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Un documentario sul gioco d’azzardo, la sua attuale evoluzione in GAP (gioco d’azzardo patologico) e sulla sua cura.
Zeroper. Rimettersi in gioco.
Regia: Francesco Russo Montaggio: Valeria Fabris Fotografia: Tiziano Casanova Colonna sonora: Free Music Archive Produzione: Indimage Film, Animado Film Lingua Originale: Italiano Anno: 2013Durata: 52 minuti
Come lo stesso Psicoterapeuta Rolando De Luca riferisce nel documentario, una volta caduti vittime della dipendenza da gioco d’azzardo compulsivo è necessario intervenire con percorsi di psicoterapia di gruppo e individuale. Sono spesso i famigliari i primi a rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
E’ necessario informare ed essere informati tutti sui rischi (compulsioni) ai quali si incorre dedicandosi ai vari giochi d’azzardo che ormai sono presenti nella vita di tutti i giorni; in ogni dove e ogni quando, sia nel mondo reale che virtuale (on-line) è possibile imbattersi in: casinò, sale slot, poker, enalotto, super enalotto, 10&lotto, gratta e vinci, aste al centesimo e chi più ne ha più ne metta…
Il GAP ormai è una vera emergenza sociale che distrugge singoli e famiglie, in un gioco statale perverso fatto di strategie che invitano a “giocare con moderazione” adescando individui di qualsiasi fascia di età, tutto questo in un mondo dove ormai vedere anche bambini grattare biglietti “della fortuna” è culturalmente accettato.
Nelle stesse Note di Regia del documentario si legge: “Credo sia importante lanciare un messaggio positivo, far conoscere il più possibile non solo gli allarmanti dati sul fenomeno, ormai sotto gli occhi di tutti, ma anche gli spazi e i modi per contrastarlo.”
Nella Sinossi scritta dagli autori si legge: “Un volume d’affari tale da collocarlo al terzo posto dopo aziende come Eni e Fiat. Un business annuo sedici volte superiore a quello di Las Vegas. Leggi di mercato e istituzioni che ne hanno agevolato, invece che arginare, la diffusione indiscriminata. Questo è oggi il gioco d’azzardo in Italia.
Che fare, dunque, per controllare il numero sempre crescente di giocatori compulsivi? Come intervenire sulle nuove forme di dipendenza patologica che tocca oggi tassi epidemiologici? L’idea di questo documentario si sviluppa proprio intorno a queste domande, ma vuole anche raccontare la significativa esperienza di A.GIT.A., che dal 2000 a Campoformido (UD) opera nella prevenzione e nella cura del gioco d’azzardo patologico: questo lavoro è dedicato a quanti sono passati di lì.”
Rischio di disturbi psicopatologici per i pazienti affetti da MORBO di PARKINSON trattati con alti dosaggi di farmaci agonisti dopaminergici. S può assistere alla comparsa di disturbi che vanno dalla depressione alla compulsione.
Nel 1999 i farmaci contro il Parkinson entrarono in commercio, questa data rappresentò un cambiamento significativo nel trattamento di questa malattia, infatti l’attenzione si pose sugli effetti “miracolosi” che essi provocavano sui disturbi motori, ma allora i relativi bugiardini non riportavano tutti gli effetti collaterali che questi farmaci provocano. Fu proprio nel 2005 che grazie alle segnalazioni dei vari pazienti e gli approfondimenti scientifici che si conobbero e quindi introdussero nei bugiardini altri effetti collaterali di tipo psico-comportamentale.
Rischio di sindrome compulsiva da gioco d’azzardo (GAP) [Avanzi et al., 2006; Grosset et al., 2006; Voon et al., 2006; Weintraub et al., 2010], shopping compulsivo (Weintraub et al., 2010), dipendenza da internet, bulimia (Weintraub et al., 2010), atteggiamenti sessuali caratterizzati da ipersessualità (Cannas et al., 2007), aumento della libido (Weintraub et al., 2010), turbe dell’appetito, punding (comportamento stereotipato che caratterizzato dall’impulso di maneggiare, riordinare e catalogare senza apparente motivo oggetti come orologi, radioline, computer o altri piccoli strumenti meccanici, oppure ripulire oggetti, gioielli, allineare pietre o altre piccole cose comuni, collezionismo incontrollato)[Miyasaki et al., 2007], bisogno irrefrenabile di cantare, l’acatisia (stato psicofisico di discontrollo caratterizzato da tensione e irrequietezza psicomotoria che rende difficoltoso il mantenimento di una posizione di riposo),tendenza a fare scorte di farmaco e compromissione sociale fino ad arrivare a vere e proprie psicosi. Queste ossessioni presentano inoltre spesso conseguente alternanza di sindrome depressiva nelle “fasi off” del paziente, dato il senso di colpa e la consapevolezza di aver agito senza controllo le proprie compulsioni.
Sono questi i disturbi che ad oggi le ricerche sperimentali hanno confermato come conseguenza delle possibili alterazioni della funzione dopaminergica (DDS Dopaminergic Disregulation Syndrome) [Giovannoni et al., 2000; Pezzella et al., 2005] nei nuclei della base causate dalla neurodegenerazione legata alla malattia, oltre al fatto che sembra anche molto influente la precedente tendenza del soggetto a disturbi dell’umore, ansia, distimia ecc.
Dagli studi (Dooneif et al. 1992) è emerso che circa il 40 – 47% dei malati di Parkinson soffre di Depressione e spesso si tratta di distimia (forma di depressione lieve) o depressione maggiore (forma grave e persistente di depressione), più raramente di disturbo bipolare (alternanza di periodi di depressione con altri di esagerata eccitazione e mania) [Pavan, et al., 1999].
In base ai casi clinici studiati sono stati individuati i seguenti criteri diagnostici del DDS o sindrome della disregolazione dopaminergica: a) risposta alla levodopa; b) uso di dosi superiori a quelle necessarie; c) disfunzione sociale o occupazionale; d) presenza di disturbo ciclico dell’umore (fasi “off/on”); e) comparsa di sindrome di astinenza ai tentativi di sospensione delle ossessioni; f) durata di almeno sei mesi.
Spesso accade che il malato non viene sufficientemente informato su questi effetti collaterali e quindi si ritrova a fare i conti con gravi sensi di colpa per comportamenti che egli stesso giudica sbagliati ma che non sa controllare e nemmeno giustificare. Ne paga le spese anche la famiglia che dall’iniziale tendenza a soffrire in silenzio passa alla colpevolizzazione del malato. In virtù di quanto riportato appare evidente che in questi casi è necessario un intervento pluridisciplinare in cui quindi dovrebbero intervenire:
• Medico generico. Al fine di indirizzare i pazienti agli specialisti più indicati.
• Neurologo. Al fine di effettuare una buona diagnosi e ricerca.
• Psichiatra. Al fine di affinare la diagnosi, la ricerca, la cura e la somministrazione di farmaci.
• Psicologo, Psicoterapeuta. Al fine di favorire:
– il riconoscimento delle emozioni per meglio metterle in correlazione con i pensieri e comportamenti
– lo sviluppo di abilità di comunicazione e di problem solving
– la pianificazione e organizzazione di obiettivi personali
– l’uso di tecniche di Training, rilassamento corporeo e di respirazione
– la prevenzione dei disturbi compulsivi
– il supporto e alla psicoeducazione del sistema famiglia
-negli accompagnatori, operatori, migliori e più professionali modalità di gestione del paziente.
Bibliografia
• Avanzi M, Baratti M, Cabrini S, et al. Prevalence of pathological gambling in patients with Parkinson’s disease. Mov Disord 2006;21:2068-72.62
• Cannas A, Solla P, Floris G, et al.Othello syndrome in Parkinson’s disease without dementia. Neurologist 2009;15:34-6
• Cannas A, Solla P, Floris GL, et al. Aberrant sexual behaviours in Parkinson‘s disease during dopaminergic treatment. J Neurol 2007;254:110-2
• Dooneif G, Mirabello E, Bell K, et al. An estimate of the incidence of depression in idiopathic Parkinson’s disease. Arch Neurol. 1992;49:305–7.
• Giovannoni G, O’Sullivan JD, Turner K. Hedonistic homeostatic Dysregulation in patients with Parkinson’s disease on dopamine replacement therapies. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2000;68:423-8
• Grosset KA, Macphee G, Pal G, et al. Problematic gambling on dopamine agonists: not such a rarity. Mov Disord 2006;21:2206-8.
• Miyasaki JM, Al Hassan K, Lang AE, et al. Punding prevalence in Parkinson’s disease. Mov Disord 2007;22:1179-81.
• Pavan, L., Torta, R., Catalano, M., Novelli, E. & Colombo, G. (1999). Disturbi mentali in relazione ad altre malattie. In Cassano, G.B, Pancheri, P. (a cura di), Trattato Italiano di Psichiatria (seconda edizione). Milano: Masson.
• Pezzella FR, Colosimo C, Vanacore N, et al. Prevalence and clinical features of hedonistic homeostatic dysregulation in Parkinson’s disease. Mov Disord 2005;20:77-81. Rabey JM. Hallucinations and psychosis in Parkinson’s disease. Parkinsonism Relat Disord 2009;15:S105-10.
• Potenza MN, Voon V, Weintraub D. Drug insight: impulse control disorders and dopamine therapies in Parkinson’s disease. Nat Clin Pract Neurol 2007;3:664-72
• Voon V, Hassan K, Zurowski M, et al. Prevalence of repetitive and reward-seeking behaviours in Parkinson’s disease.Neurology 2006;67:1254-7
• Weintraub D, Koester J, Potenza MN, et al. Impulse control disorders in Parkinson disease: a cross-sectional study of 3090 patients. Arch Neurol 2010;67;589-95.
Permalink link a questo articolo: https://www.psicologo-taranto.com/2015/03/16/parkinson-psicopatologia/
L’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia propone e promuove dal 2012 il progetto ” OTTOBRE MESE DEL BENESSERE PSICOLOGICO IN PUGLIA “. Come lo stesso sito dell’ordine riporta: “Tale iniziativa risponde al bisogno di diffondere la cultura del benessere psicologico e promuovere la professionalità dello psicologo nella regione Puglia. La centralità del ruolo dello psicologo è indiscutibile se si fa riferimento al concetto di Salute, intesa come stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non alla semplice assenza di malattia”(OMS).”
A sostegno di questa iniziativa il dr Ettore Zinzi Psicologo Psicoterapeuta anche quest’anno nel mese di ottobre 2014 partecipa a questa iniziativaprima consulenza conoscitiva gratuita, per un eventuale avvio di una psicoterapia o percorso di crescita, consulenza, percorso di recupero dalla dipendenza da gioco ecc.
riceve previa prenotazione telefonica, chiamando al 3477604431
Possibilità di contatto tramite e-mail scrivendo a : ettorezinzi@msn.com
Svolge attività della libera professione a :
– Taranto (741231)—Via Campania,10
– Palagiano (74019)—Via Segni angolo Via Pertini
Il dr. Zinzi ha partecipato anche al mese (ottobre) del benessere psicologico 2013.
Prima consulenza conoscitiva gratuita, riceve previa prenotazione telefonica, chiamando al 3477604431
Possibilità di contatto tramite e-mail scrivendo a :
ettorezinzi@msn.com
Svolge attività della libera professione a :
– Taranto (741231)—Via Campania,10
– Palagiano (74019)—Via Segni angolo Via Pertini
Permalink link a questo articolo: https://www.psicologo-taranto.com/2014/09/24/ottobre-mese-del-benessere-psicologico-in-puglia/
In un periodo di grande disoccupazione, crisi finanziaria, mutui pluriennali ecc. chi non vorrebbe coronare il grande sogno di una vita (e più), quindi essere proprietari di una casa?
Ecco serviti:
Ora possiamo giocare con i nostri sogni!
Sisal lancia il nuovo gioco che ci permette di vincere la casa tanto desiderata il “VinciCasa”, a partire dal 9 luglio 2014, ogni settimana (tutti i mercoledì) alle ore 21 si sogna!
Si inizia a sognare pagando 5 euro e bisogna poi magicamente indovinare 5 numeri su 40, per vincere l’acquisto, assistito da addetti Sisal, di una casa del valore di 500.000 euro (con 4 numeri indovinati si vincono 2000 euro, con tre numeri 50 euro e, infine, con due numeri 10 euro). La probabilità di vincita al gioco VinciCasa è di 1 su 658.008, è davvero un sogno!!E’ un basso colpo inferto alla popolazione!
Ci viene offerta la possibilità di sognare anche da svegli e semplicemente con 5 euro!!!
Attenzione l’unico rischio è che, “sognando sognando”, potremmo finire i nostri risparmi prima di vincere; il gioco crea dipendenza ed è ideato proprio per spingere le persone a giocare più e più volte.
Il denaro, che ci sarebbe forse servito a coronare, da svegli e concretamente, i nostri sogni, potrebbe essere inutilmente sperperato a colpi di 5 euro.
Mentre la ludopatia è ormai un problema sociale, il governo, da un lato avvia programmi per la riabilitazione da questa dipendenza e dall’altro probabilmente ci specula favorendo la nascita di sempre nuovi e più irresistibili giochi a premio, assicurandosi grosse liquidità, magari anche solo erariali visto che i capitali sono forse incassati da società con aziende estere.
Oggi che ormai, sono palesi le probabilità di vincita e PERDITA ed anche i meccanismi che tendono a patologizzare i giocatori, il trucco matematico per vincere è alla portata di tutti.
Il sistema, per essere forse sicuri di “vincere” al 99% dei casi, ci è stato, da diverso tempo, suggerito da un genio. Albert Einstein, Ideatore della Teoria della Relatività, parlando di gioco con vincite in denaro disse: “Non puoi mai battere un tavolo da roulette, a meno che non rubi i soldi da questo”. Come Albert Einstein ha svelato, l’unico modo per vincere in questi giochi di fortuna è levare direttamente i soldi dal banco, quindi, ci sono due modi per vincere:
Rubare i soldi del banco, attenzione è illegale ed altamente sconsigliato, da non fare mai, in nessun caso;
Levare “i nostri” soldi dal banco, per fare questo basta non giocare, così noi “vinceremo” i soldi non giocati. Il “sistema” SMETTI E VINCI !! è il miglior modo per non sperperare soldi, sentirci indipendenti e non sentirci anestesizzati dal sistema delle vincite a premi che, spesso, cattura migliaia di persone lasciandole inermi di fronte alle avversità della vita, lasciandole speranzose di poterla cambiare guardando uno schermo, grattando dei biglietti, giocando numeri, pigiando bottoni ecc.
“SMETTI E VINCI” è infallibile! pur non giocando, avremo già vinto i nostri soldi non giocati, in questo modo si potrà avere la possibilità di metterli da parte e utilizzarli per la concreta realizzazione dei nostri sogni.
Dipendenza da slot machine, roulette, videopoker, gratta e vinci, corse dei cavalli, partite di calcio, videogiochi, enalotto, superenalotto …
Uno dei primi ludologi il sociologo Roger Caillois nel suo libro “Les Jeux et les Hommes: le masque et le vertige” (tradotto nell’edizione italiana col titolo “I Giochi e gli Uomini: La maschera e la vertigine” edito daBompiani, Milano, 1981) classifica e da il nome a quattro principali tipologie di gioco:
1)Agon, o giochi competitivi. Sport e giochi di abilità, oggi anche i videogame di gruppo, tennis, pallavolo, nuoto ecc…. Si tratta di tutti quei giochi in cui ci sono delle sfide che richiedono delle specifiche abilità da parte del giocatore.
oLa funzione di Agon è dimostrare che chi vince ha maggiori capacità, è il migliore.
2)Alea, o giochi di fortuna. Lotterie, gioco dei dadi, roulette, testa o croce ecc…. Giochi nei quali la possibilità di vittoria è completamente fuori dal controllo del giocatore ma legata al fato.
oLa funzione di Alea è di dare la speranza di cambiare il proprio destino.
3)Mimeisis, o giochi d’imitazione e simulazione. Mascherarsi, travestirsi, ecc… Tutti quei giochi in cui bisogna immedesimarsi in qualcosa o qualcuno. Roger Caillois inserisce in questa categoria il Teatro, oggi possiamo aggiungere il cinema la televisione, ecc…
oLa funzione di Mimeisis è di giocare a proprio modo, quindi con i propri tempi e ritmo e soprattutto dando sfogo alla creatività e immaginazione.
4)Ilinx, o giochi di vertigine. Montagne russe, il girare su se stessi (oggi le slot-machine, quindi i giochi d’azzardo), quindi tutti quei giochi in cui si prova una sensazione definita dall’autore “vertigine” che potremmo meglio definire adrenalina, rischio, e di perdita di controllo fine a se stessa.
oLa funzione di Ilinx è di offrire la possibilità di perdere il controllo, abbandonarsi del controllo razionale e vigile favorendo “lo spegnimento del pensiero” con una indefinibile forza emozionale.
Ai giochi di vertigine appartengono le:
“New addictions” o Nuove dipendenze. La LUDOPATIA. (uso compulsivo di slot machine, gratta e vinci, scommesse di partite e altro, 10 e l’otto ecc.)
L’oggetto della dipendenza non è una sostanza ma bensì un comportamento ormai accettato nella società “nei bar ormai è possibile giocare dalle piccole somme di denaro a più cospicue”, c’è un radicamento nell’ambiente, nella vita quotidiana e nella comunità. E’ possibile impegnare denaro ogni giorno ed a ogni ora. Ci si spinge a cercare nuovi punti di gioco oltre quelli già conosciuti, al di fuori dell’ambiente di lavoro e da dove si abita.
Lotto, superenalotto, gratta e vinci, bingo, slot, casinò, giochi on line da personal computer, e scommesse in genere fanno si che il gioco abbia anche un valore collettivo socializzante, come occasione di incontro e comunicazione sociale (Guglielmo Campione, A. Nettuno 2007).
Dal 1° gennaio 2013, tutti i gestori di sale da gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici, o anche di scommesse, hanno l’obbligo di esporre ben visibile materiale informativo sul gioco d’azzardo. Lo stabilisce il decreto-legge cosiddetto Balduzzi (D.L. n° 158 del 13.09.2012, art. 7, comma 5),convertito in legge l’8 novembre 2012. Vi è dunque l’obbligo, per i gestori di sale da gioco e di esercizi, in cui vi sia offerta di giochi pubblichi, ovvero di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e “non sportivi” a esporre, all’ingresso e all’interno dei locali, il materiale informativo diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco d’azzardo patologico (GAP).
Il GAP (gioco d’azzardo patologico) ha un andamento pervasivo sulla vita del soggetto, anche esso appartiene alla categoria delle dipendenza e quindi anche esso comporta delle caratteristiche tipiche con rispettive condotte comportamentali:
tolleranza (mostra un crescente bisogno nei confronti del gioco di azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo speso a giocare, la somma spesa nel tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche e trascurando i normali impegni della vita per dedicarsi al gioco. Aumento progressivo del gioco per ottenere lo stesso livello di eccitamento),
astinenza (sensazioni di nervosismo, ansia, agitazione se si tenta di smettere) e la discontrollo degli impulsi (presunta capacità di poter smettere , senza riuscirci realmente, impotenza ).
Spesso l’atteggiamento compulsivo al gioco è causato da un misto di stimoli interni ed esterni che danno il via ad una serie di processi comportamentali e di pensiero non gestiti bene a causa del discontrollo degli impulsi, ecco qui di seguito il diagramma presente a pagina 9 del manuale sul GAP a cura di Giovanni Serpelloni (Dipartimento Politiche Antidroga), diponibile on line dal febbraio 2013.
Personalmente agli stimoli esterni presenti nel diagramma aggiungo il Condizionamento con rinforzo casuale e la pubblicità i quali hanno grande influenza nello sviluppo della compulsione al gioco. Il condizionamento con rinforzo casuale e/o intermittente è dimostrato in laboratorio, infatti è possibile indurre comportamenti compulsivi in cavie da laboratorio le quali sono indotte a ripetere un comportamento (es. premere una leva) al fine di vincere un premio, il quale però è offerto in modo casuale (tanto da spingere la cavia a premere sempre la leva sperando che prima o poi cada il cibo). Ecco qui di seguito il diagramma modificato:
Diagnosi e Sintomi del Gioco d’Azzardo Patologico
Nella prima bozza dei nuovi criteri diagnostici del DSV-5 proposte dall’APA (American Psichiatric Association) le revisioni proposte includevano la creazione di una nuova categoria diagnostica per le “dipendenze comportamentali” nelle quali verrà inserito il “gambling”. Alcuni specialisti hanno richiesto l’inclusione, all’interno di questa categoria, anche della dipendenza da internet, ma ancora non esistono dati sufficienti per rendere ufficiale tale inserimento. Al contrario, però, questa diagnosi verrà inserita in appendice, con lo scopo di promuovere studi sull’argomento. Sin dal 1980 il comportamento compulsivo legato al gioco d’azzardo è stato considerato dall’Associazione degli Psichiatri Americani, una patologia e come tale è stata descritta nel DSM IV (Manuale Statistico e Diagnostico). Il gioco d’azzardo qualora venga diagnosticato come patologico, rientra nell’area dei Disturbi del Controllo degli Impulsi come risulta dal DSM-IV.
Secondo la classificazione del Manuale perché sia diagnosticata questa patologia, devono verificarsi entrambi i criteri A e B e, all’interno del criterio A, almeno 5 sottocriteri (di seguito indicati):
Criterio A.
Nel criterio A, il clinico deve riscontrare nel cliente un persistente e ricorrente comportamento di gioco d’azzardo mal-adattivo, come indicato da cinque (o più) dei seguenti criteri:
1. E’ eccessivamente assorbito dal gioco d’azzardo (per es., è eccessivamente assorbito nel rivivere esperienze passate di gioco d’azzardo, nel soppesare o programmare la successiva avventura, o nel pensare ai modi per procurarsi denaro con cui giocare);
2. Ha bisogno di giocare d’azzardo con quantità crescenti di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata;
3. Ha ripetutamente tentato senza successo di controllare, ridurre, o interrompere il gioco d’azzardo;
4. E’ irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo;
5. Gioca d’azzardo per sfuggire problemi o per alleviare un umore disforico (per es., sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione);
6. Dopo aver perso al gioco, spesso torna un altro giorno per giocare ancora (rincorrendo le proprie perdite);
7. Mente ai membri della famiglia, al terapeuta, o ad altri per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo;
8. Ha commesso azioni illegali come falsificazione, frode, furto, o appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo;
9. Ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d’azzardo;
10. Fa affidamento su altri per reperire il denaro per alleviare una situazione finanziaria disperata causata dal gioco d’azzardo.
Criterio B.
Nel criterio B, bisogna essere sicuri che non ci sia comorbidità con un Episodio Maniacale.
Custer nel 1982 ha descritto molto bene l’evoluzione patologica e quindi sintomatologica del gioco d’azzardo patologico in una successione di fasi:
FASE VINCENTE
–
gioco occasionale
–
vincite iniziali
–
gioco come rimedio (contro la depressione, l’ansia ecc.)
–
si prova piacere
FASE PERDENTE
–
gioco solitario
–
aumenta la quantità di denaro e tempo investiti
–
perdite prolungate
–
si pensa solo al gioco
–
si utilizzano coperture e menzogne
–
non si riesce a smettere di giocare
–
inseguimento delle perdite
–
sviluppo dei sintomi della dipendenza
–
si fanno debiti
FASE DI DISPERAZIONE
–
marcato aumento del tempo e denaro dedicati al gioco
–
isolamento sociale
–
panico
–
azioni illegali
–
arresti, divorzi
I l Ministero della Salute riporta che, il DDL 13/9/2012 n. 158 (art. 5), ha inserito la ludopatia nei livelli essenziali di assistenza (Lea), con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da questa patologia. Il trattamento della ludopatia viene scelto dal medico sulla base delle caratteristiche del paziente e può basarsi sulla psicoterapia, sulla terapia farmacologica e sul ricorso a gruppi di auto-aiuto (per esempio i Gamblers Anonymous-Scommettitori Anonimi).
La Psicoterapia
La condizione necessaria per l’avvio di un contratto terapeutico con il cliente è che esso abbia la volontà di intraprendere un cambiamento. Questa volontà consiste nel raggiungimento della consapevolezza dell’essere in difficoltà.
Nell’intraprendere una terapia non è utile che il “giocatore” sia costretto da un familiare. Infatti ogni tentativo di bloccare l’attività, o lo spiegarne la distruttività e insensatezza del giocare d’azzardo, in realtà incrementa l’attività del gioco a causa dell’aumento del senso di inadeguatezza non sentendosi compreso e quindi isolato, solo.
L’altro elemento importante che può spingere alla necessità di rivolgersi ad uno psicologo, è la perdita della libertà nel giocare, non è possibile fermarsi! Il gioco come necessità, qualcosa più forte di noi stessi. Non si è più liberi di giocare, si è “costretti a farlo”.
Secondo Blaszczynski e Silove (1995) ovviamente l’indicazione è di evitare gli stimoli al gioco (ad esempio bar o connettendosi a siti di scommesse anche “solo per guardare”…) e la frequentazione di altri giocatori, o compagni di gioco.
Silvana Mazzocchi (2005) sostiene con forza che la terapia di gruppo per i giocatori d’azzardo e per le loro famiglie rappresenta uno degli strumenti più adeguati per affrontare questo tipo di dipendenza, che è sempre più emergente nella nostra società.
Quasi sempre il giocatore compulsivo d’azzardo arriva al primo colloquio spaventato dall’emergenza perdite/spese/debiti, che bisogna subito affrontare con un piano di risanamento ragionato che lo responsabilizzi e non risponda alla logica del tutto subito. Si rende sempre necessario che il giocatore eviti di gestire grosse somme di denaro, è consigliato che esca di casa con lo stretto denaro necessario. Questo aiuta, nel momento di astinenza nel quale non avendo denaro a disposizione ci si controlla meglio, aumentando il senso di autoefficacia e facilitando il percorso psicoterapeutico.
La psicoterapia per essere efficace e durevole deve essere seguita per diversi mesi e con frequenza settimanale, “l’atteggiamento ossessivo compulsivo di dipendenza è secondario ad un malessere nascosto e più profondo”.
Le slot e il gioco in genere, diventano spesso un modo (autolesivo) per rifugiarsi dai problemi, luogo in cui potersi sentire liberi e vivi. Spesso è utile il risveglio di altre aree affettive del cliente aiutandolo a trovare nuovi stili comportamentali più adattivi per il “Ben-Essere”.
BIBLIOGRAFIA
APA (2000) Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, IV edizione text revision (DSM-IV-TR). Masson, Milano 2001
Blaszezynski A., Silove D.: Cognitive and behavioral therapies for pathological gambling. J Gambl stud 11:195-220, 1995.
Caillois Roger, “i giochi e gli uomini: La maschera e la vertigine”. Bompiani, 1981 Milano.
Croce M, (2001, a) Per una nuova teoria e funzione sociale del gioco d’azzardo, in G. Lavanco, Psicologia del gioco d’azzardo, McGraw-Hill, Milano
Croce M., (2001,b),Vizio, malattia, business? Storia dei paradigmi del gioco d’azzardo, in Croce M., Zerbetto R. Croce M., Zerbetto R., (a cura di), (2001), Il gioco & l’azzardo, Franco Angeli, Milano
Custer R. (1982), “An overview of compulsive gambling”, Caron P.A., Yolles S.F., Kieffen S.N. (a cura di), Addictive Disordes Update: alcoholism, drug abuse, gambling, New York, Human Science Press, pp. 107-124.
Custer R., Milt H. (1985), When luck runs out: help for compulsive gamblers and their families, New York, Warner Books.
Guglielmo Campione, A. Nettuno 2007, Il gruppo nelle dipendenze patologiche ,FrancoAngeli, 2007 (304 pagine)
Jon E. Grant, Marc N. Potenza, Il gioco d’azzardo patologico: Una guida clinica al trattamento Springer, 28/giu/2010 – 190 pagine
Lesieur HR, Blume SB, The South Oaks Gambling Screen (SOGS): a new instrument for the identification of pathological gamblers. Am J Psychiatry 1987; 144: 1184-1188
Rigliano, P. Croce, M. (2001). Giochi d’azzardo e tossicodipendenza in (a cura di Croce M, Zerbetto R.) Il gioco & l’azzardo, Franco Angeli, Milano
Silvana Mazzocchi, Mi Gioco la Vita, Dalai editore, 2005 (264 pagine).
Umberto Nizzoli, M. Pissacroia, Trattato completo degli abusi, Piccin, 2002 (1600 pagine)
Vecchi riferimenti, blog Ettore Zinzi http://ettorezinzi.wordpress.com
Decreto-legge cosiddetto Balduzzi (D.L. n° 158 del 13.09.2012, art. 7, comma 5),convertito in legge l’8 novembre 2012.
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Essere consapevoli ci aiuta a crescere. L’industria del gioco, sembra “tessere la sua ragnatela” di accordi e leggi proprio “per catturare sempre più giocatori” (circa 800mila). Essere dipendenti da gioco significa avere sempre il bisogno di giocare tanto da non riuscire a fare altro e quindi rimanere impigliati in questa “ragnatela”. Grazie all’era dell’informazione ormai tutti sappiamo che esistono vari modi per uscire da questa morsa, curarsi con una Psicoterapia rappresenta una valida alternativa alla dipendenza, un luogo dove non si gioca passivamente ma piuttosto ci si mette in gioco.
Possiamo conoscere i nostri mali anche dalla loro storia.
Un tempo esisteva la tombola, un gioco di origine popolare, spesso praticato nelle sale parrocchiali, nei centri di ritrovo per anziani, nei circoli….
Dal 1997 il business del “gioco d’azzardo di Stato” ha iniziato, grazie alla politica in genere e senza distinzione di partito, ad affermarsi fino a divenire, oggi, la terza industria italiana. Il gioco si colloca tra le prime cinque entità produttive italiane, dopo FIAT ed ENI.
Vediamo come è andata…
Inizialmente il gioco e le scommesse erano nelle mani dei gruppi criminali. Era possibile fare scommesse clandestine di ogni genere, poi vennero le prime macchinette che elargivano finti premi, quindi, quando si vinceva l’apparecchio emetteva dei tiket, essi dovevano poi essere convertiti in premi ma spesso si riscuotevano vincite in denaro. Negli anni novanta, anni di crisi e di “Mani Pulite”, l’economia aveva bisogno di una scossa e per combattere la criminalità organizzata che sino a quel momento aveva il monopoilio del gioco d’azzardo accadde che:
Nel 1997 grazie ad una riforma di Romano Prodi e Walter Veltroni nascono “i Giochi di Stato”: il Lotto, il Superenalotto, le Sale scommesse e le sale Bingo. Sembra che un assistente parlamentare del ministro Treu, essendo andato in Spagna e avendo visionato questo gioco (bingo) ha ritenuto opportuno importarlo in Italia, quindi lo stesso ministro insieme ad altri due suoi colleghi hanno creato delle leggi ad hoc.
Quindi la tombola morì, e sulle sue ceneri nacquero le sale Bingo.
Nel 1999 il governo D’Alema fece nascere le sale Bingo, la legge sui “giochi di stato” fu modificata assegnando ai comuni il potere di rilascio delle licenze.
Poi venne il Governo Berlusconi che:
Nel 2003 autorizzò le Slot machine;
Nel 2005 introdusse la terza giocata del Lotto e le scommesse Big Match e legiferando anche migliaia di concessioni e autorizzazioni;
Nel 2006 introdusse nuovi corner e punti gioco per le scommesse
Tornato il Governo Prodi si continua:
Nel 2008 sono resi legali anche i giochi on-line e giochi effettuati tramite digitale terrestre o sms; furono anche legalizzate nuove lotterie come “gratta e vinci” e giochi ad estrazione di numeri come “win for life …”.
E di nuovo il Governo Berlusconi:
Nel 2009 nel mondo delle slot machine si fanno strada le “Video Lottery” con la possibilità di vincere/giocare somme di denaro più grandi.
Con il Governo Monti:
Nel 8 novembre 2012 (con il decreto-legge cosiddetto Balduzzi, D.L. n° 158 del 13.09.2012, art. 7, comma 5, divenuto attivo nel 1° gennaio 2013), vengono riconosciuti i rischi correlati al gioco d’azzardo patologico (GAP) e quindi tutti i gestori di sale da gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici, o anche di scommesse, hanno l’obbligo di esporre ben visibile materiale informativo sul gioco d’azzardo.
E con il Governo Letta:
Nel 2013 con un decreto detto “salva Roma” si cerca di penalizzare i comuni che contrastano il gioco d’azzardo, diminuendo da parte dello stato i fondi ad essi destinati, in quanto diminuiscono le entrate dell’erario. Fortunatamente grazie ad attenti cittadini questo decreto viene abolito.
Attualmente non si conosce bene cosa accada nel “gioco dei potenti del gioco d’azzardo” ma la contraddizione palese tra politica che incentiva il mercato del gioco e invece cittadini a rischio di dipendenza crea un senso di disorientamento iniziale e successiva “immaginazione” di essere in un sistema malato.
Infatti vediamo che:
La ricerca ha stimato che in Italia il 3% del reddito delle famiglie più povere è speso in gioco, mentre 1% è speso da quelle benestanti, in questo modo aumenta la differenza tra ceti, a scapito dei meno abbienti. Nel 2011 il gioco ha incassato quasi 80 miliardi di euro (5% del Pil), di cui 61 miliardi ridistribuiti tra i giocatori, 8,7 allo Stato e 9,7 ai concessionari e gestori (2,1 miliardi in più rispetto al 2010). Nel 2012 invece si è saliti ad un incasso di 85 miliardi di euro. In questo circuito anche la stampa e le televisioni, ne giovano con la vendita di spazi pubblicitari completati dall’avvertimento, gioca ma “gioca con moderazione”. I concessionari e gestori sono costituiti da circa 10 lobby del gioco, autorizzate anche ad avere sedi estere ed anche in paradisi fiscali, incroci societari offshore, costituiti anche in modo da nasconderne il titolare. Qualcuna, da quanto si apprende (www.ilfattoquotidiano.it) vedi la Atlantis/BPlus di Francesco Corallo, presentano titolari imparentati con degli imputati per reati a stampo mafioso, o con mandato di cattura per associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e alla corruzione privata. La Corte dei Conti infligge ai 10 grandi gestori del gioco una multa di 2,5 miliardi per essersi “dimenticati” per anni di connettere le loro slot machine alla rete dei Monopoli di Stato, nel governo Letta invece si decide di condonare la multa, quindi li si obbliga a pagare solo il 25% della multa oppure solo il 20% se si paga subito, circa 2 miliardi di sconto. Di fatto come si apprende in un articolo di Alberto Vanucci (www.ilfattoquotidiano.it, 2013) deputati, ex-ministri e sottosegretari di tutte le minestre, “da Laboccetta a Scotti e a Fantozzi ma anche figli di…, assumono ruoli come presidenti o rappresentanti legali delle concessionarie del gioco d’azzardo”. E’ proprio dalle concessionarie dei Giochi d’azzardo che vengono donati ai politici un po’ di finanziamenti, con destinatari tracciabili. Lo stesso Enrico Letta, sembra a sua insaputa, aver beneficiato nel 2004 di 15 mila euro dal titolare dell’Hbg, Antonio Porsia, invece Lottomatica e Sisal sembrano aver riempito le casse della fondazione VeDrò, di cui Letta e sette ministri del suo governo ne fanno parte.
Secondo il Dossier “Azzardopoli 2.0” dell’Associazione Libera (04/12/2012), siamo in un paese dove si spendono circa 1.450 euro pro capite annui in gioco, neonati compresi. Circa 1890 euro pro capite annui considerando solo i maggiorenni. Si stimano 800mila persone dipendenti da gioco d’azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio. Da un lato ci sono i “giocatori”, sempre più penalizzati, addormentati nelle luccicanti ed accoglienti sale da gioco, sui loro divani con i loro “biglietti” in mano o pronti a grattare i loro sogni; dall’altro sembra che la politica faccia gli interessi dell’industria del gioco in cambio di interessanti somme di denaro. Non di poca importanza è anche considerare che esistono anche modi “meno legali” per penalizzare ulteriormente i giocatori, vedi la possibilità da parte dei fornitori delle slot di sapere in tempo reale quando un apparecchio “scaricherà” essendo pieno ecc…
Appare quindi chiaro che in Italia sia molto forte e marcata l’illusione di fare affidamento più sulla fortuna di vincere denaro che sulle proprie capacità e competenze. Da una attenta analisi è chiaro che questa illusione è molto dannosa tanto da creare sempre maggiore povertà.
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