di come l’inquinamento ambientale mini la qualità della vita, la salute pubblica, l’equilibrio psicofisico oltre che, ovviamente, procuri ingenti danni agli ecosistemi.

Bibliografia INQUINA-MENTE


Scarica l’EBOOK:
INQUINA-MENTE-copertina-dr-Zinzi-NARCISSUS“INQUINAMENTE”. Psiche ed inquinamento. Immaginazione o realtà?
“Ipotesi” sulle cause ed effetti psicologici dell’inquinamento.  Stimoli ed eventi traumatici subiti e “possibili” reazioni psicologiche dei cittadini.
ISBN: 9786050369953

Editore: Narcissus Self Publishing
Data di pubblicazione:  2015

Per approfondimenti sulla possibile connessione tra la psiche e l’inquinamento leggi anche gli articoli:

1 – Psicologia Ambientale. Interdipendenza tra ambiente e uomo.
2 – Ambiente e identità. Gli effetti psicologici dell’inquinamento

  1. Identità di sé
    2. Identità sociale
    3. Identità di luogo
    4. Stress ambientale/Frustrazione
    5. Stress e impotenza appresa
    6. Effetti dovuti allo stress/inquinamento ambientale
    -sulla fisiologia
    -sulle relazioni interpersonali
    -sui compiti cognitivi
    -sui comportamenti
    -sulla psiche
    7. adattamento allo stress
    8. percezione del rischio Ambiente e identità. Gli effetti psicologici dell’inquinamento.

3 – Ecco qui di seguito una raccolta delle poche ricerche scientifiche sull’argomento:

4 – Il Caso (ILVA e non solo) Taranto (INQUINA-MENTE)

Immaginazione o realtà? “Ipotesi” sulle cause ed effetti psicologici dell’inquinamento a Taranto.  Stimoli ed eventi traumatici subiti e “possibili” reazioni psicologiche dei cittadini.

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ANSIA

L’ ansia è una complessa combinazione di emozioni negative che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno. Dal punto di vista emozionale, l’ansia causa un senso di terrore o panico, nausea e brividi. Dal punto di vista comportamentale, si possono presentare sia comportamenti volontari che involontari, diretti alla fuga o all’evitare la fonte dell’agitazione. Questi comportamenti sono frequenti e spesso non-adattivi, dal momento che sono i più estremi nei disturbi d’ansia.

Comunque l’ansia non sempre è patologica o non-adattiva: è “un’emozione” comune come la paura, la rabbia, la tristezza e la felicità, ed è una funzione importante in relazione alla sopravvivenza .
Se l’ansia ricorre cronicamente e questa ha un forte impatto sulla vita di una persona, si può diagnosticare un disturbo d’ansia. I più comuni sono:

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Fobia

La fobia è la paura irrazionale persistente concernente uno specifico oggetto, attività o situazione (lo stimolo fobico), che causa il desiderio compulsivo di evitarlo. Ciò porta spesso o all’evitamento dello stimolo fobico, o ad affrontarlo con grande sforzo*.

fobia paura  www.psicologo-taranto.com

L’ansia, quasi invariabilmente, viene avvertita immediatamente quando avviene il confronto con lo stimolo fobico con forte desiderio di fuga.

Le fobie possono essere distinte:

*American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano.

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