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I benefici della vela, “VELATERAPIA”

Neologismo presente nella Treccani (2008):Velaterapia s. f. Terapia che si propone di inserire il paziente in un piccolo gruppo di velisti, con un obiettivo operativo, per ricondurlo all’equilibrio psicofisico.Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è velaterapia-Zinzi-Ettore-psicologo-taranto.jpg

Prima di approfondire l’articolo è importante tenere in considerazione che la Velaterapia in barca a vela, come dal nome si potrebbe dedurre, non è una forma di “terapia vera è propria” quindi sostitutiva alla psicoterapia. La vela può essere utilizzata come complemento ad altre forme di terapia tradizionale.

La scienza spiega bene che andare in barca a vela e praticare qualsiasi altra attività in cui ci si immerge nella natura, ha un grosso potere riequilibrante sia sulla mente che sul corpo; ancora più intense sono le esperienze immersive in cui bisogna anche seguire ritmi e tempi della natura. La vela è un buon “setting” per un “lavoro interiore” che uno psicoterapeuta può rendere ancor più terapeutico (Velaterapia). I vari ed ufficiali programmi riabilitativi e terapeutici che si svolgono a bordo sulle barche di tutto il mondo dimostrano l’efficacia terapeutica di questa attività.

L’uomo ormai si trova costretto a vivere in un ambiente innaturale, artificiale e disturbato da rumori, luci, ritmi, comportamenti che poco hanno a che fare con l’ecosistema e il bioritmo naturale.

Ritornando a vivere in modo più naturale e organizzato seguendone i suoi tempi, ci sono tanti i benefici. 

I BENEFICI DELLA VELA, “VELATERAPIA”

  • Vivere nel “qui ed ora!”
  • Sviluppare le capacità di adattamento.
  • Attenzione selettiva focale e problem solving
  • Sviluppare la Conoscenza e Comprensione dell’ambiente
  • Identificazione del Se
  • Sviluppo del Se corporeo
  • Locus of control
  • Abitudini sane e cura del se
  • Autostima
  • Intelligenza emotiva
  • Relazioni interpersonali
  • Qualità del sonno ed equilibrio ormonale

 

Approfondendo nello specifico:

  • VIVERE NEL “QUI ED ORA!”

La navigazione a vela richiede concentrazione e attenzione, il che può aiutare a liberare la mente dalle preoccupazioni quotidiane e a concentrarsi sul presente (qui ed ora).

  • SVILUPPARE LE CAPACITA’ DI ADATTAMENTO.

Sia a livello corporeo che psichico si è più stimolati ed impegnati nell’affrontare velocemente nuove situazioni trovando il “nostro equilibrio”.  Una bella metafora circa l’adattamento del corpo la troviamo nel lavoro fatto dal nostro sistema vestibolare che ci aiuta a mantenere l’equilibrio e a non cadere; monitorando la posizione spaziale del corpo e i movimenti della barca, il sistema vestibolare si adatta immediatamente al dondolio delle onde facendoci stare in piedi. Stessa cosa accade a livello psichico bisogna riadattarsi alle situazioni, bisogna trovare un ruolo, un nostro spazio, anche il semplice non essere di intralcio ai marinai nelle varie manovre è un lavoro di “coping”. Anche a livello relazionale e intrapsichico bisogna adattarsi e integrarsi nell’equipaggio, e quindi bisogna imparare a seguire il leder quindi il capitano e ancor più in alto la natura. La gestione dei conflitti e la frustrazione del dover convivere in luoghi piccoli è un bel lavoro offerto alla nostra psiche.

  • ATTENZIONE SELETTIVA, FOCALE E PROBLEM SOLVING.

Tra i mille stimoli presenti su una barca bisogna selezionare quelli utili e quindi sviluppare le capacità di “attenzione selettiva”. E’ sempre il sistema vestibolare la nostra metafora, nella coclea i canali semicircolari devono adattarsi durante il dondolio del mare a selezionare l’informazione utile per il mantenimento dell’equilibrio. A bordo ci sono molti stimoli per la nostra attenzione, bisogna spiegare le vele, timonare, fare le manovre, gestire la cambusa, l’equipaggio e tanto altro… ogni singolo compito stimola l’uso “dell’attenzione focale” richiedendoci la concentrazione sul compito. Una buona attenzione focale e selettiva aumenta la nostra efficacia nel “problem solving”. A bordo ci possono essere tanti imprevisti e problemi da risolvere velocemente selezionando nel minor tempo possibile le migliori decisioni da prendere e quindi agire.

  • SVILUPPARE LA CONOSCENZA E COMPRENSIONE DELL’AMBIENTE

La navigazione a vela richiede una conoscenza approfondita dei venti, delle correnti e delle condizioni meteorologiche, il che può aiutare a sviluppare la conoscenza e la comprensione della natura e dell’ambiente circostante.

  • IDENTIFICAZIONE DEL SE

In barca bisogna darsi da fare e quindi esporsi, essendo in un gruppo e in uno spazio ristretto ogni nostra azione ha degli effetti sull’ “ambiente”. Si è stimolati e a volte costretti in modo diretto a considerare i nostri pregi e difetti, e dover riflettere su ciò che si è sbagliato e fatto bene. Bisogna identificarsi e scegliere e definire il nostro spazio e ruolo.    

  • SVILUPPO DEL SE CORPOREO

Nello spazio limitato bisogna meglio calibrare i nostri movimenti, bisogna usare la nostra corporeità senza potercene tirare indietro. Si pensi al semplice uso del winch, quindi l’uso della sua manovella che serve a tendere le cime moltiplicandone la forza, ci aiuta a padroneggiare nell’uso del nostro corpo, della nostra forza e prestazione.

  • LOCUS OF CONTROL

A bordo veleggiando ci si trova responsabili delle nostre azioni e ciò che esse comportano, bisogna comprendere quali sono le nostre e le altrui responsabilità e quindi ciò che è nel nostro controllo o meno, questa consapevolezza vale sia a livello psichico, che prettamente fisico…

  • ABITUDINI SANE E CURA DEL SE

La vita in barca impone ritmi e ruoli che si ripetono. La semplice cura della barca come le pulizie, il tenere in ordine le cime, la cambusa, le vele, il sottocoperta ecc. è routine: la costanza che certi lavori richiedono diviene una abitudine, e sono proprio le abitudini a dare un senso di sicurezza e stabilità contrapponendosi alle incertezze e difficoltà di tutti i giorni. Per l’armatore la barca diviene una estensione del proprio se, qualcosa di intimo che lo definisce, pertanto il prendersi cura della barca diviene un modo per prendersi cura di se.

  • AUTOSTIMA

Riuscire nelle manovre come nel tendere una vela, come anche il gestire le relazioni, le frustrazioni o il padroneggiare situazioni di pericolo ci aiuta nello sviluppo della consapevolezza della nostra efficacia ed efficienza e quindi ci favorisce a meglio sviluppare e padroneggiare la nostra auto stima.

  • INTELLIGENZA EMOTIVA

  In barca bisogna capire, saper controllare e gestire le proprie ed altrui emozioni. Anche il semplice infinito dell’orizzonte può fare un certo effetto emotivo. Durante la navigazione entrano in gioco molte emozioni si spazia da quelle intime e personali a quelle interpersonali. Bisogna capirsi e capire gli altri, fare squadra e raggiungere gli obiettivi. La corretta gestione delle emozioni è fondamentale, la si utilizza per riuscire a orientare il proprio comportamento, la paura ad esempio, se ben gestita è molto utile per tenerci in allerta e non permetterci di compiere errori.         

  • RELAZIONI INTERPERSONALI

Come già evidenziato la convivenza in barca richiede competenze relazionali, per funzionare è obbligatorio che l’equipaggio comprenda e rispetti ruoli, regole, diritti e doveri. Le inclinazioni e attitudini relazionali individuali a bordo emergono velocemente visto che non ci si può sottrarre dall’essere partecipi e pronti all’azione per fronteggiare le incombenze della navigazione.

  • RITMO CIRCADIANO E OROLOGIO BIOLOGICO

Una delle più utili conseguenze della navigazione in barca riguarda la necessità di regolare i nostri ritmi e quindi l’orologio biologico interno con quello della natura. Seguire l’alternanza del giorno con la notte è fondamentale per la nostra salute, ed in barca la natura ci impone questi ritmi, a differenza di quanto ormai accade nella vita quotidiana moderna.

  • QUALITA’ DEL SONNO E RIEQUILIBRIO DELLE FUNZIONI ORMONALI

 Il nostro corpo dovendo sottostare alle leggi della natura ed ascoltandone i suoi cicli regola automaticamente il ciclo del sonno e anche le funzioni ormonali.

Concludo ribadendo che, qualunque sia la ragione per la quale ci si trova su una barca a veleggiare, i benefici sono innumerevoli; ancor più se ne avranno facendolo con consapevolezza e sotto la guida di uno psicoterapeuta che dia un a spinta maggiore alla crescita personale. Una guida che aiuti a trasformare i vissuti che se ne ricavano in nuovi e importanti apprendimenti sia emotivi che cognitivi, utili strumenti per il benessere psicofisico.

 

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Il DISTURBO MENTALE nel DSM-5.

Definizione di DISTURBO MENTALE nel DSM-5.

Prima di definire qualsiasi disturbo psicopatologico è molto importante conoscere ed aver appreso appieno la definizione di DISTURBO MENTALE presente nel manuale diagnostico dei disturbi mentali (DSM-5) a cura dell’American American Psychiatric Association (APA). Al fine di non incorrere in errori di valutazione e sovradiagnosi è opportuno effettuare una valutazione approfondita del livello di disagio che il disturbo provoca.

Qui di seguito la definizione che si trova a pagina 22 del quinto manuale dei disturbi mentali (DSM-5):

“Un disturbo mentale è una sindrome caratterizzata da un’alterazione clinicamente significativa della sfera cognitiva, della regolazione delle emozioni o del comportamento di un individuo, che riflette una disfunzione nei processi psicologici, biologici o evolutivi che sottendono il funzionamento mentale.
I disturbi mentali sono solitamente associati a un livello significativo di disagio o disabilità in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. Una reazione prevedibile o culturalmente approvata a un fattore stressante o a una perdita comuni, come la morte di una persona cara, non è un disturbo mentale.”

La definizione è molto esaustiva e definisce il disturbo una “Sindrome”. Lo stesso DSM-5 nel glossario a pagina 693 definisce Sindrome un “raggruppamento di segni e sintomi, basato sulla loro frequente concomitanza, che può suggerire una sottostante patogenesi, un decorso, una familiarità e un’indicazione di trattamento comuni”.

Si considerano quindi un insieme di sintomi che in linea con il modello categoriale del DSM-5 si cerca di riunire in categorie distinguibili tra di loro che aiutano a meglio inquadrare oltre alla diagnosi possibili prognosi, strategie di trattamento ed esiti.

Questi segni e sintomi sono valutati osservando le disfunzioni in chiave bio-psico-sociale.
Si diagnostica un disturbo o una disabilità quando sono presenti delle alterazioni significative nei principali ambiti della vita dell’individuo che sono:

  • La cognizione
  • L’emotività
  • Il comportamento
    Quindi è presente disagio o disabilità nelle relazioni sociali, al lavoro, in famiglia, a scuola…

Durante la valutazione è necessario considerare le influenze culturali di un determinato comportamento o “adattamento”, come per esempio nel lutto dove a seconda della cultura di appartenenza vi è uno stile comportamentale culturalmente definito.

Una attenta valutazione della compromissione del funzionamento o meglio della disabilità dell’individuo è fondamentale proprio perché permette di scremare tutte quelle condizioni in cui i le emozioni, i comportamenti e i pensieri pur discostandosi dai valori culturalmente condivisi non creano disagio significativo.
Esempio dell’utilità della valutazione del grado di disagio possono essere colti nella “disforia di genere” dove non tutte le persone che si identificano nel sesso non biologico hanno condotte di vita disfunzionali e disagio. Si pensi ad alcune parafilie come il sadismo o masochismo che per essere definiti “disturbo da masochismo sessuale” o “disturbo da sadismo sessuale” devono creare disagio significativo nelle varie aree di vita ed essere agite a discapito di persone non consenzienti.

 

Bibliografia:
American Psychiatric Association (2013a). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-5). Washington, D.C.: APA (trad. it.: DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. Milano: Raffaello Cortina, 2014).

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Viaggio nel surrealismo di Salvador Dalì, nello psichismo tra sogno, inconscio e sessualità.

Matera, palcoscenico ideale per questo viaggio tra le opere di Dalí i suoi simboli e dualismi della vita. 

Salvador Dalí era molto attratto dalle teorie di Freud e della sua Psicoanalisi. D’altronde con il suo surrealismo amava sognare rappresentando il suo mondo onirico colmo di paure, ansie e pulsioni contrastanti. Il surrealismo era per Dalí, il modo per fare emergere il proprio inconscio. Il fondatore del movimento surrealista Andrè Breton, teorizzò il “principio dell’automatismo psichico” e fu Dalí a parlare di “METODO PARANOICO CRITICO”, l’artista si lascia agitare dal viaggio onirico dell’inconscio dalla sua “paranoia” per poi rappresentarla e riorganizzarla dopo la sua analisi “critica” razionalizzata.

L’opera artistica di Dalí è pregna di rimandi alla psiche, nelle sue opere è facile individuare uno dei temi principali della vita e rappresentato dal dualismo, Il dualismo degli opposti, “la persistenza degli opposti” (tema del percorso espositivo nella città di Matera per tutto il 2019) il bene e il male, la vita e la morte, la forza la fragilità … Dalí nelle sue opere rappresenta i capisaldi della teoria freudiana: l’inconscio, il sogno e la sessualità.
In linea con la teoria psicoanalitica i simboli assumono un importante valore. Essi sono colmi di significati, espressione e frutto delle esperienze ed emozioni che Salvador Dalí viveva.

La Lumaca, Chiocciola

Anche l’incontro di Dalí con Freud ha un suo simbolo rappresentato appunto da una lumaca. Avvenne che Dalí vide una lumaca su una bicicletta proprio davanti alla casa di Freud.
Il dualismo degli opposti emerge tra il guscio duro esterno e forte ed il suo interno fragile e sinuoso. La chiocciola è forte, dura e racchiude al suo interno un corpo molle e delicato, questa contrapposizione per l’artista simbolizzava la testa, la mente, la psiche dello stesso Freud.

I Cassetti

Altro simbolismo derivante dalla teoria psicoanalitica di Sigmund Freud è quello dei cassetti, essi rappresentano i ricordi, i segreti e ciò che è intimo, subconscio, i desideri nascosti. Spesso l’autore li rappresenta semi aperti a significare il fatto che i nostri segreti non sono sempre nascosti ma a volte sono stati già svelati.

Gli Orologi molli

Nel mondo psichico dell’arista, un grosso valore simbolico è attribuito ai suoi orologi “molli”.
Furono per la prima volta rappresentati in “La persistenza della memoria” nel 1931 esprimendo la plasticità del tempo e quindi quanto esso sia condizionato dalle emozioni e dagli stati d’animo, in linea a quella che è la teoria di Einstein in cui il “il tempo relativo”. Il dualismo degli opposti è presente nella contrapposizione tra la rigidità e precisione del tempo e la sua deformabilità che può subire in base alle situazioni.
Fu proprio osservando in una sera calda estiva un formaggio sciogliersi prendendo la forma del suo appoggio che Dalí trovò l’ispirazione per rappresentare i suoi orologi.

Gli Elefanti

Rappresentati per la prima volta nel 1944 nel suo quadro “Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio”.

I suoi elefanti (e successivamente anche altri animali dalla stessa forma) sono ispirati ad una scultura di Gian Lorenzo Bernini che si trova a Roma nei pressi del Panteon, essa rappresenta un elefante che porta un obelisco sulla schiena. Letteralmente la scultura viene ripresa e riletta da Dalí in chiave surrealista. Per Dalí l’elefante ha “lunghe gambe” simbolo fallico del desiderio nella sua distorsione spaziale. Ma anche in questo caso come nella lumaca o nell’uovo viene espresso il dualismo degli opposti: la forza e imponenza del corpo dell’elefante contrapposte alla fragilità delle sue gambe lunghe ed esili.

Diversi altri simboli provengono dal mondo dell’intrapsichico di Dalì:
Le Uova rappresentano il ventre materno, l’intrauterino fonte di speranza e amore. Il dualismo degli opposti in questo caso viene offerto dalla contrapposizione tra il guscio duro e protettivo dell’uovo e il molle presente al suo interno.

Gli Insetti
Le Formiche
simboleggiano la decadenza, la bramosia sessuale e la morte. Le Locuste sono simbolo di invasione, distruzione e paura.

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OTTOBRE 2018 Mese del Benessere Psicologico “Studi Aperti”

Anche quest’anno ad ottobre 2018 lo studio di Psicologia e Psicoterapia Clinica e di Comunità del Dr Ettore Zinzi partecipa al MESE DEL BENESSERE PSICOLOGICO e alla iniziativa organizzata dall’Ordine Nazionale degli Psicologi “Studi Aperti”Il dr Zinzi aprirà  le porte del suo studio per un giorno  a chiunque voglia prenotare un primo appuntamento conoscitivo e/o di consulenza in una delle 2 sedi :

– Taranto (74121)—Via Campania, 10
Visualizza MAPPA Studio di Psicologia e Psicoterapia Dr Ettore Zinzi Via Campania, 10, Taranto
– Palagiano (74019)—Via A. Segni angolo Via S. Pertini
Visualizza MAPPA Studio psicologo psicoterapeuta Ettore Zinzi Via A. Segni Palagiano (Ta)

riceve previa prenotazione telefonica, chiamando al

3477604431

Qualora non rispondesse inviare SMS con nome e motivo della chiamata e verrete ricontattati

*Il Mese del Benessere Psicologico è un’iniziativa volta a diffondere la cultura del benessere psicologico, sposando la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per cui “la salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non la semplice assenza di malattia”. L’attività di sensibilizzazione della cittadinanza al concetto di benessere psicologico passa attraverso l’organizzazione di attività di consulenza e la promozione della professionalità dello psicologo come figura che previene l’emergere del disagio e della malattia, promuove il benessere, favorisce uno scambio relazionale sano durante tutto il ciclo di vita, sostiene le persone durante le fasi di maggiore criticità.

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Hermann Hesse “SIDDARTHA” recensione di Simona De Pace

Siddartha di Hermann Hesse recensione di Simona De Pace

“La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca, che si libra nell’aria e scende ondeggiando al suolo. Ma altri pochi sono, come stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c’è vento che li tocchi, hanno in se stessi la loro legge e il loro cammino.” 

Siddartha è un libro pubblicato nel 1922 dalla casa editrice Adelphi, scritto dall’autore tedesco Hermann Hesse.

L’opera narra della vita di Siddhartha, assetato di conoscenza, stanco ormai della quotidianità tra sacrifici e riti, decide con l amico Govinda di andare tra i monaci per cercare la sua via, restando ben tre anni, dove apprende l’arte della meditazione e del digiuno. Un giorno arriva l’incontro con il Buddha, Govinda entra a far parte da subito dei suoi discepoli, mentre Siddhartha decide di essere libero e liberarsi anche da quel senso di appartenenza dalle cose e inizia così a vivere le sue esperienze . Siddhartha capisce che la vita e il tempo sono ciclici e che non esistono un io e un tu ma un unitá che è in tutto, in ogni pietra e in ogni fiume.

“Troviamo conforti, troviamo da stordirci, acquistiamo abilità con le quali cerchiamo d’illuderci. Ma l’essenziale, la strada delle strade non la troviamo”

Il romanzo è un connubio tra misticismo e spiritualità, possiamo considerarlo un romanzo meditativo filosofico dove vengono narrate le vicende di Siddhartha e il suo amico Govinda, alla ricerca del proprio io.

Una vera è propria parabola della vita che ci aiuta attraverso la narrazione a comprendere diverse sfaccettature dell’esistenza. La ricerca interiore, il senso dell’essere, trascendentale e illuminante; il componimento di Hesse è sicuramente coinvolgente e in qualche modo può essere un piccolo gradino di formazione e crescita per chi sa cogliere in un romanzo la profondità delle parole. Un testo sulla filosofia orientale e il buddismo che ha tanto da insegnarci.

Hermann Hesse, nella realizzazione di questo scritto ha ricercato i valori dei culti orientali quali l’induismo e il Buddismo come quando parla dell’ATMAN il luogo più profondo dell’anima, e il Nirvana lo stato di beatitudine in cui l’anima cessa di reincarnarsi. La ricerca del sé è l’essenza del tutto, abbiamo la certezza che passeremo il resto della vita con noi stessi per questo è importante amarsi, lasciandosi trasportare dalle correnti del cambiamento.

“La saggezza non è comunicabile. La scienza si può comunicare, ma la saggezza no. Si può trovarla, viverla, si possono fare miracoli con essa, ma spiegarla e insegnarla non si può.” 

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Kahlil Gibran“IL PROFETA ” recensione di Simona De Pace.

“Ho conosciuto il mare meditando su una goccia di rugiada.”

Kahlil Gibran“IL PROFETA ” recensione di Simona De Pace.

Il Profeta di Kahlil Gibran, è un libro pubblicato nel 1923, sicuramente un testo di grande impatto che racchiude in sé spiritualità e saggezza. Le pagine scorrono velocemente, si legge tutto d’un fiato. L’autore attraverso la scrittura in prosa poetica, esprime concetti di profondità che riguardano l’esistenza e l’essenza dell’uomo, come gioia, dolore, giustizia, amore, libertà morte, bene e male.

Questa storia inizia con la partenza del Profeta dalla città di Orfalese nella quale ha vissuto tutti questi anni meditando nella completa solitudine.  La nave è giunta per riportarlo alla terra natale.

Nel susseguirsi degli eventi, vengono poste molte domande al Profeta, che risponde con passione per tutto il suo viaggio alla gente che incontra, che sia un uomo, un astronomo, un poeta;
ad esempio lungo il suo cammino, una donna domandò: Parlaci del dolore. Ed egli rispose: “Il dolore è la rottura dell’involucro che racchiude la vostra comprensione. Come il nocciolo del frutto deve rompersi, affinché il suo cuore possa stare al sole, così voi dovete conoscere il dolore”.

“Quando l’amore vi chiama, seguitelo, sebbene le sue vie siano difficili ed erte, e quando vi avvolge con le sue ali cedetegli, anche se la lama nascosta fra le piume potrà ferirvi, quando vi parla credetegli, sebbene la sua voce possa frantumare i vostri sogni…”

Il profeta dona al lettore molti spunti per riflettere, non rappresenta un libro da leggere una sola volta ma un libro da tenere sempre a portata di mano, e rileggere quando sentiamo la necessità di avere quel conforto che solo la saggezza può darci, leggere spesso aiuta ad affrontare la quotidianità con più coraggio e forza. Per il protagonista del testo, tutto è necessario ogni emozione ogni cosa, tutto fa parte del mondo; si affrontano tematiche complesse ma con un linguaggio quasi diretto al lettore.

Ci sono molti riferimenti all’ideale religioso, che si declina in giustizia, fratellanza, amore verso il prossimo. Risposte, di un mondo di carta che toccano la profondità dell’animo e della gente dal cuore grande, per chi vive con leggerezza che non vuol dire superficialità, un testo per chi ha una sensibilità in più e dunque può ritenersi fortunato perché solo chi riesce ad avere una sensibilità spiccata può arrivare a capire certi concetti per altri potrebbe essere un libro come un altro, manciate d’inchiostro gettate sulla carta, ma per chi ha  il senso della percettibilità sono parole illuminate che vibrano come corde di una chitarra espandendo la loro energia.

“E come potrete elevarvi al di sopra dei giorni e delle notti se non spezzerete le catene che voi stessi, all’alba della vostra comprensione, avete legato attorno al vostro mezzogiorno? Ciò che voi chiamate libertà è in verità la più forte di queste catene, sebbene i suoi anelli scintillino nel sole e abbaglino gli occhi.”

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MANIPOLAZIONE PSICOLOGICA? TRUFFA? EFFETTO BARNUM?

MANIPOLAZIONE PSICOLOGICA?  TRUFFA? EFFETTO BARNUM?
ATTENTI A NON FARE I CREDULONI!!!

STUDIO 100 e tante altre reti pur di fare cassa veicolano la falsa informazione come quella di Panzironi?

Phineas Taylor Barnum (1810-1891), famoso imprenditore degli Stati Uniti impegnato nel mondo dello spettacolo, nel corso della sua attività lavorativa aveva notato che il desiderio di credere alle persone può essere suscitato e condizionato anche senza grandi prove scientifiche.
Per riuscire a rendere un’informazione credibile e quindi poter vendere anche una illusione basta fare leva e soddisfare le aspettative della gente.
Offrendo la soluzione ai bisogni delle persone si è in grado di illuderle facilmente. Le aspettative, paure e sogni già interni in ognuno di noi se stimolati in un certo modo possono facilitare l’essere “creduloni”.

Riuscire a soddisfare i propri bisogni o meglio ancora risolvere in modo semplice dei problemi spesso irrisolvibili è il sogno di tutti!!! Esempi di manipolazione, truffe, plagio, e come vogliamo possiamo chiamarli, nella storia ce ne sono davvero molti!!

Sulla stampa degli ultimi tempi, scoperto grazie al programma delle IENE, è molto discusso il caso di Adriano Panzironi, giornalista pubblicista che, attraverso trasmissioni sulla salute da lui ideate ad hoc, pubblicizza il metodo “life 120” un nuovo stile di vita da lui ideato. Sostiene, come si legge nella home page del suo sito www.life120.it  che con il suo metodo  “…l’uomo può vivere la sua vita senza subire l’aggressione delle malattie degenerative, riuscendo ad aumentare la propria longevità, ed in buona forma, fino a 120 anni”.
Le sue trasmissioni vengono mandate in onda in tutta Italia, ed ancora oggi (luglio 2018) come da tempo costatavo a malincuore anche il canale STUDIO 100, emittente televisiva territoriale Tarantina le trasmette in modo ripetitivo, probabilmente anche in questo momento.
Sembra quindi che l’emittente STUDIO100 ormai da diversi mesi riempia non-stop il palinsesto notturno con le trasmissioni di Panzironi oltre a trasmetterlo anche in diverse fasce orarie del giorno. La cosa interessante è che il signor Adriano Panzironi attualmente risulta sospeso per circa 8 mesi dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio, come si evince anche da un suo post pubblicato su facebook già il 26 marzo 2018 che testualmente recita: “sono stato convocato per mercoledì 28 marzo dal consiglio disciplinare e molto probabilmente vogliono radiarmi dall’albo. Le accuse maggiori riguardano il fatto di aver commesso atti non conformi al decoro e dignità professionale e di aver compromesso la mia reputazione. Inoltre di aver comunicato delle informazioni che sono prive di validità scientifica”. E’ immaginabile e logico inoltre che siano in corso le indagini della Magistratura, inoltre la Federconsumatori, dichiara che si tratta di pubblicità ingannevole e si attende inoltre la reazione dell’Ordine dei Medici circa le dichiarazioni e quanto si sostiene nella trasmissione dello stesso Panzironi con tanto di medici che addirittura ne declamano le proprietà miracolose. E’ chiaro che sia normale per una emittente televisiva come STUDIO 100, vendere spazi nel suo palinsesto. Appare contraddittorio che una emittente se è seria e quindi ha la “mission” della “sana” informazione non segua le indicazione dell’Ordine dei Giornalisti che ha definito l’operato del Panzironi e il suo metodo Life 120 (fonte: IENE) artefice di “sensazionalismo che potrebbe far sorgere timori o speranze infondate”, il non aver rispettato “il diritto a un’informazione corretta, sempre distinta dal messaggio pubblicitario attraverso chiare indicazioni” e di non aver rispettato “la dignità delle persone malate”. A tal proposito chiaramente Panzironi disconosce che le motivazioni dell’ordine siano queste e scrive sul suo profilo Facebook il 09/7/2018 “Ebbene da queste accuse sono stato prosciolto. Ma l’ordine dei giornalisti mi ha ritenuto colpevole di aver attaccato la figura istituzionale dell’ordine (il consiglio direttivo e della commissione) chiedendo al popolo Life 120 di testimoniare a mio favore chiamando il centralino dell’ordine e mandando email alla presidente. Quindi la sospensione riguarda questa contestazione e non le accuse più infamanti.” Anche questa dichiarazione del Panzironi si immagina sia probabilmente manipolatoria in quanto la sua convocazione dall’ordine è avvenuta precedentemente alla sua richiesta fatta al “popolo life120” di mandare email all’ordine quindi, i motivi del richiamo erano ben altri.
Panzironi pubblicizza il suo metodo che sostiene, allungherebbe la vita addirittura sino a 120 anni, guarendo anche diverse malattie che la stessa trasmissione delle Iene ha contato sino a 25 (Alzheimer, Diabete, Morbo di Crohn, Stipsi, Psoriasi, Afte, Tumore, Alopecia ecc.). Elemento fondamentale di questa dieta è seguire le sue indicazioni sullo stile alimentare da adottare eliminando i carboidrati e mangiando proteine, tanta frutta ed utilizzando degli integratori.

Il suo tornaconto probabilmente è oltre alla vendita del suo libro che descrive il metodo “life 120” e le diete da seguire (venduto come da lui stesso dichiarato a 19,90 euro in circa 100.000 copie) è l’essere proprietario, insieme a suo fratello, dell’azienda che produce gli integratori che, utilizzando il metodo completo verrebbero a costare circa 250 euro mensili (fonte: Le Iene) per tutta la vita. Chiaramente Panzironi sostiene di aver creato l’azienda proprio per “esigenza” in quanto ancora questi prodotti fatti ad hoc non esistevano sul mercato. Gli integratori contengono, curcuma, zenzero, origano, cannella, chiodi di garofano e pepe nero e sembrano la chiave per vivere sino a 120 anni e guarire da varie malattie spesso anche incurabili.

Dispiace che si faccia leva sui problemi delle persone per arricchirsi anche se questa storia è vecchia.

Altro esempio palese di persuasione si ha nel gioco d’azzardo  che offre la possibilità di soddisfare il desiderio di arricchirsi senza sforzo. Esistono addirittura giochi in cui il messaggio manipolatorio è più specifico e mirato, si veda il gioco “vinci casa” dove si offre la possibilità di vincere una casa tanto desiderata e 200.000 euro, smuovendo uno dei bisogni primari che è quello di avere almeno un tetto sotto cui vivere.

Vanna Marchi fu celebre per lo sfruttamento della credulità popolare con le sue televendite.
Negli anni 80, venne condannata insieme alla figlia e a dei collaboratori, per truffa aggravata. Marchi sembra aver reiterato i reati grazie alla sua capacità comunicativa manipolativa passando dalla vendita di prodotti miracolosamente dimagranti, alla vendita di sale, edera ed altri oggetti contro il malocchio ed anche alla vendita di numeri del lotto personalizzati e vincenti.

Molti maghi, stregoni, “magiari”… offrono la soluzione a vari bisogni e problemi della gente in cambio di un tornaconto economico. Molti di loro pur di arricchirsi vendono illusioni e risoluzione ai problemi della gente comune, come malattie, povertà, amore, successo ecc..

Le persone, quindi, tendono ad accettare un’idea, una proposta, un’illusione con l’unico scopo di soddisfare le aspettative che loro stesse hanno creato. Altro ingrediente utile oltre ad offrire la soddisfazione dei nostri sogni, per riuscire a rendere creduloni è il fare in modo che la persona debba essere isolata dalle fonti di informazione più sana e quindi non ancora plagiata, come famigliari, medici nel caso delle malattie ecc… che altrimenti potrebbero dissuadere dal crederci.

Pertanto cerchiamo di essere attenti e non farci fregare.
Cerchiamo di stare almeno con un piede per terra e l’altro in aria al fine di continuare ad inseguire e perseguire i nostri sogni/bisogni leggendoli con uno sguardo fisso sul piano di realtà.

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