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Documentario sul gap. ZER0PER. Rimettersi in gioco.

Un documentario sul gioco d’azzardo, la sua attuale evoluzione in GAP (gioco d’azzardo patologico) e sulla sua cura.

Zeroper. Rimettersi in gioco.

zeroper Regia: Francesco Russo
Montaggio: Valeria Fabris
Fotografia: Tiziano Casanova
Colonna sonora: Free Music Archive
Produzione: Indimage Film, Animado Film
Lingua Originale: Italiano
Anno: 2013 Durata: 52 minuti

Come lo stesso Psicoterapeuta Rolando De Luca riferisce nel documentario, una volta caduti vittime della dipendenza da gioco d’azzardo compulsivo è necessario intervenire con percorsi di psicoterapia di gruppo e individuale. Sono spesso i famigliari i primi a rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
E’ necessario informare ed essere informati tutti sui rischi (compulsioni) ai quali si incorre dedicandosi ai vari giochi d’azzardo che ormai sono presenti nella vita di tutti i giorni; in ogni dove e ogni quando, sia nel mondo reale che virtuale (on-line) è possibile imbattersi in: casinò, sale slot, poker, enalotto, super enalotto, 10&lotto, gratta e vinci, aste al centesimo e chi più ne ha più ne metta…

Il GAP ormai è una vera emergenza sociale che distrugge singoli e famiglie, in un gioco statale perverso fatto di strategie che invitano a “giocare con moderazione” adescando individui di qualsiasi fascia di età, tutto questo in un mondo dove ormai vedere anche bambini grattare biglietti “della fortuna” è culturalmente accettato.

Nelle stesse Note di Regia del documentario si legge:
“Credo sia importante lanciare un messaggio positivo, far conoscere il più possibile non solo gli allarmanti dati sul fenomeno, ormai sotto gli occhi di tutti, ma anche gli spazi e i modi per contrastarlo.”

Nella Sinossi scritta dagli autori si legge:
“Un volume d’affari tale da collocarlo al terzo posto dopo aziende come Eni e Fiat. Un business annuo sedici volte superiore a quello di Las Vegas. Leggi di mercato e istituzioni che ne hanno agevolato, invece che arginare, la diffusione indiscriminata. Questo è oggi il gioco d’azzardo in Italia.
Che fare, dunque, per controllare il numero sempre crescente di giocatori compulsivi? Come intervenire sulle nuove forme di dipendenza patologica che tocca oggi tassi epidemiologici? L’idea di questo documentario si sviluppa proprio intorno a queste domande, ma vuole anche raccontare la significativa esperienza di A.GIT.A., che dal 2000 a Campoformido (UD) opera nella prevenzione e nella cura del gioco d’azzardo patologico: questo lavoro è dedicato a quanti sono passati di lì.”

Continuiamo ad informare e informarci !!! SMETTI E VINCI!!!SMETTI E VINCI GAP dipendenze da gioco dr Ettore Zinzi gioco d'azzGUARDA il DOCUMENTARIO 
ZEROPER – rimettersi in gioco (Official trailer) from ANIMADO FILM on Vimeo.

 

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Rischio di disturbi psicopatologici per i pazienti affetti da MORBO di PARKINSON trattati con alti dosaggi di farmaci agonisti dopaminergici. S può assistere alla comparsa di disturbi che vanno dalla depressione alla compulsione.

parkinson-e-compulsioni-gap-zinzi Rischio di disturbi psicopatologici per i pazienti affetti da MORBO di PARKINSON trattati con alti dosaggi di farmaci agonisti dopaminergici. S può assistere alla comparsa di disturbi che vanno dalla depressione alla compulsione.

Nel 1999 i farmaci contro il Parkinson entrarono in commercio, questa data rappresentò un cambiamento significativo nel trattamento di questa malattia, infatti l’attenzione si pose sugli effetti “miracolosi” che essi provocavano sui disturbi motori, ma allora i relativi bugiardini non riportavano tutti gli effetti collaterali che questi farmaci provocano. Fu proprio nel 2005 che grazie alle segnalazioni dei vari pazienti e gli approfondimenti scientifici che si conobbero e quindi introdussero nei bugiardini altri effetti collaterali di tipo psico-comportamentale.
Rischio di sindrome compulsiva da gioco d’azzardo (GAP) [Avanzi et al., 2006; Grosset et al., 2006; Voon et al., 2006; Weintraub et al., 2010], shopping compulsivo (Weintraub et al., 2010), dipendenza da internet, bulimia (Weintraub et al., 2010), atteggiamenti sessuali caratterizzati da ipersessualità (Cannas et al., 2007), aumento della libido (Weintraub et al., 2010), turbe dell’appetito, punding (comportamento stereotipato che caratterizzato dall’impulso di maneggiare, riordinare e catalogare senza apparente motivo oggetti come orologi, radioline, computer o altri piccoli strumenti meccanici, oppure ripulire oggetti, gioielli, allineare pietre o altre piccole cose comuni, collezionismo incontrollato)[Miyasaki et al., 2007], bisogno irrefrenabile di cantare, l’acatisia (stato psicofisico di discontrollo caratterizzato da tensione e irrequietezza psicomotoria che rende difficoltoso il mantenimento di una posizione di riposo),tendenza a fare scorte di farmaco e compromissione sociale fino ad arrivare a vere e proprie psicosi. Queste ossessioni presentano inoltre spesso conseguente alternanza di sindrome depressiva nelle “fasi off” del paziente, dato il senso di colpa e la consapevolezza di aver agito senza controllo le proprie compulsioni.
Sono questi i disturbi che ad oggi le ricerche sperimentali hanno confermato come conseguenza delle possibili alterazioni della funzione dopaminergica (DDS Dopaminergic Disregulation Syndrome) [Giovannoni et al., 2000; Pezzella et al., 2005] nei nuclei della base causate dalla neurodegenerazione legata alla malattia, oltre al fatto che sembra anche molto influente la precedente tendenza del soggetto a disturbi dell’umore, ansia, distimia ecc.
Dagli studi (Dooneif et al. 1992) è emerso che circa il 40 – 47% dei malati di Parkinson soffre di Depressione e spesso si tratta di distimia (forma di depressione lieve) o depressione maggiore (forma grave e persistente di depressione), più raramente di disturbo bipolare (alternanza di periodi di depressione con altri di esagerata eccitazione e mania) [Pavan, et al., 1999].

In base ai casi clinici studiati sono stati individuati i seguenti criteri diagnostici del DDS o sindrome della disregolazione dopaminergica:
a) risposta alla levodopa;
b) uso di dosi superiori a quelle necessarie;
c) disfunzione sociale o occupazionale;
d) presenza di disturbo ciclico dell’umore (fasi “off/on”);
e) comparsa di sindrome di astinenza ai tentativi di sospensione delle ossessioni;
f) durata di almeno sei mesi.

Spesso accade che il malato non viene sufficientemente informato su questi effetti collaterali e quindi si ritrova a fare i conti con gravi sensi di colpa per comportamenti che egli stesso giudica sbagliati ma che non sa controllare e nemmeno giustificare. Ne paga le spese anche la famiglia che dall’iniziale tendenza a soffrire in silenzio passa alla colpevolizzazione del malato. In virtù di quanto riportato appare evidente che in questi casi è necessario un intervento pluridisciplinare in cui quindi dovrebbero intervenire:

Medico generico. Al fine di indirizzare i pazienti agli specialisti più indicati.
Neurologo. Al fine di effettuare una buona diagnosi e ricerca.
Psichiatra. Al fine di affinare la diagnosi, la ricerca, la cura e la somministrazione di farmaci.
Psicologo, Psicoterapeuta. Al fine di favorire:

 – il riconoscimento delle emozioni per meglio metterle in correlazione con i pensieri e comportamenti
– lo sviluppo di abilità di comunicazione e di problem solving
– la pianificazione e organizzazione di obiettivi personali
– l’uso di tecniche di Training, rilassamento corporeo e di respirazione
– la prevenzione dei disturbi compulsivi
– il supporto e alla psicoeducazione del sistema famiglia
-negli accompagnatori, operatori, migliori e più professionali modalità di gestione del paziente.

Bibliografia
• Avanzi M, Baratti M, Cabrini S, et al. Prevalence of pathological gambling in patients with Parkinson’s disease. Mov Disord 2006;21:2068-72.62
• Cannas A, Solla P, Floris G, et al.Othello syndrome in Parkinson’s disease without dementia. Neurologist 2009;15:34-6
• Cannas A, Solla P, Floris GL, et al. Aberrant sexual behaviours in Parkinson‘s disease during dopaminergic treatment. J Neurol 2007;254:110-2
• Dooneif G, Mirabello E, Bell K, et al. An estimate of the incidence of depression in idiopathic Parkinson’s disease. Arch Neurol. 1992;49:305–7.
• Giovannoni G, O’Sullivan JD, Turner K. Hedonistic homeostatic Dysregulation in patients with Parkinson’s disease on dopamine replacement therapies. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2000;68:423-8
• Grosset KA, Macphee G, Pal G, et al. Problematic gambling on dopamine agonists: not such a rarity. Mov Disord 2006;21:2206-8.
• Miyasaki JM, Al Hassan K, Lang AE, et al. Punding prevalence in Parkinson’s disease. Mov Disord 2007;22:1179-81.
• Pavan, L., Torta, R., Catalano, M., Novelli, E. & Colombo, G. (1999). Disturbi mentali in relazione ad altre malattie. In Cassano, G.B, Pancheri, P. (a cura di), Trattato Italiano di Psichiatria (seconda edizione). Milano: Masson.
• Pezzella FR, Colosimo C, Vanacore N, et al. Prevalence and clinical features of hedonistic homeostatic dysregulation in Parkinson’s disease. Mov Disord 2005;20:77-81. Rabey JM. Hallucinations and psychosis in Parkinson’s disease. Parkinsonism Relat Disord 2009;15:S105-10.
• Potenza MN, Voon V, Weintraub D. Drug insight: impulse control disorders and dopamine therapies in Parkinson’s disease. Nat Clin Pract Neurol 2007;3:664-72
• Voon V, Hassan K, Zurowski M, et al. Prevalence of repetitive and reward-seeking behaviours in Parkinson’s disease.Neurology 2006;67:1254-7
• Weintraub D, Koester J, Potenza MN, et al. Impulse control disorders in Parkinson disease: a cross-sectional study of 3090 patients. Arch Neurol 2010;67;589-95.

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storia del “GIOCO D’AZZARDO” in Italia

26/12/2013

Conoscere i propri mali dalla loro storia. Quello che tutti (ancor di più i giocatori) dovrebbero sapere sulla storia del “GIOCO DI STATO” in Italia.

slotmachine ettore zinzi dipendenze -www.psicologo-taranto.com

Essere consapevoli ci aiuta a crescere. L’industria del gioco, sembra “tessere la sua ragnatela” di accordi e leggi proprio “per catturare sempre più giocatori” (circa 800mila). Essere dipendenti da gioco significa avere sempre il bisogno di giocare tanto da non riuscire a fare altro e quindi rimanere impigliati in questa “ragnatela”. Grazie all’era dell’informazione ormai tutti sappiamo che esistono vari modi per uscire da questa morsa, curarsi con una Psicoterapia rappresenta una valida alternativa alla dipendenza, un luogo dove non si gioca passivamente ma piuttosto ci si mette in gioco.

Possiamo conoscere i nostri mali anche dalla loro storia.

Un tempo esisteva la tombola, un gioco di origine popolare, spesso praticato nelle sale parrocchiali, nei centri di ritrovo per anziani, nei circoli….

Dal 1997 il business del “gioco d’azzardo di Stato” ha iniziato, grazie alla politica in genere e senza distinzione di partito, ad affermarsi fino a divenire, oggi, la terza industria italiana. Il gioco si colloca tra le prime cinque entità produttive italiane, dopo FIAT ed ENI.

Vediamo come è andata…

Inizialmente il gioco e le scommesse erano nelle mani dei gruppi criminali. Era possibile fare scommesse clandestine di ogni genere, poi vennero le prime macchinette che elargivano finti premi, quindi, quando si vinceva l’apparecchio emetteva dei tiket, essi dovevano poi essere convertiti in premi ma spesso si riscuotevano vincite in denaro. Negli anni novanta, anni di crisi e di “Mani Pulite”, l’economia aveva bisogno di una scossa e per combattere la criminalità organizzata che sino a quel momento aveva il monopoilio del gioco d’azzardo accadde che:

  • Nel 1997 grazie ad una riforma di Romano Prodi e Walter Veltroni nascono “i Giochi di Stato”: il Lotto, il Superenalotto, le Sale scommesse e le sale Bingo. Sembra che un assistente parlamentare del ministro Treu, essendo andato in Spagna e avendo visionato questo gioco (bingo) ha ritenuto opportuno importarlo in Italia, quindi lo stesso ministro insieme ad altri due suoi colleghi hanno creato delle leggi ad hoc.
Quindi la tombola morì, e sulle sue ceneri nacquero le sale Bingo.
  • Nel 1999 il governo D’Alema fece nascere le sale Bingo, la legge sui “giochi di stato” fu modificata assegnando ai comuni il potere di rilascio delle licenze.
Poi venne il Governo Berlusconi che:
  • Nel 2003 autorizzò le Slot machine;
  • Nel 2005 introdusse la terza giocata del Lotto e le scommesse Big Match e legiferando anche migliaia di concessioni e autorizzazioni;
  • Nel 2006 introdusse nuovi corner e punti gioco per le scommesse
Tornato il Governo Prodi si continua:
  • Nel 2008 sono resi legali anche i giochi on-line e giochi effettuati tramite digitale terrestre o sms; furono anche legalizzate nuove lotterie come “gratta e vinci” e giochi ad estrazione di numeri come “win for life …”.
E di nuovo il Governo Berlusconi:
  • Nel 2009 nel mondo delle slot machine si fanno strada le “Video Lottery” con la possibilità di vincere/giocare somme di denaro più grandi.
Con il Governo Monti:
  • Nel 8 novembre 2012 (con il decreto-legge cosiddetto Balduzzi, D.L. n° 158 del 13.09.2012, art. 7, comma 5, divenuto attivo nel 1° gennaio 2013), vengono riconosciuti i rischi correlati al gioco d’azzardo patologico (GAP) e quindi tutti i gestori di sale da gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi pubblici, o anche di scommesse, hanno l’obbligo di esporre ben visibile materiale informativo sul gioco d’azzardo.
E con il Governo Letta:
  • Nel 2013 con un decreto detto “salva Roma” si cerca di penalizzare i comuni che contrastano il gioco d’azzardo, diminuendo da parte dello stato i fondi ad essi destinati, in quanto diminuiscono le entrate dell’erario. Fortunatamente grazie ad attenti cittadini questo decreto viene abolito.

Attualmente non si conosce bene cosa accada nel “gioco dei potenti del gioco d’azzardo” ma la contraddizione palese tra politica che incentiva il mercato del gioco e invece cittadini a rischio di dipendenza crea un senso di disorientamento iniziale e successiva “immaginazione” di essere in un sistema malato.

Infatti vediamo che:

La ricerca ha stimato che in Italia il 3% del reddito delle famiglie più povere è speso in gioco, mentre 1% è speso da quelle benestanti, in questo modo aumenta la differenza tra ceti, a scapito dei meno abbienti. Nel 2011 il gioco ha incassato quasi 80 miliardi di euro (5% del Pil), di cui 61 miliardi ridistribuiti tra i giocatori, 8,7 allo Stato e 9,7 ai concessionari e gestori (2,1 miliardi in più rispetto al 2010). Nel 2012 invece si è saliti ad un incasso di 85 miliardi di euro. In questo circuito anche la stampa e le televisioni, ne giovano con la vendita di spazi pubblicitari completati dall’avvertimento, gioca ma “gioca con moderazione”. I concessionari e gestori sono costituiti da circa 10 lobby del gioco, autorizzate anche ad avere sedi estere ed anche in paradisi fiscali, incroci societari offshore, costituiti anche in modo da nasconderne il titolare. Qualcuna, da quanto si apprende (www.ilfattoquotidiano.it) vedi la Atlantis/BPlus di Francesco Corallo, presentano titolari imparentati con degli imputati per reati a stampo mafioso, o con mandato di cattura per associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e alla corruzione privata.  La Corte dei Conti infligge ai 10 grandi gestori del gioco una multa di 2,5 miliardi per essersi “dimenticati” per anni di connettere le loro slot machine alla rete dei Monopoli di Stato, nel governo Letta invece si decide di condonare la multa, quindi li si obbliga a pagare solo il 25% della multa oppure solo il 20% se si paga subito, circa 2 miliardi di sconto. Di fatto come si apprende in un articolo di Alberto Vanucci (www.ilfattoquotidiano.it, 2013) deputati, ex-ministri e sottosegretari di tutte le minestre, “da Laboccetta a Scotti e a Fantozzi  ma anche figli di…, assumono ruoli come presidenti o rappresentanti legali delle concessionarie del gioco d’azzardo”. E’ proprio dalle concessionarie dei Giochi d’azzardo che vengono donati ai politici un po’ di finanziamenti, con destinatari tracciabili. Lo stesso Enrico Letta, sembra a sua insaputa, aver beneficiato nel 2004 di 15 mila euro dal titolare dell’Hbg, Antonio Porsia, invece Lottomatica e Sisal sembrano aver riempito le casse della fondazione VeDrò, di cui Letta e sette ministri del suo governo ne fanno parte.

Secondo il Dossier “Azzardopoli 2.0” dell’Associazione Libera (04/12/2012), siamo in un paese dove si spendono circa 1.450 euro pro capite annui in gioco, neonati compresi. Circa 1890 euro pro capite annui considerando solo i maggiorenni. Si stimano 800mila persone dipendenti da gioco d’azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio. Da un lato ci sono i “giocatori”, sempre più penalizzati, addormentati nelle luccicanti ed accoglienti sale da gioco, sui loro divani con i loro “biglietti” in mano o pronti a grattare i loro sogni; dall’altro sembra che la politica faccia gli interessi dell’industria del gioco in cambio di interessanti somme di denaro. Non di poca importanza è anche considerare che esistono anche modi “meno legali” per penalizzare ulteriormente i giocatori, vedi la possibilità da parte dei fornitori delle slot di sapere in tempo reale quando un apparecchio “scaricherà” essendo pieno ecc…

Appare quindi chiaro che in Italia sia molto forte e marcata l’illusione di fare affidamento più sulla fortuna di vincere denaro che sulle proprie capacità e competenze. Da una attenta analisi è chiaro che questa illusione è molto dannosa tanto da creare sempre maggiore povertà.

 

Sitografia

http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7475

http://www.businessinside.org/gioco-dazzardo-il-business-che-non-conosce-crisi/

http://www.lettera43.it/politica/camera-la-lobby-politica-che-appoggia-le-slot-machine_4367596288.htm

http://demata.wordpress.com/2013/12/20/gioco-dazzardo-in-italia-tutta-la-storia/

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/22/gioco-dazzardo-se-e-dobbligo-prima-puntata/823049/

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/24/se-lazzardo-e-dobbligo-seconda-puntata/823260/

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slotmachine ettore zinzi dipendenze -www.psicologo-taranto.com

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