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Rischio di disturbi psicopatologici per i pazienti affetti da MORBO di PARKINSON trattati con alti dosaggi di farmaci agonisti dopaminergici. S può assistere alla comparsa di disturbi che vanno dalla depressione alla compulsione.

parkinson-e-compulsioni-gap-zinzi Rischio di disturbi psicopatologici per i pazienti affetti da MORBO di PARKINSON trattati con alti dosaggi di farmaci agonisti dopaminergici. S può assistere alla comparsa di disturbi che vanno dalla depressione alla compulsione.

Nel 1999 i farmaci contro il Parkinson entrarono in commercio, questa data rappresentò un cambiamento significativo nel trattamento di questa malattia, infatti l’attenzione si pose sugli effetti “miracolosi” che essi provocavano sui disturbi motori, ma allora i relativi bugiardini non riportavano tutti gli effetti collaterali che questi farmaci provocano. Fu proprio nel 2005 che grazie alle segnalazioni dei vari pazienti e gli approfondimenti scientifici che si conobbero e quindi introdussero nei bugiardini altri effetti collaterali di tipo psico-comportamentale.
Rischio di sindrome compulsiva da gioco d’azzardo (GAP) [Avanzi et al., 2006; Grosset et al., 2006; Voon et al., 2006; Weintraub et al., 2010], shopping compulsivo (Weintraub et al., 2010), dipendenza da internet, bulimia (Weintraub et al., 2010), atteggiamenti sessuali caratterizzati da ipersessualità (Cannas et al., 2007), aumento della libido (Weintraub et al., 2010), turbe dell’appetito, punding (comportamento stereotipato che caratterizzato dall’impulso di maneggiare, riordinare e catalogare senza apparente motivo oggetti come orologi, radioline, computer o altri piccoli strumenti meccanici, oppure ripulire oggetti, gioielli, allineare pietre o altre piccole cose comuni, collezionismo incontrollato)[Miyasaki et al., 2007], bisogno irrefrenabile di cantare, l’acatisia (stato psicofisico di discontrollo caratterizzato da tensione e irrequietezza psicomotoria che rende difficoltoso il mantenimento di una posizione di riposo),tendenza a fare scorte di farmaco e compromissione sociale fino ad arrivare a vere e proprie psicosi. Queste ossessioni presentano inoltre spesso conseguente alternanza di sindrome depressiva nelle “fasi off” del paziente, dato il senso di colpa e la consapevolezza di aver agito senza controllo le proprie compulsioni.
Sono questi i disturbi che ad oggi le ricerche sperimentali hanno confermato come conseguenza delle possibili alterazioni della funzione dopaminergica (DDS Dopaminergic Disregulation Syndrome) [Giovannoni et al., 2000; Pezzella et al., 2005] nei nuclei della base causate dalla neurodegenerazione legata alla malattia, oltre al fatto che sembra anche molto influente la precedente tendenza del soggetto a disturbi dell’umore, ansia, distimia ecc.
Dagli studi (Dooneif et al. 1992) è emerso che circa il 40 – 47% dei malati di Parkinson soffre di Depressione e spesso si tratta di distimia (forma di depressione lieve) o depressione maggiore (forma grave e persistente di depressione), più raramente di disturbo bipolare (alternanza di periodi di depressione con altri di esagerata eccitazione e mania) [Pavan, et al., 1999].

In base ai casi clinici studiati sono stati individuati i seguenti criteri diagnostici del DDS o sindrome della disregolazione dopaminergica:
a) risposta alla levodopa;
b) uso di dosi superiori a quelle necessarie;
c) disfunzione sociale o occupazionale;
d) presenza di disturbo ciclico dell’umore (fasi “off/on”);
e) comparsa di sindrome di astinenza ai tentativi di sospensione delle ossessioni;
f) durata di almeno sei mesi.

Spesso accade che il malato non viene sufficientemente informato su questi effetti collaterali e quindi si ritrova a fare i conti con gravi sensi di colpa per comportamenti che egli stesso giudica sbagliati ma che non sa controllare e nemmeno giustificare. Ne paga le spese anche la famiglia che dall’iniziale tendenza a soffrire in silenzio passa alla colpevolizzazione del malato. In virtù di quanto riportato appare evidente che in questi casi è necessario un intervento pluridisciplinare in cui quindi dovrebbero intervenire:

Medico generico. Al fine di indirizzare i pazienti agli specialisti più indicati.
Neurologo. Al fine di effettuare una buona diagnosi e ricerca.
Psichiatra. Al fine di affinare la diagnosi, la ricerca, la cura e la somministrazione di farmaci.
Psicologo, Psicoterapeuta. Al fine di favorire:

 – il riconoscimento delle emozioni per meglio metterle in correlazione con i pensieri e comportamenti
– lo sviluppo di abilità di comunicazione e di problem solving
– la pianificazione e organizzazione di obiettivi personali
– l’uso di tecniche di Training, rilassamento corporeo e di respirazione
– la prevenzione dei disturbi compulsivi
– il supporto e alla psicoeducazione del sistema famiglia
-negli accompagnatori, operatori, migliori e più professionali modalità di gestione del paziente.

Bibliografia
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Internet Addiction Disorder (dipendenze da internet)

psicologo taranto web-addiction-dipendenza-da-internet-gameaddictino-zinzi ettore 2013jpgInternet Addiction Disorder (dipendenze da internet)

E’ ormai condiviso che la tecnologia ed in particolar modo Internet ormai occupa un ruolo fondamentale all’interno della nostra società. Così come il mondo della rete si è evoluto, allo stesso modo questo media ha iniziato a coinvolgere l’individuo in tutta la sua essenza. C’è sempre più certezza ormai nell’affermare che le patologie sociali stanno cominciando ad affacciarsi nel cyberspazio, come per esempio la “dipendenza tecnologica” (net addiction, gioco d’azzardo patologico, cibersex addiction, in generale Internet Addiction Disorder in italiano dipendenze da internet ) . Essa è definita operativamente come appartenente alle  dipendenze non chimiche (comportamentali), che comportano interazione tra uomo e macchina. Le dipendenze tecnologiche possono essere sia passive (televisione), che attive (videogiochi), ed in genere hanno la proprietà di induzione e rinforzo, che possono contribuire e favorire tendenze alla dipendenza (Talli, Del Miglio, Cantelmi, D.andrea; 2000).

L’evoluzione cronologica di questo pensiero è comprensibile attraverso i vari studi e teorie dei diversi autori i quali in ordine temporale sono:

Scarica l’ebook “LE CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE DEL CYBERSPAZIO. Le implicazioni e applicazioni della rete in psicologia”ISBN: 9786050340723
Editore: Narcissus Self Publishing
Data di pubblicazione:  2003

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Trance dissociativa da videoterminale

cyber-brain dr Ettore zinzi psicologo psicoterapeuta taranto palagiano PNGAttraverso l’interazione sociale virtuale, Internet e i suoi strumenti consentono la costruzione di nuovi sè (molto simili o molto lontani dal proprio sè reale). «Permettono, osserva Caretti (2000) la creazione di identità, talmente fluide e multiple, da trasformare i limiti del concetto stesso di identità». Nondimeno, obietta la Turkle (1997) “è possibile che la cultura del virtuale si riveli un fattore positivo: aiuta a realizzare un’identità multipla, integrata e consolidata, la cui condizione di benessere proviene dalla possibilità dell’lo degli utenti di accedere ed elaborare i propri molti sé».

A fronte di tali considerazioni, la novità e la complessità della Rete impongono che si analizzino a fondo i possibili rischi e conseguenze negative. E’ necessario anzitutto chiarire che cosa siano i disturbi da trance dissociativa.

Caratteristica fondamentale di questi disturbi è la sconnessione delle funzioni -di norma integrate- della coscienza, della memoria, dell’identità e della percezione dell’ambiente :

  • · Durante la trance si rileva un’ alterazione dello stato di coscienza simile al sonno, ma con caratteristiche elettroencefaliche non dissimili da quelle dello stato di veglia.
  • · L ‘individuo perde consapevolezza della realtà fino al ritorno alla condizione normale accompagnata da amnesia.

Lo stato di trance può riscontrarsi nella suggestione ipnotica, nella sintomatologia dell’isteria, in alcune forme di epilessia, o in stati di eccitazione che possono investire interi gruppi impegnati in rituali magico-religiosi. Per gli antropologi lo stato di trance è anche un’ esperienza di passaggio e di trasformazione -come indica l’ etimologia latina “transitus”-. E’ un’esperienza scandita da una fase di crisi, trascendimento e ripresa di sè, a cui corrispondono motivi e significati diversi, a seconda del contesto culturale, ma tutti volti a determinare il passaggio da uno stato di disordine individuale o collettivo a uno stato di ordine, dove nel disordine emergono la malattia fisica e lo stato di squilibrio psichico e nell’ordine la guarigione e la creazione di un nuovo equilibrio (dizionario Utet; 1992).

La nozione di possessione, che è intimamente legata alla fenomenologia di trance (in questo caso “trance di possessione”), assume significati diversi a seconda del contesto d’uso. Nelle società occidentali, di cultura giudaico-cristiana, quando si incontra questo termine si pensa immediatamente alla possessione demoniaca a cui si connette l’esorcismo. Al di fuori della tradizione giudaico-cristiana, al contrario, si intende per possessione una pratica rituale che trova suo compimento in cerimonie, nel corso delle quali gli adepti -in trance- incarnano volontariamente esseri sovrannaturali, invitati a manifestarsi (Levy; 1992).

La manifestazione essenziale del Disturbo da Trance Dissociativa ,così come viene proposto nel  DSM-IV (Appendice B “criteri ed assi di ulteriori studi”) è uno stato involontario di trance che non è previsto dalla cultura della persona come parte normale di una pratica culturale o religiosa, e causa disagio clinicamente significativo oppure menomazione funzionale. Attualmente non si correla il disturbo da trance dissociativa con la patologia conseguente alla dipendenza da Internet o dai videogame, tuttavia la sua configurazione induce a considerare nosologici i disturbi della coscienza indotti dalle nuove applicazioni della telematica. La trance dissociativa da videoterminale è infatti uno stato involontario di trance imputabile alla dipendenza patologica dal computer e dalle realtà virtuali. E’ caratterizzata da:

  1.  alterazione temporanea e marcata dello stato di coscienza;
  2.  depersonalizzazione;
  3.  perdita del senso abituale dell’identità personale, rimpiazzata o no da un’identità alternativa che influenza e dissolve quella abituale

Dal punto di vista psicodinamico devono essere considerati tre livelli evolutivi alla base della trance dissociativa da videoterminale: 1)la dipendenza, 2)la regressione, 3)la dissociazione (vedi schema l).

1)—Gli aspetti psicodinamici della dipendenza implicano:

  • un ipercoinvolgimento di tipo ritualistico con il computer e le sue applicazioni;
  • una relazione di tipo ossessivo-compulsivo[1] con le esperienze e le realtà virtuali;
  • una tendenza a” sognare a occhi aperti ” come modalità prevalente sull’azione nei rapporti reali;
  • una vergogna conscia o inconscia come tratto peculiare di debolezza dell’Io;
  • tendenze fobiche nei confronti della vita sociale.

2)—Gli aspetti psicodinamici della regressione implicano:

  • una tendenza a costruire relazioni immaginarie compensatorie dell’impoverimento delle relazioni oggettuali;
  • il ritiro autistico;
  • la fantasia autistica come modalità difensiva predominante dell’Io.

3)—Gli aspetti psicodinamici della dissociazione implicano:

  • la labilità dei confini dell’Io;
  • la dispersione del sè;
  • la diffusione dell’identità con la conseguenza della depersonalizzazione, cioè del distacco e dell’ estraniamento da se stessi fino alla perdita del contatto vitale con la realtà.

Schema 1.Tre livelli evolutivi della trance dissociativa da videoterminale

Dipendenza Regressione Dissociazione
Ipercoinvolgimento di tipo ritualistico con il computer e le sue applicazioni; Tendenza a costruire relazioni immaginarie compensatorie dell’impoverimento delle relazioni oggettuali; Labilità dei confini dell’Io;
Relazione di tipo ossessivo-compulsivo con le esperienze .e le realtà virtuali;[2] Ritiro autistico; Dispersione del se;
Tendenza a” sognare a occhi aperti ” come modalità prevalente sull’ azione nei rapporti reali; Fantasia autistica come modalità difensiva predominante dell’Io. Diffusione dell’identità con la conseguenza della depersonalizzazione, cioè del distacco e dell’estraniamento da se stessi fino alla perdita del contatto vitale con la realtà.
Vergogna conscia o inconscia come tratto peculiare di debolezza dell’Io;Tendenze fobiche nei confronti della vita sociale.

[1] compulsione o coazione (ingl. compulsion; ted. Zwang; fr.compulsion), la coazione indica una tendenza coercitiva e irrazionale che spinge l’individuo a mettere in atto determinati comportamenti di cui egli stesso riconosce l’inutilità e l’inadeguatezza, ma la cui mancata esecuzione provoca in lui una sensazione di angoscia. I sintomi compulsivi, o coatti, sebbene possano manifestarsi all’interno di varie patologie psichiche, sono caratteristici della nevrosi ossessiva, dove si distinguono le coazioni che si riferiscono a idee che il soggetto non può fare a meno di pensare, e le coazioni che riguardano atti, comportamenti, condotte che l’individuo si sente costretto a compiere.

[2] Rispetto a una diagnosi di tipo multiassiale sull ‘Asse I e l’Asse II del DSM-IV, la Trance Dissociativa da Videoterminale dovrebbe essere valutata in relazione alla presenza di un Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità (vedi nota 1).

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Kimberly Young e il modello “ACE” (Accessibiliy, Control and Exicitement)

cyber-brain dr Ettore zinzi psicologo psicoterapeuta taranto palagiano PNGE’ la statunitense Kimberly Young, dell’università di Pittsburgh, Bradford, una delle prime a sostenere l’esistenza degli Internet Addiction Disorder, parlando di essi in un quotidiano il 6 dicembre 1996. La Young sostiene che, alla base della dipendenza da Internet, è sempre presente qualche forma (concreta o no) di fuga. Molte persone che sviluppano la IAD sono depresse e sole, inibite da bassa autostima, ansia,insicurezza; hanno sovente una vita sentimentale problematica,’ oppure un lavoro o relazioni sociali insoddisfacenti. Con Internet riescono (almeno in apparenza) a eludere le proprie difficoltà: trovano rifugio e conforto in un mondo in cui si conversa a qualsiasi ora del giorno e della notte, un mondo in cui si diventa subito amici e, per incontrarsi, non è necessario vestirsi bene nè salire in auto per recarsi da qualche parte. Nel porto sicuro del cyberspazio si condividono i pensieri più profondi, si affermano le opinioni più decise, si raggiunge una miriade d’interlocutori in modo assai più veloce e disinvolto; soprattutto, è possibile tenere celata la propria identità: si può essere chiunque si scelga di essere, ci si può comportare come meglio aggrada. La fuga, tuttavia, è solo temporanea: una volta spento il computer, i problemi di ogni giorno si riaffacciano e si aggravano. Ciò spinge le persone dipendenti a rituffarsi nel mondo di Internet: vi tornano sempre più frequentemente e per periodi sempre più lunghi, per placare le sensazioni dolorose risvegliatesi.

Kimberly Yung introduce il modello “ACE” acronimo di Accessibiliy, Control and Exicitement, per spiegare i comportamenti ossessivo-compulsivi[1] relativi alla categoria “net-compulsion”, identificando i principali fattori facilitanti e/o predisponenti l’insorgere di questi disturbi: Accessibilità, controllo, eccitazione.

Accessibilità. Prima dell’avvento di Internet, attività come il gioco d’azzardo o lo shopping venivano svolte in luoghi specifici più o meno accessibili dall’individuo. L ‘introduzione e la diffusione della Rete ha consentito di ridurre enormemente i tempi di accesso ai singoli servizi (ora alla portata di un click), così da rendere possibile la gratificazione immediata di ogni più piccolo bisogno.

Controllo. Il controllo personale che l’individuo può esercitare in attività on-line è molto alto, spesso maggiore di quello che è possibile esercitare nella vita reale. Ad esempio molti siti finanziari consentono la transazione dei titoli presenti in borsa e il controllo, in tempo reale, degli andamenti delle singole quotazioni. Non è da sottovalutare nemmeno il controllo che è possibile esercitare sulle reazione delle persone presenti in una chat.

Eccitazione. Navigare in Rete può senza dubbio costituire un esperienza emozionante per l’ enorme quantità di stimoli a cui è possibile sottoporsi. La comunicazione multimediale si caratterizza sostanzialmente per la presenza di colori vivaci,immagini sorprendenti e suoni emozionanti (Cantelmi e coll.,1998). Quello che è possibile fare in Rete, grazie anche alla possibilità di mantenere l’ anonimato, non sempre risulta possibile nella vita reale. Si pensi ad esempio al fenomeno del cybertravestitismo.


[1] Rispetto a una diagnosi di tipo multiassiale sull ‘ Asse I e l’ Asse II del DSM-IV, la Trance Dissociativa da Videoterminale dovrebbe essere valutata in relazione alla presenza di un Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità

compulsione o coazione(ingl. compulsion; ted. Zwang; fr.compulsion), la coazione indica una tendenza coercitiva e irrazionale che spinge l’individuo a mettere in atto determinati comportamenti di cui egli stesso riconosce l’inutilità e l’inadeguatezza, ma la cui mancata esecuzione provoca in lui una sensazione di angoscia. I sintomi compulsivi, o coatti, sebbene possano manifestarsi all’interno di varie patologie psichiche, sono caratteristici della nevrosi ossessiva, dove si distinguono le coazioni che si riferiscono a idee che il soggetto non può fare a meno di pensare, e le coazioni che riguardano atti, comportamenti, condotte che 1′individuo si sente costretto a compiere.. 

(clicca per approfondimenti sul Disturbo Ossessivo-Compulsivo)

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Bibliografia, sitografia, emerografia (psicologia on-line).

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   http://www.hyperarchive.lcs.mit.edu/HyperArchive/Archivi/game/word/eliza60.hqx  (Archivio nel quale è presente l’ultima versione di Eliza per mac)
   http://www.apa.org/ethics/stmnt01.html (linee guida etiche rivolte alle organizzazioni che offrono servizi sanitari in rete , American Psychological Association)
   http://www.nbcc.org/ethycs/wcstandars.htm (linee guida etiche rivolte alle organizzazioni che offrono servizi sanitari in rete ,National Board of Certifield Counselor,1997)
   http://www.ordpsicologier.it ( Sito dell’ordine degli psicologi dell’Emilia Romagna).
   http://www.cmhc.com/prospectives/articles/art01971.htm (Mental Healt Magazine)
   http://www.psy.it  (sito dell’Ordine Nazionale degli Psicologi).
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